giovedì 19 dicembre 2013

pc 18 dicembre - dopo il flop fascio-forcone, battere analisi e posizioni equivoche nel movimento - 2° parte della scaletta di proletari comunisti



Quattro "forchette" a piazza del Popolo

Quattro "forchette" a piazza del Popolo

    Quattro gatti spelacchiati e rabbiosi in piazza del Popolo, a Roma, per la "temuta" manifestazione dei "forconi". Solo un migliaio di persone (duemila per gli organizzatori) e molti fascisti, quasi tutti di CasaPound, oltre al "contadino littorio" che in questi giorni è stato pluri-intervistato come "leader" della protesta. Non sono mancati pezzi dell'aristocrazia "nera" di Roma come il principe Ruspoli o la principessa Comeno nè arnesi del neofascismo italiano come Jonghi Lavarini giunto da Milano. Il Coordinamento 9 dicembre aveva annunciato almeno 15mila persone, ma non si sono fatti vedere. "Molti treni diretti a Roma si sono fermati perché rotti" ha detto Danilo Calvani. Se non è bravo a portare folle in piazza, bisogna dire che è scarso anche nell'arrampicata sugli specchi.

    2° parte delle note sparse di proletari comunisti

    Analisi 'rossobrune' nel nostro movimento

    Già nell'assemblea di Roma c'erano stati segnali strani... quel  cancellare lo sciopero del 18 ottobre, il "fuori ai sindacati" che diventa per alcune posizioni fuori i sindacati tout court... fuori i sindacati di base, che vuol dire cancellare i lavoratori autorganizzati e ridurli a quella massa indistinta di popolo, che poi apre a padroni e padroncini; così come il "senza bandiere" che copre il niente bandiere che diventa 'ne rosse, ne nere'.
    La situazione si è poi clamorosamente aggravata con l'emergenza dei fascio-forconi.
    Noi insistiamo che pure nei movimenti e nel movimenti sindacali dobbiamo fare la guerra a chi dice stronzate.
    Il movimento fascio-forconi è diverso da quello iniziale dei forconi, questa volta sono quattro gatti, con due focolai gravi: Torino dove i fascio forconi coinvolgono per due giorni elementi del popolo e Barletta dove si registra la fusione con la malavita organizzata che li mette in grado di ricattare la città, con minacce e violenze.
    Certo nella miscela sociale ci puoi trovare di tutto, ma il segno del movimento è palesemente reazionario, anche a Torino, per questo l'apparizione nelle nostre file della variante 'impazzita' del movimentismo rosso-bruno costringe ad uno scarto netto e a far vivere un fronte proletario antifascista in grado di contrapporsi e stroncare i reazionari in movimento. 
    Non è Reggio Calabria, ora non ci sono Lotta continua e un centinaio di migliaia di militanti rivoluzionari e antagonisti, non ci sono 500mila metalmeccanici che vanno a Reggio. Per cui chi si sposta verso i fascio forconi e la sua base sociale, alimenta e viene mangiato dai fascio-forconi, con stampa e tv al seguito e Grillo-Berlusconi come sponda.
    Dovrebbe essere facile capirlo, ma così non è. E meno male che i fascio-forconi si fottono da soli...
    Ma guai se invece che sputtanarli, dire la verità alla gente, dire che la stampa li pompa, settori del movimento si mettono a fare analisi sociologiche, orecchiate e d'accatto, per legittimarli come rappresentativi del popolo.

    Proletari Comunisti si è visto costretto ad assumere in questi giorni un ruolo di trincea assoluta contro i fascio-forconi anche contro gli "amici" dei forconi e le loro analisi (vedi Marco Revelli).
    Noi  diciamo, per es. "rivolta popolare", ma è tutto il contrario della ribellione reazionaria in atto. 
    Noi dobbiamo lottare contro le ideologie equivoche.
    Dobbiamo usare i blog per combattere apertamente i rosso-bruni, che dilagano sotto altre vesti.
    Poi ci sono compagni e realtà nell'Università della Sapienza, dell'Orientale, che dicono cose giustissime ma non si contrappongono a chi nel movimento in questo momento, usando il credito del 18-19, sta gettando confusione - per non parlare delle deliranti affermazioni e posizioni dei populisti di operai-contro e la grottesca deriva di nPCI-Carc.
    Non pensiamo che ce lo si possa permettere... bisogna scendere a contrastarli. 
    Bisogna smascherare cosa c'è dietro il linguaggio forbito di scritti su 'Infoaut' che attaccano 'gruppi e gruppetti', per traghettare il movimento nel melange rossobruno.
    C'è senz'altro grande confusione. Non è vero che la lotta è tutto, il movimento non è tutto e senza un fine va a sbattere su altre sponde.
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    La prima parte delle note sparse

