domenica 27 ottobre 2013

pc 27 ottobre - LISBONA: "QUE SE LIXE A TROIKA!"

Ieri corteo a Lisbona contro la Troika. E' stato abbastanza grande e tutto viene descritto abbastanza bene da questi articoli (il primo e' di un piccolo collettivo di Napoli, un loro compagno era a Lisbona ieri).
Gli articoli sono abbastanza esaustivi ma sono un po' troppo "contenti" di come è andata la giornata di ieri che comunque ha mostrato dei limiti.
Qui a Lisbona, i numeri sono stati effettivamente buoni ma in realtà sono stati inferiori ai due cortei che lo stesso comitato "Que se lixe a Troika" aveva organizzato l'anno scorso e questo un po' ha depresso gli animi. Oggi tutti provano giustamente a valorizzare e rilanciare ma si è convinti che quello che si è mosso è ancora davvero troppo poco.
Non si puo' dire che fosse un corteo inferiore alle aspettative perché già nelle settimana precedenti si era capito che non si sarebbe riusciti a "sbonnare" e molti compagni erano scettici su come sarebbe andato, ma praticamente tutti sono convinti che si poteva comunque fare molto meglio, specie a Lisbona. Corteo sicuramente grande ma il salto di qualità numerico che si sperava di fare con questa manifestazione di certo non c'è stato e al di là delle parole d'ordine lanciate dal palco e della rabbia che si percepiva nel corteo, gli animi erano abbastanza sconsolati per un corteo che risulta essere una replica sbiadita di quelli dell'anno scorso che avevano piu' persone e hanno visto anche maggiore conflittualità.
Gli organizzatori all'inizio avevano paventato l'ipotesi di fare una specie di assemblea\comizio finale sugli scaloni del parlamento, che come dice l'articolo della Cuoca di Lenin, erano stati il luogo dello scontro dell'altra volta. Alla fine in realtà hanno posto un palco all'inizio della scalinata e questo ha funzionato anche da deterrente per eventuali "fughe in avanti" verso il portone del parlamento da parte di collettivi e gruppi piu' "vivaci". La polizia qui in Portogallo è praticamente assente, davanti al parlamento ce ne saranno stati una decina senza nessun tipo di equipaggiamento, solo in divisa.
Infine, i sindacati hanno già proclamato una serie di scioperi (già tredici, per adesso) sopratutto nei trasporti che culmineranno l'8 novembre con lo sciopero generale del pubblico impiego.
Altre cose che si possono notare è l'assenza del Pcp in questo tipo di manifestazioni. Il loro contributo non va al di là di un mero appoggio formale, della presenza di qualche deputato ai cortei e della sporadica presenza di qualche loro militante a titolo individuale. Nonostante sia una organizzazione forte, sia nei posti di lavoro con il suo ramo sindacale (CGTP) sia come militanti e come elettorato (è andato molto bene alle ultime elezioni comunali), in queste situazioni è totalmente assente e disinteressata. Molto piu' presente il Bloco de Esquerda che però conta davvero poco se si escludono i "movimenti di opinione" (in senso negativo).
Da segnalare questo gruppo http://www.mas.org.pt/ per il suo spezzone molto partecipato e molto "rumoroso", hanno intonato slogan dall'inizio alla fine, usano molto adesivi e cartelli e si sono fatti notare. Da come ho capito sono fuoriusciti (credo da sinistra) del Bloco de Esquerda.

(Vladimir da Lisbona)

Que se lixe a Troika!” : successo per le manifestazioni in Portogallo contro il governo e contro il FMI


