domenica 16 giugno 2013

pc 16 giugno - ANCORA UNA VOLTA CALPESTATA A MILANO LA RESISTENZA - LE ISTITUZIONI LE LEGITTIMANO E LA FALSA SINISTRA SA SOLO STRILLARE...

ma non possiamo stare a guardare, non possiamo delegare a questo governo-questo stato-queste istituzioni, perché i gruppi neo nazisti/fascisti sono legittimati per far avanzare un regime di moderno fascismo. SERVE RIBELLARSI SERVE ORGANIZZARSI SERVE SPAZZARLI VIA.




Teste rasate, simboli SS e croci celtiche:
Milano insorge per il raduno neonazista
In centinaia all'evento per aiutare "i camerati di Azione Skinhead". Pisapia: "La città non può accettare queste iniziative, ma ha deciso la questura". La prefettura: "Nessun problema di ordine pubblico"
Un capannone alle porte di Milano e una decina di band neonaziste, alcune internazionali, molto note negli ambienti dell’estrema destra per i loro inni alla violenza, al razzismo e alla xenofobia. Il raduno ha scatenato polemiche e imbarazzi in una città che nopn è nuova a questo tipo di iniziative. Al raduno, organizzato da Skinhouse Milano, hanno preso parte alcune centinaia di giovani: il tutto si è avvenuto in un capannone , in via Toffetti nella zona di Rogoredo.

L'arrivo dei partecipanti a Rogoredo

Lo spazio, che appartiene a un privato ed è stato affittato per l'evento, si trova all'interno di un'area delimitata da un alto muro di cinta. L'ingresso è stato consentito soltanto a chi ha acquistato il biglietto e alle persone autorizzate: fotografi e giornalisti sono stati invitati a rispettare una distanza di sicurezza "per proteggere la privacy dei partecipanti". Polizia e Digos hanno pattugliato il quartiere e fermato, chiedendo i documenti a campione, i partecipanti. All'interno dell'area, il solito campionario di teste rasate, tatuaggi con teschi e pugnale che richiamano la simbologia dei 'Totenkopf', le 'teste di morto' delle SS, magliette con l'insegna 'Europa
Patria Est' per i ragazzi, pantaloni in mimetica e t-shirt con croci celtiche per le ragazze: il cui ricavato, secondo il volantino diffuso dagli organizzatori, dovrebbe servire per pagare le spese processuali dei "camerati di Azione Skinhead". Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, qualche ora prima era sceso in campo contro l'iniziativa: "Oggi si ripropone l'inaccettabile presenza di una manifestazione di chiaro stampo neonazista, fatto questa volta maggiormente grave e inquietante data la sua annunciata dimensione internazionale: Milano non può accettare che si svolgano né ora né in futuro iniziative che attingano al repertorio dell'intolleranza razziale e politica in qualsiasi forma esse si presentino", ha scritto sul profilo Facebook raccogliendo centinaia di 'mi piace'. Replicando a diversi commenti (anche molto pesanti) che chiedevano un suo intervento per vietare il raduno dei naziskin, il sindaco cha spiegato che "le autorizzazioni o le azioni preventive sono per legge di competenza della questura e prefettura", rimarcando che "l'amministrazione non ha quindi potestà di intervento diretto, ma quanto riportato nello status è stato ribadito a tutti i livelli". La prefettura fa comunque sapere che il raduno in un capannone di Rogoredo, un quartiere alla periferia di Milano, "al momento non comporta un allarme di ordine pubblico". E dunque non lo si può vietare e neanche serve un'autorizzazione agli organizzatori. In pratica in questa fattispecie si è "fuori" dal meccanismo delle autorizzazioni. Mentre serve la dichiarazione in questura, nella quale si descrive esattamente cosa si intende fare e dove. "Non emerge un profilo di ordine pubblico per vietare quella manifestazione", avevano replicato dalla prefettura. Sulla vicenda interviene anche il deputato pd Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza e difesa del Pd, che afferma in una nota: "Si stanno moltiplicando senza sosta eventi come questo. Lunedì depositerò un'interrogazione urgente per capire come mai vengano concessi i permessi per questo tipo d'iniziative". E il leader di Sel, Nichi Vendola, via twitter aveva invitato a "non consentire un'offesa alla città di Milano con il raduno nazista: uno strappo ai principi della legalità democratica". "Anche le forze liberali sono indignate: sia per i messaggi neonazisti che si vorrebbero lanciare dalla nostra città aggregando forze a livello internazionale, sia per le modalità con cui è possibile che ciò avvenga: serve di certo un chiarimento", commenta Manfredi Palmeri, consigliere comunale di Milano e capogruppo di opposizione a Palazzo Marino. Palmeri si dice "d'accordo con chi chiede alle diverse espressioni politiche consiliari di prendere una posizione: mi auguro che in Comune non sia solo la mia la voce dell'opposizione in tal senso".
(15 giugno 2013) © Riproduzione riservata






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