domenica 11 agosto 2013

pc 11 agosto - egitto i militari golpisti marciano verso il bagno di sangue

Sisi non è un 'nuovo Nasser' ma un nuovo Pinochet Ultimatum dei generali

la protesta

...Un campo vasto, simile a un campo trincerato, attorno alla moschea di Rabaa Al-Adawiya, nel quartiere di Medinet Nasr; e un altro sulla piazza Al-Nahda, in prossimità dell'Università del Cairo. Più che due enormi sit-in di protesta, sono due aree autonome, dissidenti, popolate da decine di migliaia di uomini e donne. Intere famiglie con vecchi e bambini arrivate dai sobborghi della capitale o da lontane province dell'Egitto rurale....Sono ormai comunità organizzate, con mercati, ospedali d'emergenza, vigili che regolano il traffico e servizio di sicurezza. L'accesso ai due accampamenti, delimitati in più punti da sacchi di sabbia, è regolato come se si trattasse di isole territoriali indipendenti. ... La sfida è chiara ed è rivolta all'esercito, e in particolare al generale Abdel Fattah Al-Sisi, l'uomo forte del momento: vice primo ministro, ministro della difesa e soprattutto capo del Consiglio supremo delle forze armate. ...E gli ordini di sgombero emessi dal primo ministro sono caduti nel vuoto. La stessa fine potrebbe fare l'ultimatum di 24 ore appena lanciato dai generali. Sia pure con variabile fermezza, la gente arroccata nei due accampamenti si dichiara pronta ad affrontare un intervento dell'esercito.
Ma il generale Sisi non può impegnare tanto facilmente i suoi soldati in un'operazione che metterebbe a repentaglio la vita di migliaia di donne e bambini. E comunque di decine di migliaia di persone che si presume siano disarmate.. e il bagno di sangue sarebbe inevitabile. Per abbattere le barricate sarebbe necessario l'impiego di mezzi pesanti. .. C'è chi non esclude che si arrivi a privare d'acqua ed elettricità i due accampamenti. Una soluzione estrema che appare improbabile. Un liberale come il vice presidente Mohammed El-Baradei, e tanti altri esponenti dell'esecutivo, non autorizzerebbero un'azione del genere. Lo stesso vale per l'esercito, che si dichiara "del popolo". Le reazioni dei soldati, in larga parte coscritti e non insensibili ai richiami religiosi, sarebbero del resto imprevedibili.

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