sabato 22 giugno 2013

pc 22 giugno - tornano gli scontri in Turchia - i regimi turco e brasiliano si stringono la mano nella repressione delle masse

Turchia, la polizia attacca in piazza Taksim.
 

Erdogan: "In Brasile e Turchia stesso complotto"

 

ANKARA - Le forze antisommossa turche hanno iniziato ad usare i cannoni ad acqua contro le migliaia di manifestanti riuniti pacificamente a piazza Taksim a una settimana dall'assalto della polizia ai giovani che occupavano Gezi Park. Le forze antisommossa avevano dato 20 minuti di tempo ai dimostranti per allontanarsi dal luogo simbolo della portesta turca. I giovani dimostranti avevano lanciato garofani verso i poliziotti.

Intanto il premier Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che il Brasile è vittima dello stesso complotto che, a suo avviso, è stato messo in atto nel suo paese per destabilizzare il suo governo. Erdogan lo ha dichiarato parlando a migliaia di sostenitori nella città di Samsun. Il premier ha attribuito la responsabilità delle tre settimane di proteste che hanno attraversato la Turchia ad un complotto di forze straniere, banchieri e media. Secondo il premier turco queste forze vogliono danneggiare la Turchia. "Coloro che hanno fallito in Turchia stanno ora facendo del loro meglio in Brasile", ha detto Erdogan ai suoi sostenitori. "Lo stesso gioco è adesso giocato sul Brasile" ha aggiunto. "I simboli sono gli stessi, i manifesti sono gli stessi, Twitter, Facebook sono gli stessi, i media internazionali sono gli stessi. Le proteste sono condotte dallo stesso centro", ha proseguito. "Stanno facendo del loro meglio per ottenere in Brasile quello che non hanno potuto ottenere in Turchia. E' lo stesso gioco, la stessa trappola, lo stesso intento", ha insistito.
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Nuovi scontri nell'epicentro della protesta sgomberata una settimana fa. Migliaia di giovani in piazza, le forze dell'ordine usano gli idranti

ANKARA - Le forze antisommossa turche hanno iniziato ad usare i cannoni ad acqua contro le migliaia di manifestanti riuniti pacificamente a piazza Taksim a una settimana dall'assalto della polizia ai giovani che occupavano Gezi Park. Le forze antisommossa avevano dato 20 minuti di tempo ai dimostranti per allontanarsi dal luogo simbolo della portesta turca. I giovani dimostranti avevano lanciato garofani verso i poliziotti.

Intanto il premier Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che il Brasile è vittima dello stesso complotto che, a suo avviso, è stato messo in atto nel suo paese per destabilizzare il suo governo. Erdogan lo ha dichiarato parlando a migliaia di sostenitori nella città di Samsun. Il premier ha attribuito la responsabilità delle tre settimane di proteste che hanno attraversato la Turchia ad un complotto di forze straniere, banchieri e media. Secondo il premier turco queste forze vogliono danneggiare la Turchia. "Coloro che hanno fallito in Turchia stanno ora facendo del loro meglio in Brasile", ha detto Erdogan ai suoi sostenitori. "Lo stesso gioco è adesso giocato sul Brasile" ha aggiunto. "I simboli sono gli stessi, i manifesti sono gli stessi, Twitter, Facebook sono gli stessi, i media internazionali sono gli stessi. Le proteste sono condotte dallo stesso centro", ha proseguito. "Stanno facendo del loro meglio per ottenere in Brasile quello che non hanno potuto ottenere in Turchia. E' lo stesso gioco, la stessa trappola, lo stesso intento", ha insistito.
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pc 22 giugno -Smascherare la manovra delle classi dominanti per lanciare maggiori offensive contro il popolo prendendo a pretesto l’attacco del 25 maggio

Partito Comunista d’INDIA (Maoista)


Comitato Centrale

Comunicato stampa

11 giugno 2013


Unirsi, combattere e sconfiggere la “guerra al popolo”

La banda criminale che ha fatto del Parlamento indiano la sua tana è nel panico. Sono terrorizzati, tremanti, febbrili, furiosi, armati. Reclamano sangue, scoprono le zanne, sputano veleno. Dopo tutto, è comprensibile. l’attacco del 25 maggio a Jeeramghati ha colpito uno dei loro più fidati luogotenenti.

In termini concreti, questa manica di criminali, non si cura troppo della morte di Mahendra Karma, cosa che si aspettavano potesse accadere dopo aver scatenato il caos e i massacri del Salwa Judum (SJ), che tutti hanno contribuito a creare e lasciato imperversare, come i senatori romani che stavano a guardare i giochi dei gladiatori nel Colosseo: Karma era come il volto pubblico del SJ, le forze armate fasciste mercenarie dello stato centrale e locale davano il loro sostegno. Piuttosto, sono spaventati perché in questo paese, dove ogni forma di sfruttamento, oppressione, repressione, corruzione e truffa domina quasi incontrastata, come prassi quotidiana, spudoratamente sotto gli occhi di tutti, il fatto che qualcuno “là fuori” riesca far pagare il conto a questi criminali fascisti e a fare giustizia non è casa tanto facile da digerire. È come trovarsi completamente nudi e vulnerabili, con tutte protezioni Z-plus e gli apparati di sicurezza improvvisamente svanite nel nulla, col fiato sul collo della furia delle masse represse. È più che comprensibile. Un valido motivo per essere sconvolti.

Chissà chi sarà il prossimo? E, ancora più agghiacciante, che ne sarebbe di loro se il popolo, definitivamente disgustato dalle sempre più insopportabili imprese di questi politici cani da compagnia, truffaldini, antidemocratici, servili, crudeli e antipopolari, decidesse di considerare questa opzione per sfogare la propria ira e porre fine alle loro consuete prestazioni al servizio dei compradori? Peggio ancora, che ne sarebbe se il popolo decidesse di liberarsene in blocco, rovesciando il sistema parlamentare, come i maoisti dicono e invitano il popolo a fare ? Davvero molto preoccupante.

Per una volta, è bene che siano preoccupati. Capiscono meglio che nessun politico può farla franca per quel genere di repressione neofascista contro i più poveri tra i poveri di questo paese che è stata perpetrata coi nomi di Salwa Judum, Sendra, Shanti Yatra, Shanti Sena, Harmad Bahini, Bhairav Bahini, TPC, Operazione Green Hunt, non può farla franca per la svendita delle ricchezze del nostro paese, una dopo l’altra, come routine quotidiana, a colazione, pranzo e cena per riempire il buco nero delle insaziabili visceri della bestia imperialista, non può farla franca per aver reso frasi senza senso ogni parola che dà senso alla nostra esistenza di esseri umani, quali libertà, indipendenza, sovranità, autodeterminazione e democrazia. Capiscono meglio per l'ennesima volta (a partire dai tempi della rivolta di Spartaco) che un popolo schiacciato in modo così crudele non potrà mai accettare tutto restando passivo per sempre. Per una volta, è meglio che siano allarmati.

Karma, un latifondista di tipo medievale, artefice del SJ, avido, sadico, stupratore e nemico della sua stessa tribù, la maggior parte degli uomini della sua sicurezza, non era che carne da macello, ma senza dubbio hanno cooperato nelle sue scorribande e massacri; alcuni dirigenti SJ; e alcuni alti dirigento del Partito del Congresso; questi elementi sono stati eliminati nell'attacco del 25 maggio. Purtroppo sono morti anche pochi altri, coinvolti nella sparatoria iniziale, nonostante tutti i sforzi per ridurre al minimo le perdite una volta che gli obiettivi principali erano stati colpiti e il compagno Gudsa Usendi, portavoce dell'unità del nostro partito in DK ha già presentato le nostre scuse per questo. L'elenco delle brutalità perpetrate da Karma e dai suoi potrebbe riempire molti volumi. Molti di questi, non tutti, sono stati documentati in dettaglio dal PCI (Maoista), da organizzazioni di massa rivoluzionarie e democratiche, da organizzazioni per i diritti umani e civili, da democratici, giornalisti e cittadini preoccupati per tutti coloro che vogliono vederli. Tutte le speculazioni complottarde che cricolano sui media circa le ragioni di questo attacco non hanno altro scopo se non distogliere l'attenzione della gente dalla verità. Una spudorata manovra dei mass media per nascondere la verità sulla brutalità del SJ e il ruolo dell'esercito indiano, delle grandi aziende, dello Stato centrale e governi locali, dei partiti del Congresso e BJP e dei macellai come Karma, nella formazione e sviluppo in un mostro assetato di sangue. Tanta è la loro ansia di liquidare i maoisti che non prendono neppure in considerazione che il SJ è stato definito illegale dalla loro stessa più alta istituzione, Corte Suprema. E tutti, compreso Jairam Ramesh, ripetono ancora una volta l'argomento più assurda e logoro, la "teoria del sandwich", per cui gli Adivasi sarebbero schiacciati da le forze armate da un lato e i maoisti dall'altro. Se ne sono convinti davvero, perché allora non esigono che per prime le forze armate, dispiegate in centinaia di migliaia dai governi centrali e locali, siano immediatamente ritirate, se loro stessi ammettono che opprimono gli Adivasi? Le loro bugie sorvolano sul fatto che nelle aree di forza del movimento la stragrande maggioranza dei maoisti sono Adivasi . Il nostro partito ribadisce che non abbiamo mai lavorato contro gli interessi del popolo. Sono le classi dominanti e le loro forze che sopprimono il popolo e il nostro partito le combatte.

