mercoledì 18 dicembre 2013

pc 18 dicembre - Palermo: Orlando, il sindaco della spazzatura, scrive lettere... e le riceve


Alcuni sindaci definiti "nuovi" come Orlando a Palermo, Accorinti a Messina, Marino a Roma, quelli di Grillo… eletti nell'ultima tornata elettorale, sono tutti impegnati, senza riuscirci, a dimostrare che loro il sindaco "lo sanno fare" tanto per citare Orlando, mentre devono lamentarsi che "non ci sono soldi" e quindi allargano le braccia. Nella sostanza i loro programmi elettorali, come abbiamo ripetuto durante la nostra campagna di boicottaggio, erano già stati scritti dal governo, e in particolare da Monti e confermati dagli altri governi. Stiamo parlando di tutti i servizi, dal trasporto, alle scuole, alla sanità, all'immondizia…
Palermo, per esempio, è ancora una volta sommersa dalla spazzatura (se ne accumulano 900 tonnellate al giorno) e l'amministrazione comunale, che dice di non avere fondi perché il governo li ha tagliati, è entrata in guerra con i lavoratori dell'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti, che adesso si chiama RAP, perché pretende che il "risanamento" dell'azienda venga pagato dai lavoratori che si dovrebbero abbassare lo stipendio. E Orlando, che ha il coraggio di parlare di decoro, nel mezzo di tutta questa immondizia invece di risolvere il problema trova il tempo di scrivere una offensiva lettera aperta alla cittadinanza per cercare di spiegare i motivi di tanta schifezza indecorosa globale che mette in serio pericolo la salute di tutti.
Un compagno del circolo di Palermo, con la necessaria ironia del caso, ha risposto…

Lettera aperta al Sindaco di Palermo
Leoluca Orlando

Signor Sindaco, Lei sostiene che è suo dovere rispondere di tutto quanto avviene nella città e che è suo dovere informare i cittadini quando vi sono situazioni difficili che impongono scelte difficili.

A noi francamente sorge il  dubbio che Lei abbia trovato il modo di farsi moderno Ponzio Pilato e che stia studiando (probabilmente lo ha già fatto) il modo di fare pagare i debiti della sua amministrazione e/o di quelle precedenti, lavandosene le mani, di quei poveri cristi che oggi si chiamano lavoratori della RAP e che ieri erano i lavoratori dell’AMIA.

Lei, Signor Sindaco, ha un modo personalissimo di cambiare le carte in tavola e quindi dopo aver “macellato” i Palermitani con Tarsu e Tares (122 milioni fino ad ora, le più care d’Italia), Li indica pure come colpevoli della “crisi” (in compagnia del fallimento delle aziende Amia), li accusa di non seguire il piano della raccolta differenziata e di abbandonare “sacchetti di rifiuti” a destra e a manca.
Siamo convinti che Lei non sia del tutto ignaro del fatto che a Palermo, la cosiddetta “riciclata” sia appannaggio solo di alcune zone e che gran parte delle stesse, a se stesse sono abbandonate; non vengono rispettati i giorni di ritiro, non certo per colpa dei lavoratori, plastica e cartone spesso dimorano accanto ai contenitori, per un’intera settimana . . . già perché nella maggior parte dei casi, gli unici contenitori sono quelli dell’indifferenziata e dell’organico.
Quello che comunque non ci convince completamente, è il passaggio che riguarda “i sacrifici” che dovrebbero fare i lavoratori che Ella continua a definire “Amia” e che suona come una sorta di ricatto, nel momento in cui aggiunge (parole sue) : “il mio è quindi un appello forte, tanto quanto è forte la volontà di avere un’azienda efficiente senza aumentare la TARES.”

Non crediamo che ci sia “qualcuno” che voglia mettere sotto scacco la città, siamo piuttosto convinti che questa giunta abbia messo e continui a mettere sotto scacco i cittadini palermitani che sempre di più si ritrovano con l’acqua alla gola e non solo perché supertassati, non solo perché vivono nell’indigenza e nell’indecenza ma soprattutto perché si trasformano ogni giorno di più in precari, perché i negozi che un tempo erano il vanto e la meta delle passeggiate si vanno trasformando in “bingo” e “call center” e Palermo diventa ogni giorno di più una città “fantascientifica al negativo” dove tutto è irriconoscibile, spazzatura a parte.

Oggi leggevamo su un quotidiano on-line: "Per salvare la Rap mancano i fondi: il sindaco Leoluca Orlando non vuole aumentare la Tares e chiede ai lavoratori di ridursi lo stipendio di 50 euro al mese per salvare l'azienda." senza voler fare demagogia alcuna, sarebbe più semplice prenderli da altri stipendi, ben più alti, questi danari ma . . . forse è un trucco, una scusa . . . la sua è una richiesta che vuole a priori non sia accettata, per avere tra le mani la giustificazione delle decisioni conseguenti.


Professore, un'ultima cosa vorremmo ricordarLe . . .  noi non l’abbiamo votata e tutto sommato può anche permettersi il lusso di non risponderci, ma a quel 70% (del 60% dei votanti) di cittadini che consapevoli o meno, il voto gliel’hanno dato . . .  a Loro qualcosa dovrà pur dirla!

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