giovedì 10 ottobre 2013

pc 10 ottobre - dal Vajont a Ginosa Marina.. altro disastro,altre morti annunciate -le cui responsabilità ricadono sui governi e lo stato del capitale a livello nazionale e locale


Mentre si allarga il numero delle vittime e dei danni alle popolazioni colpite

allarme dei geologi pugliesi
"Tragedia del Vajont non è servita"

A "giudicare dallo stato del territorio italiano" la tragedia del Vajont 50 anni fa "non è servita": lo scrive in un comunicato il presidente dell'Ordine dei geologi pugliesi, Salvatore Valletta, secondo il quale "il territorio pugliese come quello di tutta l'Italia in queste ore sta dimostrando la sua fragilità ed esposizione alla pericolosità idraulica e geomorfologica".
"Oggi, come ieri - ha aggiunto - possiamo solo esprimere un forte rammarico per le vite umane spezzate, vite di concittadini che nella loro quotidianità si sentivano protetti da uno Stato e da tutti quegli Enti preposti alla gestione del territorio: lo sforzo di questi anni non è bastato".

Secondo l'Ordine dei geologi, "il territorio pugliese, come si è ormai più volte preso atto, non è per nulla scevro da specifiche vulnerabilità geo-ambientali" e "le politiche nazionali e regionali devono intervenire in tempi brevi e con azioni incisive". In particolare, è necessario "istituire il Servizio geologico regionale a supporto delle politiche regionali collegate all'ambiente e alla pianificazione territoriale, le cui competenze devono contribuire alla riduzione del rischio idrogeologico, e al monitoraggio strategico di alcuni rischi naturali".
Bisogna, tra l'altro, "rispettare le pericolosità individuate dagli enti sovraterritoriali come le Autorità di Bacino e aggiornare i Piani comunali di Protezione civile" e "imporre una urbanizzazione con la progettazione delle grandi opere che siano compatibili con le caratteristiche del territorio e non viceversa".

L'Ordine dei geologi infine ritiene "urgente aprire subito un tavolo serio e costruttivo nell'interesse delle popolazioni e del territorio pugliese, altrimenti, politicamente e moralmente risulterà paradossale inaugurare una nuova opera come una strada, un ponte, una scuola, un ospedale sapendo che altre porzioni del territorio non sono in sicurezza e con essi le popolazioni che li transitano o li risiedono".

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