Che tutti i nemici del popolo affrontino la verità - la pura e semplice nuda verità. Il nostro Partito e il PLGA difendono il diritto del popolo a difendersi da oppressori e saccheggiatori e il 25 maggio i nostri coraggiosi PLGA guerriglieri hanno guidato sul campo il popolo per eliminare alcuni dei peggiori nemici del popolo rivoluzionario dell'India, in particolare del popolo di Dandakaranya e più in particolare del popolo Bastar e i nemici di alcune altri popoli, come parte della più generale resistenza contro i grandi latifondisti e lo sfruttamento e razzia delle grandi aziende. Cogliamo l'occasione per ribadire a con forza ancora una volta che il nostro PLGA continuerà a difendere il popolo e il suo diritto di difendersi e a condurlo sul campo di battaglia fino a quando le forze governative, bande di mercenari pagate dagli stati e i nemici di classe continueranno la loro “guerra al popolo”. Perché senza l’Esercito Popolare gli oppressi non hanno nulla.

Questo per quanto riguarda l’attacco del 25 maggio. Ma ciò che vogliamo porre all'attenzione del popolo è il modo sconcertante in cui si discute di democrazia solo di fronte a questi attacchi. Non è più che strano che essa sia diventa la più rara delle merci disponibili su piazza nel mercato del Parlamento e sia invece in svendita solo quando le masse lavoratrici realizzano un Bhagat Singh in qualche angolo remoto del paese? In realtà, siamo stufi del modo in cui anche noi maoisti facciamo notizia solo dopo questi attacchi. Quindi, per cambiare, perché non guardiamo a quanto accaduto come una parte della nostra vita quotidiana per fare della democrazia o maoismo un argomento importante tutti i giorni?

Coerentemente alla sua natura social-fascista l’ufficio politico del PCI(Marxista) ha chiesto “un'azione decisa” per porre fine a “queste incursioni maoiste” e ha fatto appello a “tutte le forze democratiche a combattere la politica della violenza da parte dei maoisti” e tutti i principali partiti politici, dal Congresso al BJP, dal SP al JD (U) sono andati anche oltre nella condanna di questo attacco senza dire una sola parola circa i motivi reali dietro di esso. I grandi media hanno prodotto il meglio delle loro menzogne e reclamato il sangue dei maoisti più di ogni altra cosiddetta istituzione democratica, dai farabutti leccapiedi che sono . La riunione sulla sicurezza interna dei primi ministri e la successiva riunione di tutti i partiti tenutesi all’indomani dell'attacco del 25 maggio, lo hanno descritto come un "attacco diretto alla democrazia e alla libertà". I primi ministri hanno dichiarato all'unanimità “Rigettiamo con forza l'ideologia dei maoisti. Vogliono rovesciare la democrazia parlamentare e la Costituzione indiana con mezzi violenti ... dobbiamo resistere con tutte le nostre forze”. Hanno deciso di “usare tutti i mezzi legittimi a loro disposizione” per contrastare le attività del PCI (Maoista) e strillato che non ci sarà nessuna tolleranza o compromesso con esso.

"Facciamo appello ai giovani degli Stati interessati a rinunciare alla violenza e a perseguire i loro obiettivi con mezzi legittimi e democratici. Assicuriamo loro che siamo sensibili alle loro istanze e che faremo ogni sforzo per portarli nel consesso della vita sociale e politica " si aggiunge nella risoluzione. La stessa posizione è stata espressa nel corso della riunione di tutti i partiti.

Democrazia? Libertà? Di chi, e per che cosa? Meglio chiederlo alle donne che sono state violentate, stuprate in grippo e/o uccise, ai bambini che ne sono stati testimoni e a loro volta vittime di atrocità/massacri commessi da bande di paramilitari come SJ e forze armate contro le loro famiglie e villaggi che cosa significano queste parole vuote. L'unica democrazia che vediamo è la democrazia per i saccheggiatori che consegnano per quattro soldi agli imperialisti le ricchezze del nostro paese e reclamano la loro parte tra le briciole. L'unica libertà che vediamo è quella delle forze armate di saccheggiare, distruggere, stuprare, massacrare e deportare le masse oppresse per gli interessi degli imperialisti, della borghesia burocratica compradora (BBC) e dei grandi latifondisti. Il Parlamento indiano è una delle istituzioni più corrotte del mondo che permette e agevola tutto questo in nome della 'democrazia e libertà'. Allora, che cosa c'è di sbagliato nel voler e chiamare a rovesciare un’istituzione che da 60 anni porta il popolo del nostro paese in un tunnel buio, senza altra via di se non la loro distruzione? Non si insegna nelle scuole che la democrazia è con popolo, per il popolo e del popolo? E allora il popolo non ha il diritto di rifiutarla o anche abbatterla quando questa esiste e agisce proprio per danneggiare i suoi interessi? Lasciamo da parte gli attacchi come a Tadimetla o Jeeramghati. Questo sono tattici, parte inevitabile della resistenza di un popolo quando, come detto prima, centinaia di migliaia di truppe vengono dispiegate per reprimerli con enorme impiego di armi moderne. Non riducete la nostra linea politica e prassi a questo tipo di attacchi. Il PCI (Maoista) è un partito politico con un’ ideologia dal chiaro taglio scientifico - il marxismo-leninismo-maoismo - una linea politica e un programma politico che porterà alla creazione di una vera democrazia per il popolo del nostro paese. Chiunque voglia parlare o scrivere qualcosa sui maoisti farebbe meglio a studiarseli prima di etichettarci come terroristi, estremisti di sinistra ecc.

In breve, il PCI(Maoista) afferma che l'India è un paese semi-feudale e semi-coloniale, i bersagli della nostra rivoluzione sono l'imperialismo, il capitalismo burocratico compradore e il feudalesimo che sfruttano e opprimono il popolo del nostro paese e devono essere rovesciati attraverso la Rivoluzione di Nuova Democrazia (RND) per stabilire una Repubblica Federale Democratica dei Popolare. La contraddizione tra feudalesimo e grandi masse è al momento la contraddizione principale. Nel processo di risoluzione di questa contraddizione attraverso la rivoluzione agraria armata, che è l'asse della RND, cioè la guerra popolare di lunga durata, si apre la strada alla risoluzione delle altre contraddizioni. Il carattere semi-feudale semi-coloniale della società indiana fa sì che la rivoluzione indiana debba passare attraverso due fasi. Il compito della prima fase è trasformare la società semifeudale semi-coloniale, in una nuova società democratica indipendente, attraverso la risoluzione delle due contraddizioni fondamentali della società indiana attuale, e cioè la contraddizione tra popolo indiano e l'imperialismo e la contraddizione tra grandi masse e feudalesimo. A sua volta, in continuità, il compito della seconda fase è quello di stabilire il sistema socialista e continuare la rivoluzione avanzando verso il comunismo su scala mondiale. Questo stato di nuova democrazia sarà una dittatura democratica del popolo esercitata dal fronte unito che comprende proletariato, contadini, piccola borghesia e la borghesia nazionale sotto la direzione del proletariato e basato sull'alleanza tra operai-contadini. Questo Stato garantirà una vera democrazia per la stragrande maggioranza del popolo, mentre eserciterà la dittatura sulla piccola minoranza di sfruttatori. Questa rivoluzione di nuova democrazia porterà l'indipendenza nazionale è sradicherà la schiavitù, lo sfruttamento e il dominio imperialista e stabilirà la democrazia del popolo sradicando l'autocrazia feudale.

Operai, contadini e poveri delle città, che costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione del nostro paese vivono in povertà assoluta, sono oggi vittime di fame, malattie, disumano sfruttamento e oppressione feudal-imperialista e si liberano da tutto ciò attraverso la RND. Essa sovverte l’inumana gerarchia del sistema feudale Brahminico delle caste, che da secoli opprime centinaia di migliaia di dalit e altre caste oppresse e il sistema sociale patriarcale feudale e imperialista che sfrutta e opprime la metà della popolazione, le donne. Essa distrugge il dominio sciovinista indù che opprime le minoranze religiose nel nostro paese, in particolare musulmani e cristiani. La grande maggioranza degli Adivasi da lungo tempo sono stati privati della loro terra e dei mezzi di sussistenza tradizionali, senza ricevere alcuna alternativa e sono state le principali vittime di 'sviluppo' e 'migrazione'. In una società di nuova democrazia vivrebbero una vita di dignità, libertà e autonomia. L'India è oggi una prigione di nazionalità. Lo stato di nuova democrazia riconoscerebbe inequivocabilmente il diritto all'autodeterminazione delle nazionalità, compreso il diritto alla secessione, e l’India di nuova democrazia sarebbe formata solo da quegli stati che rimanessero volontariamente all'interno di essa. Il marcio, decadente, antidemocratico, anti-popolare, odioso cultura semi-coloniale e semi-feudale domina in tutti gli ambiti della nostra vita sarebbe distrutta. Avrebbero fine l'odio per chi lavora, patriarcato, superstizione, autocrazia, schiavitù imperialista, sciovinismo nazionale, comunitarismo, sistema di caste, cieca avidità, egoismo, cultura consumista, e la perversa ideologia e cultura sessista. Si estinguerebbe la cultura feudale, che è in primo luogo quella della superiorità innata, cha ha base nella casta Brahminica.

