giovedì 20 giugno 2013

pc 20 giugno - DIMISSIONI? PREGO, SI ACCOMODINO FUORI. L'USCITA LA CONOSCONO!

In Italia circola a piede libero un delinquente abituale che è solito farsi le leggi per se stesso - degli italiani non gliene può fregar di meno, l'importante per lui è non andare in galera a scontare una minima parte della pena che meriterebbe per tutti i reati da lui commessi (se fosse condannato per tutti i danni procurati agli italiani, non basterebbero cinque ergastoli) - e, nonostante questo, ha già collezionato otto condanne, di cui due a più di tre anni con interdizione dai pubblici uffici.
Se l'Italia fosse un Paese civile, questa pena accessoria lo farebbe automaticamente decadere dalla sua carica di Senatore della Repubblica, rendendolo un comune cittadino da arrestare immediatamente per fargli scontare - in galera, non dove decide lui - il residuo di pena: cinque anni in cella, al netto dei tre coperti dall'indulto.
Ma questo non è un Paese normale, ed allora accade che il personaggio in questione possa dichiarare di sentirsi "perseguitato" dalla Giustizia borghese, e trovi un'orda di servi sciocchi che lo spalleggiano, minacciando le dimissioni in massa dal Parlamento perché al loro signore non è stato riconosciuto il legittimo impedimento in occasione di un Consiglio dei Ministri spostato 'casualmente', all'ultimo momento, per evitare di dover comparire in aula nel corso di un'udienza del processo riguardante i diritti della sua azienda televisiva.
Ritengo che sarebbe giusto che l'orda di tirapiedi di questo 'signore' dia seguito alla minaccia ventilata: trovo anche che sarebbe un atto profondamente democratico se il Parlamento le accettasse seduta stante, provvedendo all'immediata sostituzione degli auto-esclusi con aspiranti parlamentari delle altre forze politiche non eletti per causa loro.
Genova, 20 giugno 2013

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

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