    1
    Ingresso sulla scena dei fascioforconi, fenomeno inatteso per quanto riguarda le dimensioni e il gioco di azione e reazione.
    Nel comunicato del 28 novembre sull'esclusione di Berlusconi già indicavamo lo sviluppo possibile di un nuovo partito reazionario  di massa di Berlusconi.
    Se così fosse i nemici diventano due, ci andava meglio  il “governo delle larghe intese”, oggi abbiamo anche il partito reazionario di massa in formazione.
    Non è vero che sono tutti “popolo”, ci sono le masse popolari del nostro campo e le masse reazionarie del  loro campo, che servono il potere borghese. 
    Quelle del nostro campo hanno ripreso la marcia: c'è stato lo sciopero del 18 e la manifestazione del 19 a Roma. Ma ancora poca cosa rispetto alla prospettiva della rivolta proletaria e popolare necessaria.

    2
    “Puntare alla rivolta generale per rovesciare ogni governo dei padroni” perchè sono contro i proletari e masse popolari. La lotta è lunga e bisogna farla in questa prospettiva - che non è la rivoluzione, ma il nuovo brodo di cultura della rivoluzione. Con la rivolta comincia la rivoluzione che ha sue leggi.
    In questo contesto si deve ragionare di fascio-forconi.
    I forconi non sono stati sempre la stessa cosa. Oggi vi è una accentuazionedella loro natura, da una contraddizione nel blocco sociale di sostegno alla borghesia imperialista a una deriva aperta di movimento reazionario di massa fascista.
    Nel movimento dei forconi non è fascista solo chi lo comanda ma sono reazionarie e egemonizzabili dalla reazione tutte le persone che stanno in piazza, per mentalità, cultura, classe sociali di appartenenza.
    Marx e Gramsci queste cose ce le avevano spiegate. Nel processo di crisi in cui il grande capitale scarica sul piccolo, ceti medi impoveriti si ribellano da destra per riprendersi ciò che hanno perso, con settori legati alla feccia dello Stato e della politica locale e nazionale. Non sono mafiosi, ma la mafia c'è, sono ribelli incazzati perchè si sentono traditi dal loro potere e lottano perchè il potere dominante se li riprenda e torni a dargli ciò che gli ha sempre dato.
    Nella crisi settori reazionari delle masse si staccano dai loro partiti. Se il proletariato è forte, le attrae e  le neutralizza, se è debole, invece il passaggio a base di massa virulenta della reazione è nelle cose.
    Noi, la nostra classe, il nostro movimento nello stadio attuale della sua forza, organizzazione non ha nè può avere tra di esse nessun "amico". 

    La miscela reazionaria è quindi divenuta pericolosa perchè questi ceti sociali stanno trovando una forma di aggregazione e, nell'attuale livello di disgregazione del movimento proletario, cercano di appropriarsi e di farsi paladini dei diritti sociali, e trovano eco tra disoccupati e sottoproletariato.
    Anche i disoccupati senza organizzazione di classe e senza che siano organizzati da organizzazioni di classe hanno una ideologia e prassi da sottoproletario, la loro stessa critica alla società è moralista. I partiti politici della borghesia appaiono "tutti ladri", ma la questione è più profonda, sistemica.
    La storia ci insegna che quando il proletariato non è in campo per attrarre ed esercitare egemonia, va avanti la parola d'ordine dei nazisti di sempre, contro partiti, sindacati, politica, parlamento, tout court, contro le  potenze straniere, ecc. 
    Tutte le parole d'ordini del movimento "9 dicembre" sono fasciste, anche quelle che sembrano essere di 'sinistra' o usate anche dal movimento. Sono le stesse parole d'ordine, ideologia, cultura della parte più reazionaria della classe dominante e degli apparati dello Stato, per questo i poliziotti si tolgono il casco, sono anch'essi dentro questo movimento, con il cuore e la mente. I poliziotti e chi li comanda sono fascisti due volte: per la divisa, e di proprio. 
    Questo caratterizza la natura del movimento fascio-forconi. Masse reazionariamente organizzate diventano nemiche dei proletari e di tutte le sue forme organizzate, passate, presenti e future; vogliono un potere dittatoriale e militare per schiacciare i proletari, le masse non irregimentate, i rivoluzionari.
    Il manifestarsi virulento di un fenomeno di massa di questa natura domanda alla sinistra di classe e di movimento di compattarsi contro questo movimento, di essere tanti, a dire: quel movimento è reazionario, tutto, anche se vi sono pezzi di massa ingannate e ancora recuperabili, ma solo se lo smantelliamo e lo battiamo con tutti i mezzi possibili e necessari. 
    Se non si fa questa cosa è il fascismo dilaga.
    Come Grillo diceva: votate me se no viene 'Alba dorata', perchè il suo programma e il suo humus non è altro da 'Alba dorata', così tra noi chi dice andiamo da questo movimento altrimenti diventa reazionario, ha una idea della 'sollevazione' non molto diversa dai fascio-forconi.

    Schermata del 2013-12-18 185458

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