Questo stato farà del suo meglio per risolvere pacificamente ed equamente dispute di confine, per l'acqua e altre controversie con i paesi vicini e svilupperà con essi relazioni amichevoli. Questo stato non potrà mai esercitare alcun comportamento espansionista con i paesi vicini. Questo Stato democratico popolare stabilirà l'unità con il proletariato internazionale e le nazioni oppresse del mondo, si opporrà alla guerra imperialista e ad aggressione, sopraffazione, sovversione e interferenza, ecc Sosterrà e aiuterà con tutti i mezzi le lotte rivoluzionaria e la guerra rivoluzionaria, in particolare le lotte condotte sotto la guida delle forze rivoluzionarie maoiste contro il capitalismo, l'imperialismo e la reazione in tutto il mondo.

Per chi voglia approfondirlo, il programma sintetico in 25 punti della Repubblica Federale Democratica Popolare o stato di nuova democrazia è chiaramente delineato nel programma del Partito del PCI (Maoista). Centrate su questo le discussioni sui maoisti centro.

Le classi dominanti fanno appello ai giovani a rinunciare alla violenza e a perseguire i loro obiettivi con mezzi legittimi e democratici. È giusto? Non è senso comune che per usare mezzi "legittimi e democratici” occorrerebbe una almeno qualche parvenza di democrazia? Le organizzazioni sindacali dei lavoratori, le organizzazioni contadine e dei lavoratori agricolo, le organizzazioni femminili, le organizzazioni culturali, studentesche e giovanili e perfino quelle dei ragazzi sono bandite. Le voci di scrittori, artisti, democratici, intellettuali e le loro organizzazioni sono soffocate. I diritti fondamentali vengono giornalmente calpestati. Leggi reazione sono approvate e aggiornati con regolarità infallibile seguendo le orme dei colonialisti e di pari passo si intensificano le misure repressive. I tribunali sono dalla parte dei grandi criminali, politici corrotti, trafficanti e delinquenti, mentre attivisti politici e sociali e le gente comune innocente vengono gettati in prigione, torturati e uccisi. Questo è ciò che subiscono i giovani del nostro amato Paese, che hanno un potenziale enorme per sviluppare il nostro paese in un vero Stato sovrano, democratico, prospero e indipendente. Le centinaia di migliaia di giovani assassinati a sangue freddo dalle forze di sicurezza indiane nel Kashmir, nel Nord-Est e nelle vaste aree rurali di Andhra Pradesh, Dandakaranya, Bihar, Jharkhand, Odisha, West Bengal, Maharashtra, UP, Karnataka, Assam, MP e nelle altre aree del movimento rivoluzionario sono il meglio dell'India di oggi, col loro pensiero creativo indipendente e la loro pratica che si sta formando/unendosi in organizzazioni e partiti democratiche, di liberazione nazionale e rivoluzionarie per dare forma a un futuro migliore per il nostro amato paese. È un fatto evidente che i giovani hanno preso le armi per adempiere il compito storico delle masse oppresse di plasmare il proprio futuro con le proprie mani, contando sulle proprie forze e sul proprio popolo solo dopo decenni di fallimenti ripetuti e frustranti da parte dello Stato indiano di dare risposte al loro uso di “mezzi legittimi e democratici” per conquistare le loro richieste e diritti. Chiamarli a cedere le armi per i "mezzi legittimi e democratici" significa non solo rovesciare le cose, è uno trucco. I giovani non hanno preso le armi perché le amano o in un contesto in cui non c’era carenza di mezzi legittimi e democratici o perché disprezzano la democrazia. E tutto il contrario. Stanno prendendo le armi perché vogliono una vera democrazia. La nostro RND promette esattamente questo, l'esatto contrario dell’attuale pseudo-democrazia.

Il governo, che nelle riunioni dei primi ministri e dei partiti non ha nemmeno citato le rivendicazioni fondamentali del popolo, quali terra, educazione, salute ecc., annuncia ora programmi di formazione per addestrare migliaia di giovani, in particolare Adivasi e donne, e promette un lavoro ad almeno metà dei formati. Questo rientra nel pacchetto “sviluppo” (l'altro è il pacchetto “repressione”, quello che promette morte e miseria, con cui i giovani hanno in realtà più familiarità,). Gli si toglie la terra da sotto i piedi, li si deporta dalle loro terre secolari, separati dai loro tradizionali mezzi di sussistenza nelle foreste e nei campi per dare poche a migliaia di loro una formazione che in realtà non li rene autosufficienti, con false promesse di posti di lavoro per un numero ancora minore di persone. Che idea distorta di sviluppo! Posti lavoro a basso salario per una piccola parte, che anche se realizzati non sarebbero sufficiente a soddisfare le esigenze fondamentali minime di una famiglia. Con l’esclusione da tutti i tradizionali mezzi di sussistenza disponibili quando vivevano nelle foreste e la svalutazione della rupia, la situazione diventa ancora peggiore. La spudoratezza con cui le classi dominanti si dicono “sensibili alle preoccupazioni dei giovani” è sorprendente. A fronte di tutta questa falsa sensibilità la realtà è un tasso galoppante di disoccupazione e sottoccupazione. Se sono davvero sensibili allora perché non si realizzano il PESA, la 5° e 6° pianificazione e il FRA, che lo stesso Parlamento indiano ha approvato sono 'gravi preoccupazioni per i giovani'? Bisogna comprendere che tutto questo è parte della guerra psicologica contro il partito maoista per allontanare da esso i giovani.

Mentre il PM diceva che, nell’ambito della Costituzione, il governo era disposto a parlare con tutti i "gruppi estremisti", alla riunione dei primi ministri, il ministro dell’interno RK Singh ha detto che non c'è spazio per dialogo con i maoisti dopo l’attacco del 25 maggio! Tanto per capire chi decide su tali politiche. Comunque sia, il nostro partito ha già più volte in passato affermato categoricamente la nostra posizione sui colloqui con il governo. Vogliamo richiamare l'attenzione del popolo e dei democratici che sostengono colloqui con il governo e un cessate il fuoco come base per questa offerta e chiediamo che giudichino da sé la sincerità di tali offerte: non passa giorno senza qualche intervento da parte delle forze armate contro settori del movimento maoista per uccidere, distruggere, torturare e stuprare e molti dei nostri migliori dirigenti languono da molti anni nelle carceri in condizioni disumane privati dei diritti e servizi più fondamentali.

Venendo alla situazione attuale, le classi dominanti indiane stavano già facendo preparativi senza precedenti per una nuova grande offensiva per finire i maoisti, ma ora cercano di usare l’attacco del 25 maggio come pretesto. Le prossime elezioni sono una ragione in più per l’intensificazione ed estensione della Operazione Green Hunt. Ed è ormai un fatto ben noto e documentato che tutto questo è fatto per imporre con la forza l’applicazione dei vari protocolli di intesa per l'estrazione mineraria e di altri progetti di 'sviluppo' nelle aree adivasi. Facciamo appello a tutti e ad ognuno a riconoscere questa manovra e a non cadere nella trappola di pensare che attacchi come quello del 25 maggio sono la causa della repressione. Infatti, massacri come quelli del 17 maggio a Edesmeta, dove otto Adivasi, tra cui tre bambini, sono stati uccisi dalle forze armate, sono precedenti e sono già parte dell’intensificazione della “guerra al People”. Oltre a massacri, la nuova offensiva dovrebbe comprendere principalmente attacchi aerei, cioè il coinvolgimento diretto di più unità di elicotteri della Indian Air Force e anche di droni senza pilota. Il ministro della Difesa ha detto che esercito non sarà impiegato, ma di fatto l’azione coperta dell'Esercito si è già moltiplicata, prima e dopo l’attacco del 25 maggio. Sono preparativi di guerra, come se invadessero un altro paese. Il popolo di Edesmeta dopo il massacro del 17 maggio, lo hanno detto chiaramente: “vogliono farla finita con noi Adivasi”.

In questa occasione, abbiamo ancora una volta appello alle persone in fuga dai loro villaggi dopo le stragi fasciste, come a Sarkinguda, Edesmeta ecc. per paura di essere sterminati, a non farlo, a stare uniti sotto la guida di Krantikari Janatana Sarkars e a reagire all'offensiva dello stato indiano . Il Partito e il PLGA si impegnano a difendere voi e i vostri diritti con la nostra vita.

