venerdì 28 giugno 2013

pc 28 giugno - F35: farsa in parlamento, mentre vanno avanti

In Parlamento è stata approvata una mozione unitaria dal governo delle "larghe intese" con cui il programma di acquisizione degli F35 non si ferma ma per i nuovi acquisti occorre un'autorizzazione del Parlamento che verrà data entro 6 mesi.
Gli F35 datano ormai dal 1998, governo Prodi, con un investimento iniziale di 10 milioni di dollari. In piena continuità il governo Berlusconi prosegue i progetto e la spesa prevista passa ad un miliardo di dollari nel 2008, mentre già il governo Prodi aveva deciso nel 2007 di costruire una fabbrica a Cameri (NO). Anche qui si è detto che ci sarebbero stati 10mila posti di lavoro tra fabbrica e indotto.
Il governo nel 2009 aveva deciso che l'acquisto doveva riguardare 131 F35, con una spesa di 12,9 miliardi di euro. Nel 2012 il governo Monti è costretto dalla crisi ha ridurre a 90 il piano degliF35 da comprare, con una spesa di 8,8 miliardi, mentre come produzione propria la fabbrica di Cameri dovrebbe cominciare ad assemblare il nuovo aereo il 18 luglio di quest'anno, per aerei che dovrebbero entrare in funzione nel 2015 e progressivamente fino al 2027.
Quindi, come si vede è un piano che l'imperialismo italiano ha impostato sul breve, medio e lungo periodo e i vari governi e parlamenti approvano via via, e le opposizioni in parlamento non sono assolutamente in grado di fermare ilprogetto, ma solo di compatibilizzarlo con la dinamica della spesa pubblica nelle fasi della crisi.
La battaglia, quindi, che si sta conducendo in parlamento è una battaglia finta. Lo scontro che si manifesta qua e là tra i partiti e tra le varie fazioni dei partiti dipende dalla maggiore o minore vicinanza ai militari e all'industria della guerra in generale.
I ministri della Difesa da tempo sono dei personaggi inconsistenti che agiscono da puri portavoci dei militari e delle industrie belliche, quando non sono direttamente militari, come è stato il caso nel governo Monti.
L'ultimo Ministro della Difesa, l'attuale piccolo trafficante pugliese, di matrice PdL prima, Udc/Monti adesso, dopo il dibattito parlamentare si esprime con una esilarante dichiarazione: "Il parlamento ha confermato il principio secondo cui l'Italia fedele al dettato Costiotuzionale che la porta a ripudiare la guerra, si dota di strumenti di arma di difesa per verificare le opportunità della pace". Sarebbe stato auspicabile che almeno uno degli sciagurati deputati grillini, educati a diarie e a "va fa n'culo" avesse profferito illoro epiteto di bandiera.
Ma le indecenze in questo dibattito sono tante, una di questa l'ha pronunciata quella sorta di bellinbusto, uomo di fiducia di Letta, Boccia, ormai "imparentato" con Berlusconi tramite la De Girolamo, che ha dichiarato che non bisogna schierarsi contro gli F35 perchè "servono a spegnere gli incendi". Ovvero, questo tizio vota a prescindere, non sapendo neanche distinguere tra aerei ed elicotteri.
Napuralmente mentre si svolge questa ignobile pagliacciata, Finmeccanica e la sua controllata Alenia sono leggermente in fibrillazione, più che altro perchè una discussione sulla stampa comunque può produrre qualche problema. L'amministratore delegato di Alenia, Giordo, dichiara che vive di certezze e programmazione, e, quindi, questi farseschi 6 mesi gli creano problemi: "...è ovvio che in queste condizioni il nostro lavoro si fa più dificile". In sostanza, la politica del governo li costringe a vivere alla giornata.
A Cameri i famosi 10mila occupati sono per ora 200, con altri 85 da assumere nel 2013 che salirebbero poi a 450 l'anno prossimo e 600 a regime (10mila erano la cifra che aveva detto Prodi).

Sul fronte dell'opposizione, vi sono state finora alcune manifestazioni a Cameri per esprimere l'opposizione agli F35, che hanno riguardato componenti pacifiste, antimilitariste, nuclei antimperialisti, con una qualche forma di partecipazione popolare. Un'opposizione insufficiente rispetto ad una questione che certamente è di dimensioni strategiche per l'imperialismo italiano-Usa-Nato e per un settore centraledell'industria privata e di Stato.
Proletari comunisti già in occasione di queste manifestazioni ha posto la questione e indicato che sul piano locale un movimento che non riesca a raggiungere le dimensioni e la pratica di lotta dei No Tav dei momenti migliori, non è in grado sul territorio di contrastare il piano degli F35. Nello stesso tempo noi sosteniamo che meno che mai - e ciò vale anche per il movimento No Tav - queste battaglie si vincono sul territorio, ma con la costruzione di un movimento antimperialista e contro la guerra che agisca su scala nazionale, con l'obiettivo non limitato a fermare gli F35 ma a rovesciare i governi dell'imperialismo italiano che sono governi della guerra, dell'interventismo militare.

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