venerdì 13 dicembre 2013

pc 13 dicembre - i fascioforconi a roma protetti e allevati dalla polizia devono essere spazzati via.. chi civetta coi fascio forconi nel movimento antagonista a Roma come aTorino,come altrove, come in 'facebook' è un idiota pericoloso che va criticato

I Forconi romani si tingono di nero petardi della destra contro la Regione

Al debutto in piazza per "fermare l'Italia", i "forconi" romani dribblano le etichette e non vogliono essere classificati come un movimento di destra: "Qui c'è la gente normale che si alza tutte le mattine e va a lavorare, non ci sono rossi e neri", urla dal megafono un manifestante in piazza dei Partigiani, luogo evocativo scelto come quartier generale della protesta nella capitale.

Ma proprio un adesivo su quel megafono ne tradisce la provenienza: "Zippo libero", c'è scritto a lettere bianche su sfondo nero. E Zippo è Alberto Paladino, militante di CasaPound accusato di aver aggredito 2 anni fa alcuni esponenti del Pd.

I "fascisti del terzo millennio" appoggiano la mobilitazione che ha il suo cuore in Sicilia e proverà a bloccare il Paese e a "invadere" Roma già domani, in occasione del voto di fiducia al governo Letta. "Se verrà data la fiducia  -  annuncia Danilo Calvani, coordinatore del movimento  -  la nostra protesta rimarrà in piedi fino a che non se ne vanno. Sarà sciopero a oltranza nelle forme pacifiche e democratiche che si conoscono".

Nell'attesa, la giornata di ieri è filata via tutto sommato senza particolari problemi. Unici momenti di tensione in mattinata, prima sulla Tuscolana, all'altezza della sede della Banca d'Italia, poi su via Cristoforo Colombo bloccata per alcuni minuti dai militanti del "Movimento sociale europeo": "Vita, famiglia, casa e lavoro non sono un privilegio ma un diritto.

Ci stanno rapinando il futuro", urlano i manifestanti. Poi lanciano petardi e fumogeni contro la sede della Regione Lazio. Il bilancio finale è di undici persone fermate e denunciate per manifestazione non autorizzata. Tra loro anche Giuliano Castellino, leader del Mse e volto noto della destra romana.

Al di là di queste azioni, i manifestanti mantengono per tutta la giornata il presidio davanti alla stazione Ostiense: i numeri sono ridotti, appena qualche centinaio di persone tra banchetti e volantinaggi. "I veri italiani non si fermano", "Questa Italia si ribella e scende nelle strade", gli slogan più gettonati.

"Oggi stiamo fermando il Paese  -  sottolinea Alessio Provaroni, un altro dei coordinatori della protesta nella capitale  -  qui c'è l'Italia che lavora, che produce e che mantiene la casta di parassiti. Noi li vogliamo cacciare dal Parlamento: non ci rappresentano, devono andare via".

Prevale soprattutto il tricolore, viene cantato l'inno di Mameli e c'è un costante richiamo alla patria ("Io sono italiana, l'Italia è mia", dice una manifestante). Scampato, almeno per il momento, il temuto blocco
delle merci. "Non abbiamo notizie di disagi nel rifornimento delle derrate alimentari e non della capitale", afferma il presidente di Confesercenti Valter Giammaria.

E anche nei mercati, come conferma la Confcommercio, non viene registrato nessun problema. I presidi, però, andranno avanti anche nelle prossime ore. La speranza di alimentarli, anche numericamente, è riposta nei social network: "Se i rivoluzionari da Facebook si muovono cresceremo".

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