Facciamo appello agli operai, contadini, studenti, giovani, intellettuali, democratici, donne, dalit, Adivasi, nazionalità oppresse e minoranze religiose e a tutte le organizzazioni di queste classi, comunità e settori del popolo, vale a dire alle grandi masse del nostro paese a svelare i piani delle classi dominanti, asservite agli imperialisti, in particolare gli imperialisti americani che si stanno unendo ancora una volta per una nuova grande offensiva, parte della guerra più crudele, inumana, fascista guerra al popolo. Uniamoci insieme come una forza di lotta poderosa in forma senza precedenti e la più ampia possibile per lottare contro di loro e sconfiggere l’ingiusta guerra repressiva. Solo così possiamo avvicinarci alla fine del pericolo sempre minaccioso del terrorismo di stato e conquistare una vera democrazia e la vera libertà e anche salvare i nostri giovani - il tesoro più prezioso per il futuro del nostro paese.



(Abhay)

Spokesperson,

Central Committee, CPI (Maoist)

pc 22 giugno - Brasile sospendere la criminogena confederation cup, all'insegna della repressione e corruzione del reazionario e filoimperialista governo del PT

Mentre si gioca una partita non tanto bella, fuori si assiste ancora al brutto scenario di cariche poliziesche  e lacrimogeni, proiettili di gomma e gas urticanti contro giovani e masse che protestano fuori dallo stadio in una giornata caratterizzata da manifestazioni in tutto il paese.
Come tutti i reazionari il governo di Dilma mette in campo l'esercito contro le manifestazioni e parla di violenza dei manifestanti quando è il suo criminale governo antipopolare che usa la violenza dispiegata contro le masse in lotta contro un governo, uno Stato e un regime di stampo sempre più socialfascista che arricchisce sempre di più i ricchi e impoverisce sempre più masse già fin troppo povere.
Bisogna scendere in piazza contro questo governo senza se e senza ma e respingere con decisione la posizione di chi come i partiti di centrosinistra italiani, PD in testa, da sempre legati al partito del fu LULA.
Ma inaccettabile è la posizione apparsa su CONTROPIANO che da spazio all'informazione governativa brasiliana che parla di protesta di destra.. vergogna!
I comunisti e gli antimperialisti italiani sanno da che parte stare

proletari comunisti - PCm Italia
22 giugno 2013

pc 22 giugno - intervento imperialista americano in Siria già in corso

"Cia e forze speciali Usa
addestrano i ribelli siriani"

La rivelazione del Los Angeles Times che cita "anonimi funzionari americani e comandanti militari delle forze anti-Assad". L'addestramento in basi in Giordania e Turchia

Agenti della Cia e membri delle forze speciali Usa hanno segretamente addestrato sin dall'anno scorso per mesi contingenti di ribelli siriani, insegnando loro ad usare armi anticarro e antiaereo. Lo afferma il Los Angeles Times, citando in forma anonima funzionari Usa e comandanti militari ribelli siriani, secondo cui l'addestramento ha avuto luogo in basi in Giordania e Turchia.
Non è chiaro quanti ribelli abbiano partecipato all'addestramento nei due Paesi, ma secondo un comandante militare ribelle, in Giordania ad ogni sessione di due settimane erano presenti dai 25 ai 45 ribelli.

Nei corsi veniva insegnato tra le altre cose l'uso di fucili anticarro di progettazione russa da 14,5 millimetri e razzi anticarro, così come l'uso di armi antiaereo da 23 millimetri, secondo quanto ha riferito il comandante militare ribelle della provincia di Dara, citato dal giornale in forma anonima.

Notando che l'addestramento sarebbe cominciato molti mesi prima della decisione del presidente Barack Obama di fornire assistenza militare diretta ai ribelli, il Los Angeles Times aggiunge che a una richiesta di commento, il portavoce della Casa Bianca Jay Carney si è limitato a rispondere: "Abbiamo aumentato la nostra assistenza". Rifiutandosi di entrare in merito. "Abbiamo fornito e continueremo a fornire sostanziale assistenza all'opposizione siriana, così come al Consiglio supremo militare", che combatte il regime di Bashar al Assad, ha tagliato corto il portavoce.

pc 22 giugno - ULTIMA PARTE de L'IMPERO ECONOMICO DI RIVA

Note sulla situazione della produzione dell’acciaio a livello europeo e mondiale

Marx sui produttori siderurgici: “Hanno da fare ben altro che produrre acciaio! La produzione dell’acciaio è un semplice pretesto per la produzione del plusvalore”.



L’Italia è il secondo produttore di acciaio in Europa, con l’Ilva di Taranto che è la più grande acciaieria, diventata la piattaforma produttiva di base per l’intero manifatturiero italiano: dall’automotive agli elettrodomestici. Il suo peso in tutto il gruppo in Italia è del 88,4%; l’incidenza sul Pil nazionale è dell’1% e dell’8% sul Pil della Puglia, mentre sdel 75% sulla provincia di Taranto; l’incidenza sul traffico dell’Ilva sul porto di taranto è del 76%.
Le potenziali dello stabilimento di Taranto sono di dieci milioni di tonnellate di acciaio all’anno che equivalgono ai due quinti della produzione totale italiana, sia dei prodotti lunghi sia dei prodotti piani. I soli prodotti piani (coils, nastri e lamiere) si attestano al 74% dell’offerta italiana. Al netto dell’acciaio importato dall’estero, l’Ilva soddisfa il 67% del consumo effettivo del sistema industriale italiana. Il 25% della componentistica italiana destinata all’automotive è infatti realizzato con l’acciaio prodotto negli altiforni di Taranto. Lo stesso capita per il 16% dei casalinghi, per il 20% delle macchine e degli apparati meccanici, per l’8% della carpenteria pesante e per il 4% del bianco.
Ma questa potenzialità ora sta andando in crisi e questo preoccupa tutto il padronato italiano, e non solo.

Qual’è la situazione a livello mondiale?

L’attuale fotografia della siderurgia mostra Europa, America e Giappone arroccate sui 100-200 mln/t. In Europa, a parte l’Inghilterra che nel 2012 ha avuto un lieve aumento del 2,9%, tutti gli altri paesi hanno ridotto la produzione, compresa la Germania (-3,7%). L’Italia, con 27,2 mil/t, sta a meno il 5,2%. La Russia si difende debolmente, con un leggero aumento del 2,6%.

Di contro, la Cina ha circa il 45% dell’acciaio mondiale prodotto negli ultimi 5 anni, ed è passata in 12 anni da 150 a 700 mln/t

La produzione di acciaio negli Usa fino agli anni ’50 si aggirava intorno al 40% della produzione mondiale, e per più di mezzo secolo il primato siderurgico ha accompagnato l’ascesa e l’affermazione della prima potenza. Il periodo dell’acciaio degli Stati Uniti attraversò due guerre mondiali fino al 1957 – punta massima - e il suo  declino fu ritardato dalle guerre in Corea e Vietnam.
A dicembre 2012 il New York Times, a proposito del caso Ilva di Taranto e di una sua paventata chiusura, espresse allarme, facendo presente che il collasso di uno stabilimento di tali dimensioni potrebbe aprire in prospettiva le porte agli acciai prodotti in nazioni non propriamente amiche degli Usa (Cina o Russia).

L’Europa è stretta tra crisi di sovrapproduzione, la pressione dei nuovi player globali e la necessità di finanziare inderogabili investimenti aziendali. Ma nemmeno l’innovazione degli altoforni può superare i problemi posti dalla attuale sovracapacità (60 mt prodotti nel 2009, 10 altoforni spenti), considerando che nel 2013 i consumi di acciaio saranno, rispetto al 2007, ancora di un quarto inferiori. Mentre la concorrenza asiatica incalza.
Oggi l’Europa mantiene in funzione una trentina di grandi altoforni (sopra i 10 metri di diametro) e fra questi ne figurano 8 fra i più grandi del mondo: 4 sono tedeschi. L’altoforno 5 di Taranto compare fra gli 8 grandi con 3700 metri cubi.

In questo come sta l’Italia? E’ l’undicesimo produttore mondiale di acciaio  ma il sesto esportatore. “Il problema per la siderurgia, oggi, è che non genera utili».Il suo mercato è prevalentemente interno ed esso è in forte flessione per la crisi degli altri settori che utilizzano l’acciaio. C’è da dire che l’Italia ha finora resistito soprattutto per il costo del lavoro più basso e per una gestione della crisi fatta di buona interlocuzione sindacale, che ha poermesso alle ziende di sfruttare cassa integrazione, contratti di solidarietà.

L’Europa - dicono i padroni dell’acciaio - è a un bivio: o sfrutta l’occasione fornita dall’action plan per la siderurgia e cerca di dare una sterzata alla politica industriale continentale, oppure si condanna a un mercato interno sempre più povero, sempre meno competitivo e in balia del dumping internazionale.
Per la prima volta, con il dibattito sull’action plan per la siderurgia, in Europa si è creato un asse tra Francia, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Austria e Italia, nazioni convinte che sia necessario adottare in tempi brevi una politica industriale per la siderurgia... Al settore serve una proposta che contempli posizioni simmetriche nel commercio internazionale, chiarezza sul tema delle emissioni CO2, coraggio nel sostegno ai costi sociali dei piani di ristrutturazione.
“La crisi della siderurgia - dice il presidente della Federacciai - è la crisi dell’Europa: le scelte che saranno assunte nell’Unione nei prossimi mesi influenzeranno pesantemente il manifatturiero, ma anche viceversa”...

