domenica 30 giugno 2013

pc 30 giugno - ALLE GIORNALISTE, DATE VOCE ALLE DONNE CHE SI RIBELLANO CONTRO FEMMINICIDI E STUPRI

Alle giornaliste di stampa e TV,
alle giornaliste di Roma

 
Sta andando avanti l'appello "Non si può continuare a far finta di niente, non si può continuare a non fare niente…", per la mobilitazione del 6 luglio a Roma delle donne contro i femminicidi e stupri. Stanno arrivando varie adesioni di organismi di donne e di singole, di ragazze, lavoratrici, precarie, disoccupate, compagne e sta crescendo la voglia di esserci, comunque...

...Noi facciamo appello a voi di venire il 6 luglio, di dare prima e dopo voce e visibilità alla mobilitazione delle donne, anche se potremo essere per il momento "una scintilla" che però è necessaria per cominciare ad illuminare e "incendiare" una realtà ancora troppo in ombra.
Noi non vogliamo che per le donne parlino e facciano gli altri, in particolare non vogliamo delegare a governo, Istituzioni, perchè questa guerra di bassa intensità contro le donne è evidentemente interna ad una "guerra" più generale fatta di continue e sempre più pesanti discriminazioni, ritorno all'indietro, oppressione, di cui sono responsabili proprio quei governi, lo Stato che dovrebbe salvaguardare contro le uccisioni e violenze sessuali.
Alcuni giornali, alcune Tv hanno dato spazio in questi mesi ad iniziative istituzionali o, peggio, alla "messa in scena del dolore" delle donne. Ora chiediamo che venga invece dato spazio alle donne che si ribellano, e prendono loro direttamente in mano la lotta contro femminicidi e stupri ma anche per cambiare tutta la società.
Ci saranno delegazioni dal sud e dal nord che porteranno anche la propria esperienza diretta, dai processi contro gli stupri e uccisioni di donne, alla lotta delle lavoratrici/disoccupate che unisce sempre la condizione di classe a quella di genere.
Venite a documentare. Vi aspettiamo. O se non potete venire, informate e contattateci il giorno 6 luglio.
Sappiamo bene, e voi ci potreste raccontare molte cose, che parte di un humus maschilista, sessista, razzista, di "odio verso le donne", è come viene usata certa (dis)informazione e certa "cultura"; la cultura può essere un'"arma" nella battaglia di liberazione, diritti delle donne, come può, usata al servizio di questo sistema di potere, essere un fango che vuole affossare la vera realtà delle donne.
Quindi, noi pensiamo che anche il campo dell'informazione, della cultura non sia neutro ma deve essere un terreno di lotta teorica, culturale, pratica, e che anche qui, soprattutto le donne - ma non solo - devono fare una scelta, devono schierarsi.

La mobilitazione il 6 luglio si articolerà in 3 presidi:
- in piazza Montecitorio dalle ore 10 per denunciare la guerra di bassa intensità di femminicidi e stupri all'interno della condizione generale delle donne e anche denunciare le false e controproducenti soluzioni del governo;
- al Ministero di Grazia e Giustizia per denunciare il modo come si stanno facendo i processi (in cui le donne sono violentate o uccise per la seconda volta) e le vergognose sentenze, in primis quella per Marinella a Montalto di Castro;
- al Viminale, contro la nomina della Rauti e la costruzione delle "larghe intese" sulla pelle delle donne, la denuncia della polizia sessista, la denuncia della repressione contro le donne in lotta (vedi 12 maggio), ecc.

Arrivederci al 6 luglio!
Concetta Musio di Taranto (3451616390 - mfpr.naz@gmail.com
)
Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto
TA. 28.6.13

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