giovedì 20 giugno 2013

pc 20 giugno - UNA RIFLESSIONE SUI "VALORI" DEGLI OPERAI - DALLA LOTTA DELL'ENI

Il rappresentante dello Slai cobas, operaio di una delle ditte dell'appalto Eni, la Rendelin, in prima fila nei giorni scorsi negli scioperi e blocchi, e qui in lotta non solo contro le aziende ma contro i rappresentanti dei sindacati confederali e anche in aperta controcorrente anche a posizioni e concezioni sbagliate purtroppo presenti tra gli operai, ha mandato una breve riflessione a cui segue una nostra risposta:

"Buona sera S.ra Margherita, come sempre nulla da dire su quello che fate, però a mio parere ci sarebbe poco da parlare con gli operai, come appunto detto da Lei, al telefono oggi pomeriggio; credo, sia più efficace lavorare con la stampa e con il volantinaggio e questo perchè, la crisi della lotta operaia non dipende, tanto, dal mal comportamento della triplice alleanza (confederali), che agiscono per loro tornaconto, ma dalla crisi di valori, intrinseca ad ogni singolo operaio/libero cittadino; io credo che se i lavoratori fossero più eroici e preferirebbero morire più che cedere un solo pezzo di terreno guadagnato, invece che credere alle promesse individualistiche, allora anche i sindacati, sarebbero costretti a mettersi in carreggiata. Quindi, a mio avviso, fin quando gli stessi operai, non toccheranno il fondo e si renderanno conto, di chi li ha solo e veramente strumentalizzati, la situazione non cambierà mai e noi, con il nostro eventuale insistere diretto con gli operai, non faremmo altro, che fare il loro gioco; bisogna puntare più sul pubblicizzare e denunciare il misfatto, per far capire all'opinione pubblica, da che parte sta la verità e la giustizia. Per chiudere, sapete cosa mi è stato risposto, da molti operai, di fronte alle mie rimostranze giustizialiste, che loro fanno parte del "partito della pagnotta!"
Operaio della Rendelin

Certo, siamo d'accordo che tra gli operai, e non solo dell'ENI, ci sono grossi problemi di perdita di valori di classe, collettivi e di presenza di spirito individualista.
Di questo da vari decenni, sono in parte responsabili i sindacati confederali, altri responsabili tra gli operai sono i partiti di "sinistra" che con i loro trasformismi e il loro deciso passare dall'altro campo hanno ucciso anche la memoria della lotta di classe e dei valori collettivi; ma anche quelle forze sindacali di base e politiche che riferendosi agli operai non lavorano costantemente e tenacemente per ricostruire un nuovo sindacato di classe e un nuovo partito comunista dei lavoratori che non punta prima di tutto alle poltrone in parlamento, ma all'emancipazione di lavoro, di vita ma anche ideologica degli operai.
In questa situazione, chiaramente gli operai non sono affatto innocenti, e per una lotta coerente e nel necessario scontro con i sindacati confederali a volte non sono la "soluzione" ma sono "il problema", perchè hanno pensato, male e illudendosi, di ricavare per loro delle briciole da questo "pensare a sè" e ora sempre più ne sono loro le prime e vere vittime.  
Ma la coscienza di classe non è un fatto individuale, di "valori intrinsici" che dovrebbero esserci in ogni singolo operaio (per i cittadini il discorso è più complesso, visto che dietro la parola "cittadini" ci sono i lavoratori, le masse popolari e ci sono i padroni, i ricchi, ecc. che hanno evidentemente altri e contrastanti "valori"), ma è un fatto collettivo che trova ragioni nella loro condizione materiale di lavoro e di vita, ma che si forma nella lotta sia particolare ma soprattutto nella lotta contro il sistema generale dei padroni, ma per questo è essenziale che queste lotte vengano dirette da coloro che hanno questi "valori".
Noi questo lo sappiamo, lo analizziamo per fare un lavoro per una nuova organizzazione sindacale e anche una nuova organizzazione politica oltre il momento della singola lotta. A volte ci potrà volere tempo, ma a volte succede che la goccia fa traboccare il vaso, e allora...
 
M.C.

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