La sovracapacità produttiva europea ammonta oggi a 50 milioni di tonnellate, di cui 15 milioni in Italia. Ma è un problema globale: World steel association prevede nel 2013 una crescita del consumo apparente nel mondo di poco sotto il 3%.
I dati eurofer mostrano come l’import di acciaio sia aumentato del 21%, mentre l’export stagna.
La sola Cina potrebbe produrre oggi circa 150 milioni di tonnellate in più rispetto alla situazione attuale.
“Anche i dati più recenti di Federacciai sono foschi: l’anno scorso la produzione è calata del 5,2% a quota 27,2 milioni di tonnellate, con un consumo apparente in calo del 20,4% sul 2011. Dal picco del 2006-07 la produzione nazionale di acciaio si è ridotta di oltre 4 milioni di tonnellate (-15%) ed il consumo apparente è diminuito di oltre il 40 per cento”
Cosa fare?
Le aziende siderurgiche italiane ed europee stanno cercando di traghettare verso una nuova dimensione”.”La siderurgia italiana ha tutta gli stessi problemi - dice Bentivogli della Cisl - infrastrutture, energia e ambiente, concorrenza di molti dei paesi del Bric (Brasile-Russia-India-Cina). Per questo è necessario un tavolo di regia”.
“È arrivato il momento di fondere, acquisire, tagliare – dice il presidente della Federacciai –. Non è facile, soprattutto al nord, dove la governance è familiare e spesso frammentata. Ma è necessario farlo per non soccombere”. “È’ la crisi che impone questo approccio - dicono i padroni - è necessario trovare una strada per mantenere gli stessi livelli di produzione e di competitività, dalla messa in comune di alcune attività fino a fusioni vere e proprie”.

Cosa significano questi piani per i lavoratori: tagli di posti di lavoro, più produttività, cioè più sfruttamento, perchè la diminuzione del profitto a causa del restringimento dei mercati, venga compensata da un maggiore pluslavoro.
E’ in corso una guerra all’”ultimo sangue” tra capitalismi, in cui le riprese possono essere momentanee, prima di una nuova e più grave crisi.
Ma il problema chiaramente non è la sovrapproduzione perchè non ci sarebbe consumo, ma una sovrapproduzione frutto della legge del capitale della produzione finalizzata solo al profitto - come disse Riva all’inizio dell’attuale crisi: io preferisco tenere bloccato l’acciaio nei piazzali piuttosto che abbassarne il prezzo.

pc 22 giugno - all'ilva taranto sindacati confederali sempre e solo dalla parte del padrone

ILVA. l'accordo di Fim-Fiom-Uilm e la realtà della non messa a norma.

Ilva: mentre i sindacati confederali fanno accordi solo per quanti operai devono mandare a casa;

mentre con il fatto che ora il problema è la "crisi di mercato", ora il fermo impianti per l'Aia, la riduzione di lavoro e di salario viene resa permanente, portando avanti "dolcemente" quella ristrutturazione che prelude a tagli per cui è stato rinominato Bondi,

Bondi chiarisce che solo 1,8 mld sarà impiegato per la messa a norma, soldi che neanche ci sono ma devono essere via via reperiti dall'attività produttiva dell'Ilva

Mentre i fondi recuperati dalla GdF a Milano e dalla magistratura di Taranto (pochi spiccioli rispetto agli 8,1 mld) non vengono immediatamente impiegati per il risanamento e la bonifica ma restano congelati fino a sentenza... , e le casseforti vere dei Riva sono ancora inattaccate.

(Adnkronos) - Un accordo e' stato raggiunto nel corso di un incontro tra i sindacati dei metalmeccanici e l'Ilva di Taranto sui numeri relativi agli esuberi con ricorso ai contratti di solidarieta' determinati dalla crisi di mercato e dal conseguente fermo di alcuni reparti. In particolare si fermeranno dal 1° luglio per tre mesi il reparto Altoforno 2, le batterie 9-10 e per 15 giorni l'Acciaieria 1 che alla ripartenza avra' un solo convertitore.
Il numero complessivo di esuberi e' comunque leggermente piu' basso rispetto all'accordo raggiunto a marzo al Ministero dello Sviluppo Economico, anche se nei reparti che andranno in blocco, ci sara' un aumento dei contratti di solidarieta' e in particolare si passa da 307 a 464 unita' nell'area altoforno 2 mentre nell'acciaieria si passa da 473 a 600 unita'.
Negli altri reparti gli esuberi in base all'accordo diminuiscono: nella laminazione a caldo si passa da 709 a 684, nella laminazione a freddo da 648 a 495, nei tubifici da 534 a 462, nei Servizi da 561 a 486. Per le Manutenzioni centrali, (reparto ritenuto strategico nella mole dei lavori di adeguamento), si va da 441 a 380 circa. Praticamente invariati gli esuberi per gli altri reparti Energia e Sas.
Spiega all'Adnkronos il segretario generale della Fim Cisl di Taranto Mimmo Panarelli. ''Con l'accordo sottoscritto da un lato abbiamo 282 esuberi in piu' per via delle fermate di impianti ma dall'altro le riduzioni sono pari a circa 400. Complessivamente circa 110 unita' in meno. Abbiamo chiuso con 3640 esuberi rispetto all'accordo di marzo che ne prevedeva 3749 pur in presenza di ulteriori impianti che si fermano e che a marzo non erano previsti''.

Naturalmente con le fermate di Afo2, di due batterie e dell'Acciaieria 1 i numeri effettivi aumenteranno. E' stato confermato durante l'incontro che il fermo di tre mesi dell'altoforno 2 verra' utilizzato dall'azienda per mettere a norma l'impianto sulla base di quanto previsto dall'autorizzazione integrata ambientale. Interventi che, secondo il programma, erano invece previsti per l'inizio del 2015. Quindi il fermo, determinato dalla stagnazione di mercato, verra' utilizzato per anticipare i lavori utili per rendere l'impianto compatibile dal punto di vista ambientale. ''E' un fatto importantissimo, nel senso che non sono tre mesi vuoti e persi ma finalizzati alla messa a norma'', conclude Panarelli.

Ilva: Bondi, 1,8 mld stima impegno azienda 2013-2015 per Aia

''A seguito delle prescrizioni Aia connesse alla Legge 231/2012 e delle necessita' derivanti da impegni gia' previsti dall'azienda per quanto concerne acqua e rifiuti, e' stato stimato un impegno economico di circa 1.800 milioni di euro sul triennio 2013-2015''. Questo quanto si legge nel testo di supporto all'audizione del commissario straordinario dell'Ilva Enrico Bondi alle commissioni riunite Ambiente e Attivita' produttive.
La natura degli investimenti - recita il testo portato da Bondi in audizione - ha portato "ad una loro concentrazione sul 2014 e 2015", per soluzioni che "rappresentano in alcuni casi una 'prima mondiale' e rendono necessari studi ingegneristici ad hoc e ricerche di mercato". In particolare, "il Piano di investimenti prevede per il 2013 325 milioni (erano stati 151 nel 2012), 855 milioni per il 2014 e 620 milioni per il 2015". A metà maggio 2013 "l'impegno economico consuntivo derivante dagli interventi di allineamento all'Aia è pari a circa 130 milioni di euro, ovvero il 40% dell'impegno previsto per il 2013)". Gli interventi si sono focalizzati principalmente sul rifacimento delle cokerie (40 milioni), sulla limitazione delle emissioni diffuse in acciaieria e altoforni (35 milioni per riduzione e 15 milioni per monitoraggio), e sulla copertura dei parchi secondari (40 milioni). Dal 1995 al 2011 "gli investimenti del Gruppo sono stati pari a 6.323 milioni di euro, di cui 1.140 per ambiente e sicurezza".

