mercoledì 18 settembre 2013

pc 18 settembre - proletari comunisti appoggia tutte le mobilitazioni studentesche di ottobre.. ma solo la rivolta li seppellirà !

#4 ottobre - mobilitazione studentesca in tutta Italia 

Questo nuovo autunno si aprirà con la giornata di venerdì 4 ottobre, appuntamento che vedrà gli studenti scendere nelle strade e riprendersi le piazze di tutta Italia. Il contesto in cui questa data è stata lanciata la carica di un profondo significato: come già l’anno scorso, infatti, la scintilla delle mobilitazioni arriva dalla Val Susa che rappresenta l’avanguardia di tutte le lotte popolari e di tutti i movimenti in Italia. La giornata è stata indetta in occasione del campeggio studentesco nazionale No Tav a Chiomonte proprio a ridosso di quelle reti che difendono un cantiere simbolo delle profonde contraddizioni, della prepotenza con cui il governo scavalca la volontà popolare, della speculazione e della devastazione sociale di cui il nostro paese si sta macchiando.
La fase politica che stiamo attraversando è caratterizzata da una profonda instabilità, questo governo di larghe intese si è dimostrato interessato solamente a difendere il posto in parlamento e a preservare lo status quo, cercando, con continui compromessi, di mantenere una governabilità politica che però sembra necessariamente destinata a infrangersi. Intanto, mentre nei palazzi i partiti giocano a spartirsi il potere, come sempre a pagare le spese di questo difficile momento economico sono le componenti sociali più deboli del paese, in primis, noi studenti. Cambiano i governi, cambiano i colori che popolano il teatrino del parlamento, ma la strategia con cui vogliono risolvere questa crisi rimane un’austerità che in maniera sempre più inevitabile sta stravolgendo la vita di intere famiglie: misure come la Service Tax che andrà a sostituire l’Imu è un chiarissimo esempio della direzione che Letta e il suo governo hanno deciso di intraprendere; parlano di crescita, di ripresa economica ma guardandoci intorno non vediamo altro che il costo della vita in continuo aumento, una precarietà sempre più dilagante, la sempre più grande difficoltà di far fronte a quelle spese, come il carolibri, il carotrasporti o le tasse scolastiche, che la quotidianità ci impone.
L’anno scolastico è appena ricominciato ma le assurde dichiarazioni dei nostri politici non si fanno attendere: la ministra dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha invitato gli studenti e le studentesse di tutta Italia a “essere ribelli e cambiare il mondo”, lanciando contemporaneamente proprio nella data del 4 ottobre una giornata all’insegna del dialogo, della pace e della fratellanza. Di certo non esitiamo a cogliere l’invito della nostra ministra e ci prepariamo ad un autunno all’insegna della lotta, ma se pensa di calmare le acque o di intraprendere la via della mediazione si sbaglia di grosso: non siamo disposti a scendere a compressi con chi da anni si dimostra sordo alle nostre richieste e solo apparentemente si dimostra disponibile, reprimendo ogni forma di dissenso che vada al di là dei canoni di ribellismo architettati dalla ministra e dai suoi predecessori.
La componente studentesca sta vivendo un profondo ricambio generazionale, coloro che hanno vissuto cicli di lotta come quello dell’Onda e del No Gelmini sono ormai universitari o si stanno diplomando. Crediamo quindi che sia importante per il movimento creare percorsi di lotta partendo dall’interno delle scuole per creare una soggettività, una coscienza comune per mezzo di pratiche come la riappropriazione degli spazi di socialità negli istituti, attraverso campagne contro presidi sceriffi che sono muti esecutori delle direttive del governo. Dobbiamo dunque ripartire dall’ambiente di cui meglio conosciamo meccanismi e dinamiche e nel quale spendiamo la maggior parte della nostra vita, ma non dobbiamo commettere l’errore di chiuderci in esso: dobbiamo porci in un’ottica generale che tenga conto dell’intero contesto e di tutte le sue sfaccettature. Viviamo questa crisi sia come studenti sia come componente giovanile di questo paese e questo dato risulta evidente se pensiamo a tutte le difficoltà cui dobbiamo far fronte fuori dalle mura scolastiche, dalla diminuzione del reddito delle nostre famiglie all’assenza di momenti e spazi di svago in una metropoli sempre più alienante.
L’invito per il 4 ottobre è dunque quello di riversarsi nelle strade per dare un segnale chiaro a questo governo, per portare in piazza quelle incoerenze che quotidianamente viviamo e per esprimere tutta la nostra rabbia nei confronti di chi ci condanna a una vita all’insegna della precarietà.
RIPRESA ECONOMICA SOLO A PAROLE
SCENDIAMO NELLE PIAZZE, PRENDIAMOCI LE SCUOLE!
Studaut - rete dei collettivi autorganizzati

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