Quasi 20.000 persone a Lisbona, altre migliaia a Porto, centinaia di lavoratori, studenti, disoccupati in piazza nelle principali cittá del paese: la manifestazione convocata dal coordinamento “Que se lixe a Troika” é stata indubbiamente un successo.
A una sola settimana di distanza dalle manifestazioni convocate dalla CGTP, il popolo portoghese é di nuovo in piazza contro il governo di Passos Coelho, contro le politiche affamatorie che i lavoratori portoghesi stanno subendo per le politiche di tagli imposte dal FMI.
Complice nel riempire le piazze, oltre al sole che é tornato a farsi vedere sull’Atlantico, l’approvazione del Orçamento do Estado 2014 (la nostra legge Finanziaria), che conferma le peggiori previsioni delle organizzazioni sindacali e politiche d’opposizione: tagli salariali di circa il 10% per la quasi totalitá del pubblico impiego, un taglio complessivo nella spesa per il personale pubblico di 969 milioni di euro (di cui circa la metá derivante da tagli alla scuola), allungamento del’etá pensionabile a 66 anni a partire dall’anno prossimo, conferma dell’IVA al 23%, aumento delle tasse su bevande, sigarette, mercato energetico, 300, 4 milioni di euro di tagli alla sanitá…tutto questo a fronte di un debito pubblico in crescita rispetto alle cifre ante intervento del FMI (131,4% a fronte del 97%). Insomma, come osserva il coordinamento che ha organizzato la manifestazione, “l’intervento della Troika e l’azione del governo non hanno nulla a che vedere con debito e deficit, e sono invece orientate alla distruzione del Welfare, dei salari, delle pensioni, del sistema di sostegno alla popolazione e, in ultima analisi, della democrazia
Sanzionato, lungo il percorso del corteo, anche un McDonald: non si è trattato di nostalgia no-global, ma di un’azione legata all’annuncio della catena di fast-food di 50 licenziamenti – formalmente “dimissioni volontarie” – tra donne incinta, giovani mamme e dipendenti che hanno avuto infortuni invalidanti sul lavoro.
Nessun incidente davanti al Parlamento – nel passato i manifestanti violarono il divieto di occupare la scalinata del palazzo e ci furono scontri e arresti – ma un palco, quello degli organizzatori, sul quale si sono susseguiti per oltre un’ora gli interventi di tutti i soggetti che pagano la crisi, compresi i lavoratori della televisione pubblica portoghese in smantellamento e delle poste, sui cui aleggia lo spettro della privatizzazione.
A Porto, invece, il corteo ha deciso all’improvviso di deviare dal percorso concordato: al grido di “le strade sono nostre” ha superato lo sbarramento della Policia e si é diretto verso il Municipio.
Rimarcabile l’assenza dei due pesi massimi della sinistra portoghese, il PCP e la CGTP: se quest’ultimo puó addurre forse a motivazione il recente impegno organizzativo per le manifestazioni del 19 Ottobre (con le annesse polemiche relative alla gestione), dal PCP nulla piú della presenza di una delegazione, formata dai deputati Miguel Tiago e Rita Rato e da Vasco Marques della direzione nazionale dei giovani comunisti.
Con una disoccupazione altissima, un aumento esponenziale degli affitti dovuto alla fine degli affitti “sociali”, con i tagli sempre piú massicci a scuola, sanitá, trasporti, con un salario minimo tra i piú bassi d’Europa (566 euro) la cura per il Portogallo non puó piú essere quella del FMI, ma una cura a base di scioperi, manifestazioni, proteste crescenti e continue. Il popolo portoghese l’ha capito: spetta, forse, alle dirigenze delle organizzazioni della sinistra di classe trarne le opportune, piú decise e radicali conclusioni.


(da Contropiano) - ... A mobilitare migliaia di persone, questo sabato, non è stato il sindacato, che pure ha partecipato alla mobilitazione, ne le varie realtà politiche della sinistra anticapitalista portoghese, comunque anche loro presenti, bensì un comitato di cittadini, nato nel settembre del 2012 su pochi e chiari punti politici: per le dimissioni del governo di Coelho e contro i diktat imposti dalla Troika.. in altre parole, contro questo sistema di potere e contro questa sistema – Europa.
Lo slogan di propaganda “Não há becos sem saída” ossia “non ci sono vicoli ciechi” porta alla luce una questione fondamentale per il superamento della crisi: non esiste un'unica via d’uscita dalla crisi, non è l’unica forma di sopravvivenza economica, la via che prevede il taglio dei salari e della spesa sociale, l’aumento delle pensioni e la privatizzazione dei servizi! Occorre ripensare un nuovo sistema, occorre mettersi in gioco e organizzare la lotta per la conquista di un futuro dignitoso... “L’aiuto economico che ci è stato dato ha portato l'attuazione di misure politiche devastanti che hanno portato all’aumento esponenziale della disoccupazione, dell'insicurezza, della povertà e delle disuguaglianze sociali, alla svendita della maggior parte dei beni dello Stato, a tagli compulsivi in materia di sicurezza sociale, istruzione, sanità e cultura in modo che tutti i soldi siano canalizzati a pagare e ad arricchire chi specula sul debito sovrano. Dopo anni di austerità sotto intervento esterno, le nostre prospettive, le prospettive della maggior parte delle persone che vivono in Portogallo, stanno peggiorando”. Questa è la premessa su cui nasce il comitato, che oggi mobilita migliaia di persone, attivisti e militanti ma anche lavoratori “senza partito”: gente stanca di tagli e che non ha piu intenzione di pagare un debito che non gli appartiene.
Grecia, Spagna, Italia, Irlanda, Portogallo, i paesi in ostaggio della Troika e della speculazione finanziaria perdono la sovranità e si riducono come tutti i paesi ai quali la troika impone questo regime di austerità”.
Il comitato chiede al governo portoghese le dimissioni, e di più.. chiede un atto di sovranità al governo stesso, e come prospettiva la possibilità per il popolo di decidere con un referendum se accettare o meno i diktat e le misure imposte dall’Unione Europea.
Il corteo di ieri era caratterizzato dagli stessi slogan lanciati la settimana scorsa: “Fuori l’FMI dal Portogallo” “E' questa l’ora che il governo vada fuori” “Non un passo indietro”. Dal palco, le testimonianze di educatori, professori e rappresentanti dei lavoratori, disegnano la volontà di questo popolo di non piegarsi, e la necessità di lottare non per se stessi, ma per il bene di tutti. “Serve un altro 25 d’aprile” gridano in molti, a dimostrazione che il ricordo della liberazione dal fascismo è ancora vivo nella popolazione. “Questo governo si sta comportando da fascista, mai piu il fascismo.. vogliamo un altro 25 aprile!”.
Insomma, sembra che anche in Portogallo si preannunci un fine autunno pieno di scioperi e iniziative che metteranno in campo una nuova politica e una rinnovata determinazione contro le misure di austerity imposte da Bruxelles e Francoforte.”

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