pc 22 giugno - donne in rosso a roma il 6 luglio - Largo Chigi 19 (ministero delle pari opportunità)


pc 22 giugno - Torino Udienza del Maxiprocesso ai NOTAV



freedomNuova udienza oggi per il maxiprocesso ai 52 notav. Anche questa volta il processo si è tenuto nell’aula bunker del carcere delle Vallette nel solito clima surreale.
Il giudice oggi doveva decidere dell’ammissioni dei testi della difesa e si è pronunciato con una bella sfilza di non ammessi per quello che riguarda tutte le persone citate dai difensori notav per inquadrare storicamente e politicamente la lotta valsusina. Il giudice ha ritenute superflue anche le testimonianze degli appartenenti alle forze dell’ordine incaricati delle riprese filmate, così come di altri testimoni chiamati a deporre sulle caratteristiche tecniche dei lacrimogeni. Stessa sorte per i sanitari che hanno redatto certificazioni mediche, perchè quello che c’è agli atti è più che sufficiente.
Inoltre all’opposizione della difesa riguardo ad una perquisizione domiciliare svolta con diverse irregolarità, la corte ci ha iluminato spiegando che è il fine che conta non il mezzo…pertanto bocciata!
Aspettiamo le motivazioni della corte per comprendere meglio la lista ma possiamo già dire che sono stati ammessi diversi notav presenti alla Maddalena il 27 maggio e il 3 luglio tra i quali Giulietto Chiesa, Marco Revelli, Beppe Grillo, Giorgio Cremaschi e altri.
Tra i testimoni ammessi c’è anche il prefetto di Torino, Alberto Di Pace, il re delle ordinanze prefettizie a pioggia in questi anni in Clarea
E’ stato chiesto altresì di riportare il processo nella sua sede naturale, cioè il palazzo di gisutizia di Torino, ma se nelle passate udienze la procura si era dimostrata favorevole, oggi si è opposta senza motivare il perchè.
In apertura un’altro imputato notav ha rifiutato la difesa, aggiungendosi così ai tre notav precedenti.
La volontà della corte quindi percorre la strada della procura che intende processare i notav senza tenere conto del contesto generale nel quale sono avvenuti i fatti contestati. Dal canto suo la procura, nelal persona del PM Rinaudo, dimostra un atteggiamento alquanto particolare, non comunicando i testi a favore loro che presenteranno nella prossima udienza, non dando alla difesa la possibilità di prepararsi correttamente, a meno che, ci sembra di aver compreso, gli avvocati dei notav non si dimostrino più collaborativi.
…giustizia targata Torino insomma
Prossima udienza il 5 luglio in aula bunker in attesa di capire se si tornerà al palazzo di giustizia.

pc 22 luglio - pieno appoggio alla protesta popolare in brasile contro il governo reazionario e filoimperialista del PT - sospendere la confederation cup della corruzione e repressione

materiale in  portoguese in via di traduzione, ma comprensibile


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O Brasil precisa é de uma Grande Revolução!


A lei do povo é lutar e fracassar, tornar a lutar e fracassar novamente, lutar outra vez até triunfar definitivamente!
Presidente Mao Tsetung

Explodem manifestações de protestos em todo o país e num movimento espontâneo, colossais contingentes de centenas de milhares de massas tomam o centro das grandes cidades e se espalham por toda parte, sacudindo e estremecendo toda a velha ordem. Uma nova fase de desenvolvimento da situação revolucionária está em curso no país, avizinham-se grandes tormentas!
Desta feita a gota d’água foi a brutal repressão à justa e pacífica manifestação contra o aumento das passagens dos coletivos em SP e RJ. A indignação se espalhou país afora e se destampou a ira popular sufocada há décadas por tapeações políticas, demagogias e bombardeio propagandístico de sucessivos governos de um Brasil de progresso e melhorias. Quando ainda as redes de televisão, de rádio e jornais alardeavam a popularidade gloriosa da presidente Dilma, o pleno emprego, a criação de uma nova classe média, o desenvolvimento do país com uma economia sólida frente à crise mundial que afunda as maiores economias do mundo, repentinamente explodiram revoltas que se levantaram como um tsunami.
Em meio à profunda e prolongada crise geral do sistema imperialista que provoca desordens mundo afora, golpeando duramente as massas trabalhadoras com desemprego massivo, corte brutal de direitos duramente conquistados, empurra-as aos milhões às ruas, numa luta desesperada pela sobrevivência e de resistência contra a repressão lançada pelos governos capitalistas e por seus regimes lacaios nos países dominados.
Como resultado direto das contradições e fragilidades da economia de nosso país dominado e sugado pelo imperialismo e dos reflexos da crise geral sobre ele, a revolta popular em curso é a explosão do grito há décadas sufocado, o grito contido pela ‘eterna’ enganação das eleições farsantes, de suas promessas nunca cumpridas de uma falsa democracia, em que o povo é vítima constante do engodo ardiloso da politicagem e da selvagem repressão ao seu protesto. Cai agora também a máscara desse demagógico e oportunista regime da falsa esquerda de PT/PSB/PCdoB, etc. O que se passou? Num estalo quebrou-se o encanto de uma verdade feita da mentira repetida mil vezes, malogrou-se o anestésico do pão e circo.

Um grito de revolta ecoa pelos ares

E o começo tinha que partir da geração mais nova da juventude que se achava menos anestesiada por toda essa lavagem cerebral. O levante da juventude contra essa odiosa polícia sanguinária fez cacos da muralha de barro que aprisionava a realidade e arrombou o caminho, transformando-se na crescente revolta popular de insatisfação reprimida com toda essa ordem de exploração, desigualdades, privilégios dos ricos e políticos, abusos de autoridades, corrupção generalizada, delinquência e insegurança, precariedade dos serviços públicos de saúde, educação e transporte coletivo, subserviência dos governantes ao capital e agências estrangeiras (como o atual ‘estado de exceção’ decretado para servir à FIFA), massacres de pobres nas favelas, regime de campo de concentração sobre operários nas biliardárias obras do PAC e chacinas de camponeses e indígenas em luta pela terra.

Contra o velho Estado e seus gerentes antipovo e vendepátria

A explosão popular expressa o descontentamento geral com toda a ordem de exploração, de abusos e violência policial cotidianas na vida do povo. São os baixos salários e os cortes de direitos, a ditadura dos impostos extorsivos sobre os trabalhadores enquanto o orçamento nacional privilegia os bancos e os ricos em detrimento dos serviços públicos de saúde, educação e transportes coletivos que são verdadeiro lixo, os desmandos e a corrupção, os gastos com obras bilionárias e superfaturadas para favorecer as máfias de empreiteiras e financiamento eleitoral, a farra do dinheiro público para bancos e transnacionais e um endividamento público que já chega a 3 trilhões de reais, cujos títulos da banqueirada são resgatados com os juros mais altos do mundo, a entrega das riquezas naturais, de patrimônios estatais e exploração de serviços básicos para o capital estrangeiro, etc. A indignação e a revolta são contra esse sistema de exploração e seu velho Estado, suas instituições apodrecidas e imorais e seus governantes antipovo, mentirosos, cínicos, corruptos e vendepátria.

Um sistema de exploração e repressão

O sistema em que vivemos é o das classes exploradoras e seu velho Estado que há séculos oprimem e mantêm o povo na miséria, entregando as riquezas de nosso país para as potências estrangeiras. Sistema de privilégios absolutos dos ricos e de injustiças, engano e genocídio dos pobres. E a maior comprovação disto foi a chegada do PT no governo federal, que de ‘radicais defensores’ dos trabalhadores se transformaram no seu mais novo carrasco. Para manter o sistema imperialista mundial, os países dominados da Ásia, África e América Latina, como é o Brasil, são subjugados a servir a todos os interesses das potências estrangeiras e de suas corporações monopólicas e fazer o que elas mandam. Para isto foi constituído e estruturado o Estado brasileiro como ditadura dos grandes burgueses e latifundiários para submeter nosso povo e nossa pátria.
Mas estas velhas classes dominantes e seus políticos, lacaios do imperialismo, nem sempre puderam dominar de qualquer modo e jeito. Oscilam, em sua história, entre momentos de regimes abertamente fascistas (Estado Novo de Vargas, regime de Dutra, Regime Militar de 64, etc.) e regimes demoliberais (JK, Jango, Sarney, Collor, FHC, Lula/Dilma, etc.). Como nas últimas décadas, precisam enganar o povo servindo-se de um sistema de governo, que chamam de democracia ou Estado democrático de direito, através do processo eleitoral farsante e corrupto e de instituições burocráticas chamadas de poderes executivo, legislativo e judiciário.
Na verdade, esse Estado é uma máquina para sujeitar o povo a aceitar este sistema de exploração, difundindo a ilusão de que é o povo que elege seus representantes. Uma máquina para extorquir e assaltar o povo com impostos para encher as burras dos banqueiros e magnatas locais e internacionais, para entregar as riquezas naturais do país às potências estrangeiras e para reprimir o povo quando ele se levanta em defesa de seus direitos aviltados e dos interesses nacionais pisoteados.
Atualmente vivemos debaixo da propaganda de que a democracia no país está consolidada e que é pleno o Estado democrático de direito; de que só falta o povo votar certo para que políticos corruptos não se elejam, como se fosse o povo o culpado pela corrupção e safadeza dos governantes. Frente à rejeição popular a tanta bandalheira, os defensores do sistema afirmam que é urgente uma reforma política para melhorar o funcionamento do sistema político e acabar com a corrupção. No entanto, nos últimos 20 anos, em cada eleição, onde o voto é obrigatório, dezenas de milhões de cidadãos, um terço do eleitorado, têm boicotado a farsa eleitoral não comparecendo para votar, ou votando nulo ou em branco.
Pois o que vivemos de fato é muita mentira, enganação, mais e mais violência contra o povo. O que temos visto nestes dias? Que qualquer manifestação popular em defesa dos mais elementares direitos, como a justa luta contra aumento de passagens, é brutalmente reprimida. Os aparatos policiais, há tempos, já não se contentam em espancar o povo com cassetetes, gazes lacrimogêneo e de pimenta e tiros de balas de borracha, agora a ordem é atirar para matar, pois nunca a polícia matou tanta gente pobre na cidade e no campo. A matança de jovens pobres tornou-se rotina. Por isto que revoltado o povo se levanta em protestos aqui e ali e agora explodiu em todo país toda essa fúria popular.

Justa repulsa à podridão política e a seus partidos de bandidos e canalhas

Por isto que nesse sistema em que vivemos participar das eleições, votar num ou noutro partido, num ou noutro candidato é dar o nosso aval a toda podridão repugnante que é a política oficial. Votar é consentir nesta vergonhosa situação que aí está e que hoje todo o país se levanta contra ela. Votar é legitimar este velho Estado e seu sistema democrático burguês de exploração, opressão, miséria, violência e corrupção. Essa democracia burguesa-burocrática é falsa, estreita, hipócrita e corrupta. Dizem seus defensores com sua propaganda milionária que o voto é o poder do povo decidir sobre seu futuro. Mentira, isto é cinismo e pura enganação! A verdade é que o povo é obrigado a votar, de tempo em tempo, apenas para eleger quem vai decidir em seu lugar e contra seus interesses.
Nas últimas décadas o povo brasileiro, pacientemente, já experimentou todos estes partidos eleitoreiros (PDS, PMDB, PFL, PSDB, PT/PSB/PDT/PCdoB), os de direita declarada, os que se dizem de centro e de ‘esquerda’. E não há outra conclusão possível senão a de que são todos farinha do mesmo saco. Na verdade são siglas diferentes do Partido Único dos exploradores, dos bilionários e sanguessugas e sua velha democracia burguesa do cretinismo parlamentar. Siglas que digladiam entre si pelas benesses dos cofres públicos, porém que estão unidas pelo mesmo programa de servir ao capital. Estão todos, cada um a seu modo, a serviço dos interesses dos grandes burgueses, latifundiários e do imperialismo. Com todos estes partidos nada mudou no país e nem para o povo, a não ser migalhas e esmolas. Mudaram sim, só as caras e os modos de enganar o povo.

A luta não começou agora:
Mesmo debaixo da ofensiva governista o povo nunca parou de lutar

A propaganda oficial dos governos e a oficiosa dessa imprensa burguesa vinha martelando que tudo ia a mil maravilhas no país. Que a economia era sólida, que havia pleno emprego, que a pobreza estaria acabando e que a maioria da população já seria de classe média. Mas por baixo de toda esta propaganda ufanista a realidade do país e do povo é bem outra e os fatos são teimosos. Pois que, nunca os banqueiros se enriqueceram tanto, nunca o capital financeiro imperialista dominou e subjugou tanto nossa economia e o país. Os preços dos alimentos, remédios e outros bens de primeira necessidade não param de disparar, a inflação corrói a economia popular e as absurdas taxas de juros continuam sendo as maiores do mundo. O desemprego segue penalizando milhões, particularmente os jovens e a “reforma agrária” do governo é mais outra farsa e enganação para o povo do campo.
As doenças, antes eliminadas, voltam e outras, como a dengue, se espalham em ondas de epidemias, matando centenas de crianças e adultos em todo o país. O sistema educacional e de saúde públicas tem sua estrutura material sucateada, são arrochados os salários dos professores, funcionários públicos e dos operários. A farra do crédito fácil só tem sido mais uma ilusão, enganação e brutal endividamento do povo, para esconder a fragilidade de uma economia apoiada na produção de bens primários para exportação, completamente subserviente às potências estrangeiras e dependente dos capitais e tecnologia importados.
Mas os operários, servidores públicos, professores, estudantes e camponeses, debaixo das sistemáticas e orquestradas campanhas de criminalização e repressão, enfrentando prisões e assassinatos e as próprias direções de seus sindicatos e das centrais sindicais corruptas cooptadas pelo governo, nunca pararam de lutar e têm resistido bravamente com greves e tomadas de terras por todo o país.
Em todas partes do país ecoa o clamor de cadeia para os torturadores do Regime Militar! Estudantes de todo o país entram em greve e ocupam as reitorias das universidades exigindo o fim dos planos funestos do governo do REUNI/PROUNI e em defesa do ensino público, gratuito e pela democracia nas escolas e universidades. Operários, professores e servidores públicos realizam greves por salários e melhores condições de trabalho. Nas grandes obras do PAC, Jirau, Santo Antônio, Belo Monte, SUAPE, os operários se levantaram em revoltas, pararam as obras, incendiaram os alojamentos e revelaram para o Brasil as condições de trabalho escravo a que estão submetidos.
No campo a “reforma agrária” do governo não faz nada mais do que repressão e o financiamento dos latifundiários. Só através da Revolução Agrária, tomando com suas próprias mãos de forma organizada as terras dos latifundiários chupassangues, os camponeses vêm conquistando a terra para trabalhar e produzir e conquistar sua liberdade.
E agora que as massas populares das cidades explodem em revoltas e não podendo esmagá-las com a repressão covarde, firmemente repelida pela juventude combatente, querem com suas orquestrações venenosas melar tudo, qualificando o que é certo e o que não é, editando imagens e matérias na manipulação mais porca e guerra psicológica contra o povo desde seus gigantescos aparatos de comunicação. Toda essa imprensa monopolizada que aí está é inimiga do povo. Que tremam todos reacionários e miseráveis ratazanas!

Vandalismo é o que pratica essa canalha governante

As ruas demonstram uma vez mais que para o povo garantir seus interesses ele tem que os impor pela força de forma massiva e combativa. As autoridades e imprensa que atacaram, desqualificaram e criminalizaram as primeiras manifestações, da mesma forma que têm feito há anos contra as lutas populares no intuito de esmagá-las, assombradas e acuadas com seu crescimento explosivo, agora posam de campeãs da liberdade e da democracia, na defesa de manifestações pacíficas e com a toada hipócrita de que os radicais são só uma minoria, taxando-os de vândalos. Na arte da manipulação da ‘opinião pública’ e da mentira em que são calejados, com a rede Globo sempre à cabeça, aprontam o maior berreiro tentando escandalizar, assustar e intimidar os manifestantes. Apavorados de medo com a fúria popular tentam agora tanger e domesticar os protestos.
O povo está atacando sim os seus inimigos, as sedes de governos e casas legislativas (antros dos desmandos e corrupção), os bancos sanguessugas do povo e da Nação e rechaçando energicamente as investidas das tropas genocidas da polícia. Os episódios de saques por aproveitadores e delinquentes transformados por essa imprensa em grande terror é só parte da triste realidade criada por este mesmo sistema vil que queremos derrubar. Porque vândalos mesmo são esses governantes antipovo e vendepátria. Vandalismo mesmo é a prática criminosa dessa canalha que mata o povo nas filas de hospitais, mata de fome e a tiros de suas polícias sanguinárias, que assalta diuturnamente os cofres da nação e não perdoa sequer a merenda escolar dos filhos dos pobres, que entrega as riquezas naturais do país ao estrangeiro, que vende a soberania e a honra da pátria aos saqueadores imperialistas e até a essas máfias como a FIFA.

Para construir o novo é preciso destruir o velho

Esta é a luta de camponeses, operários, estudantes, funcionários, intelectuais, Povos Indígenas e pequenos proprietários comerciantes e fabricantes, somos a maioria e somos milhões! Lutamos contra esse velho e apodrecido Estado brasileiro representado hoje pelo governo do PT/ PSB/ PMDB/ PCdoB/ PDT e sua base de sustentação, que comete diariamente todos os tipos de atropelos e crimes contra nosso povo. Um Estado fascista que precisa ser derrubado por completo e só uma Grande Revolução Democrática pode destruí-lo e em seu lugar construir outro novo e diferente, o Estado da Nova Democracia da frente única revolucionária, baseada na aliança operário-camponesa juntamente com todos explorados e oprimidos.
Toda luta popular democrática e revolucionária deve levantar as lutas reivindicativas em defesa dos direitos do povo por:
-aumento geral dos salários e fim da carestia de vida;
-seguridade e aposentadoria públicas e integrais;
-transporte público barato, saúde e educação decentes;
-contra a violência sobre as mulheres, igualdade de direitos e descriminalização do aborto;
-punição para os criminosos do Regime Militar, mandantes e executores (civis e militares) de torturas, assassinatos e desaparecimentos forçados;
-fim do trabalho servil nas plantações do agronegócio, nas obras do PAC e em todo país;
-reconhecimento e demarcação imediata dos territórios dos Povos Indígenas e Comunidades remanescentes de Quilombolas;
-terra para quem nela vive e trabalha.
-basta às mineradoras e sua pilhagem das riquezas naturais e degradação ambiental;
-basta à sangria de recursos públicos doados aos bancos e transnacionais;
Contudo há que ressaltar-se que a nossa principal reivindicação é o Poder.

Organizar o povo pra fazer a Revolução!

A questão democrática de fato, ou seja, a instauração de uma verdadeira República Democrática, nunca foi cabalmente resolvida no Brasil. As classes dominantes exploradoras locais e seus amos imperialistas temem a existência de uma verdadeira democracia porque isto significaria o fim de seu domínio e da sua exploração. Mas como as contradições de classes e a aspiração do povo pela democracia são grandes, manobram impondo ao povo e ao país este arremedo da velha democracia com suas eleições sujas e corruptas e arrastam os partidos oportunistas para legitimá-las. E toda vez que as massas se levantam mandam a repressão com uma mão e com a outra fazem o bla-bla-bla do “diálogo”, das “negociações”, da “paz” dos submissos, contra a “violência” e o “vandalismo” dos explorados e oprimidos. Para fazer a mudança geral e completa o povo tem que tomar o Poder e submeter seus inimigos!
Os problemas do Brasil são estruturais e seculares, as soluções deles exigem transformações profundas e radicais que só a audaz e permanente mobilização das massas populares em torno de um programa revolucionário pode realizar. Porque só uma Grande Revolução Democrática ininterrupta ao Socialismo pode varrer tanta exploração, miséria, injustiça e violência sobre o povo trabalhador. Acabar com este velho Estado, esta verdadeira máquina de corrupção e opressão, varrer o atraso e a secular pilhagem estrangeira da Nação.
O povo pode e vai destruir esse velho poder arrancando-lhe pedaços por pedaços, demolindo parte por parte. Se hoje o povo é capaz de se mobilizar em centenas de milhares em manifestações, que são grande acúmulo e aprendizagem, pouco a pouco ele pode construir sólidas organizações nos locais de trabalho, nos bairros e se unir com as massas de camponeses pobres sem terra ou com pouca terra que estão travando tenaz luta para levar a frente a revolução agrária, para destruir o latifúndio palmo a palmo, fazer justiça, libertar as forças produtivas do campo, produzir e criar o novo poder revolucionário.
A Grande Revolução Democrática que urge em nosso país só pode vencer através de um longo processo, porque nossos inimigos ainda são fortes, estão defendidos pela polícia e as forças armadas, apoiados por essa imprensa burguesa monopolizada e os partidos dessa velha ordem e contará com o apoio das potências imperialistas, principalmente do imperialismo norte-americano. Não é possível ao povo derrubar seus inimigos de um só golpe, em alguns meses ou dias, menos ainda da noite para o dia. Se faz necessário uma luta prolongada para ir construindo os instrumentos fundamentais da revolução, embriões do novo poder e novo Estado Popular: o verdadeiro Partido Revolucionário do Proletariado, o Exército Guerrilheiro e a Frente Única Revolucionária. Organizações revolucionárias clandestinas, o Partido Revolucionário não é para pedir votos e cevar deputados para se apodrecerem nas poltronas confortáveis desse chiqueiro que é o parlamento burguês, mas construído no fogo da luta de classes para dominar e aplicar a ciência e ideologia da classe, o marxismo-leninismo-maoísmo e guiar firmemente as massas. O Exército Guerrilheiro Popular para fazer a guerra popular para derrocar o poder inimigo e estabelecer o novo poder de Nova Democracia. A Frente Única Revolucionária para unificar as classes revolucionárias num mesmo Programa de Transformações políticas-econômicas-sociais e culturais, para apoiar a guerra popular, cercar o inimigo e derrotá-lo.
A revolução democrática, agrária-antifeudal e anti-imperialista confiscará todas as terras dos latifundiários, todo o capital burocrático-comprador (a grande burguesia) e todo capital transnacional (imperialismo), nacionalizando estas grandes propriedades e concentrando-as nas mãos do novo Estado Popular, que aplicará tudo para o estabelecimento de uma nova economia, autocentrada e autossustentada, para o bem estar geral do povo e o progresso e independência da Nação. A revolução se desencadeia com a revolução agrária, para destruir o latifúndio, entregando a terra aos camponeses pobres sem terra ou com pouca terra e varrendo as relações semifeudais que secularmente esmagam o campesinato e entravam o progresso geral do povo e da Nação.

Abaixo o Estado fascista e seus gerentes antipovo e vendepátria!
Viva a Revolução de Nova Democracia!
Viva as manifestações e a luta popular revolucionária!

Frente Revolucionária de Defesa dos Direitos do Povo

pc 22 giugno - in turchia va in scena la protesta simbolica - mentre il regime scatena la repressione reale - rilanciamo le iniziative di informazione e solidarietà

Turchia: le masse devono sapere...

iniziativa di solidarietà con la rivolta popolare  in Turchia contro il regime fascista-islamista di Erdogan 

mercato popolare malpensata bergamo maggioranza immigrati 
 
da contropiano
I media preferiscono concentrarsi sulle proteste simboliche e le manifestanti in bikini, ma la polizia continua ad assaltare i cortei e ad arrestare gli attivisti di sinistra.


Da qualche giorno i media occidentali non fanno altro che parlare del fenomeno del cosiddetto ‘uomo in piedi’, forma di protesta pacifica lanciata lunedì scorso da un coreografo e presto imitata da migliaia di altre persone in tutta la Turchia. Una forma di protesta prettamente simbolica che naturalmente permette ai media di schierarsi contro gli ‘eccessi’ di Erdogan ma al tempo stesso di celare la dimensione organizzata e di massa della contestazione al regime che sta continuando in questi giorni a scontrarsi, nelle piazze e nelle strade, con le forze repressive del regime.
Se a catturare l’attenzione dei media è la ragazza che si è presentata ieri in bikini in Piazza Taksim, scontri e  manifestazioni hanno caratterizzato le ultime ore ad Izmir, Ankara, Mersin ed altre città della Turchia.

Ieri sera la polizia è di nuovo intervenuta violentemente contro alcune migliaia di dimostranti che erano tornati a protestare nel quartiere di Tunali e in Viale Kennedì nel centro della capitale. Quando i reparti antisommossa hanno attaccato il corteo con lacrimogeni e idranti i manifestanti hanno resistito e ne sono scaturiti scontri. Scenario analogo a Mersin, città del sud della Turchia dove nel pomeriggio di ieri in molti hanno fischiato e contestato il premier Erdogan durante la cerimonia di inaugurazione dei Giochi del Mediterraneo. In serata la polizia ha sgomberato con la forza alcune tende erette dagli oppositori nei giorni scorsi. La giornata si sarebbe saldata con una decina di feriti e altrettanti arrestati.
A Izmir durante la mattinata centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa avevano invaso piazza Gundogdu dove da 20 giorni si erano accampati i manifestanti antigovernativi che si sono rifiutati di smontare le tende. A quel punto sono partite cariche e arresti e alla fine i poliziotti hanno distrutto le tende con la forza.

Al grido di 'Allah Akbar!' un gruppo di circa 50 estremisti islamici armati di bastoni e coltelli ha attaccato ieri sera una assemblea di alcune decine di oppositori che si stava tenendo in un parco del quartiere di Yenikoy, ad Istanbul. La polizia non é intervenuta per fermare gli aggressori e alcuni oppositori sono rimasti feriti. Sempre ieri un altro gruppo di attivisti dell’Akp aveva tentato di provocare alcuni manifestanti intenti in Piazza Taksim nella protesta de ‘l’uomo in piedi’. Ieri l'ordine degli avvocati di Istanbul ha pubblicato un documento che raccoglie diverse testimonianze raccolte dai legali dei manifestanti fermati durante le proteste dei giorni scorsi. Secondo la relazione gli attivisti dopo l'arresto sarebbero stati oggetto di insulti, percosse, minacce e forme di «tortura psicologica»: «Siamo stati costretti a vedere i comizi del Akp e ci è stato impedito di andare in bagno tenendoci a lungo sugli autobus» denunciano i fermati. Sezgin Tanrikulu, parlamentare della principale forza di opposizione, il Partito Repubblicano Popolare (Chp), ha detto che queste violenze psicologiche della polizia ricordano i metodi usati durante il colpo di stato militare del 1980 contro gli oppositori, costretti con la forza a cantare gli inni delle forze armate.

Intanto la lista degli arrestati continua ad aumentare anche in queste ore, dopo che i reparti antiterrorismo della polizia turca hanno arrestato altre 14 persone a Smirne (Izmir) accusate di vandalismo e incitamento alla rivolta. Nel frattempo diciotto manifestanti simpatizzanti del Partito Socialista degli Oppressi (Esp) e del Partito comunista Marxista Leninista (Mlkp) arrestati mercoledì a Istanbul sono stati formalmente accusati di appartenere a ''un’organizzazione terrorista'' e ''danneggiamento di beni pubblici''. I 18 detenuti sono stati trasferiti in carcere, riferisce l’edizione online del quotidiano Hurriyet.

Intanto la pur censurata stampa turca continua a riportare episodi di repressione diffusi. Il quotidiano di sinistra Radikal riferisce che un pilota di una piccola compagnia aerea é stato costretto a dimettersi a causa di alcuni suoi duri commenti sul capo del governo postati su Facebook. L'uomo é stato oggetto di un vero e proprio linciaggio mediatico da parte dei simpatizzanti del partito liberal-islamista al potere, che hanno convinto la compagnia aerea Borajet a licenziarlo.

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