venerdì 14 giugno 2013

pc 14 giugno - il 1 luglio anche in Italia a sostegno della guerra popolare in India e allo storico colpo assestato alla classe dominante indiana e al fascismo in India

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Partito Comunista dell’India (Maoista)
Comitato di Zona Speciale Dandakaranya
26 maggio, 2013

L’eliminazione di Mahendra Karma capo fascista del Salwa Judum: Legittima risposta alle atrocità inumane, i brutali assassinii e al terrore senza fine perpetrato contro gli Adivasi del Bastar!

L’attacco ai leader del Partito del Congresso:
Inevitabile rappresaglia per la fascista Operation Green Hunt condotta per mano del governo dell’UPA attraverso i diversi governi locali!

Il 25 maggio 2013, un distaccamento dell’Esercito Popolare Guerrigliero di Liberazione (EPGL) ha condotto un massiccio attacco contro un convoglio di più di 20 veicoli del Partito del Congresso, che ha portato all’eliminazione di almeno 27 leader del Congresso, attivisti e poliziotti tra cui Mahendra Karma, l'acerrimo nemico del popolo oppresso del Bastar e di Nand Kumar Patel, presidente dell'unità statale del Congresso. L’attacco avuto luogo mentre i leader del Partito del Congresso giravano per regione del Bastar per la loro “Parivartan Yatra” (Marcia per il Cambiamento) in vita della prossime elezioni. Almeno altri 30 sono rimasti feriti nell’attacco, anche il l’ex-ministro e leader anziano del Congresso, Vidya Charan Shukla. La morte da cane in questo attacco storico di Mahendra Karma, famigerato oppressore, assassino, stupratore, ladro e notoriamente corrotto, ha prodotto reazioni festose in tutta la regione del Bastar. Anche l'ex ministro degli interni del governo centrale Nand Kumar Patel, in passato si era distinto nella repressione del popolo. Sotto il suo mandato, per la prima volta nella regione di Bastar sono state impiegate le forze paramilitari (CRPF). Non è un segreto per nessuno, inoltre, che anche l'ex ministro centrale VC Shukla, già titolare di diversi dicasteri tra cui il ministero degli interni, è stato un nemico del popolo, attivo e fedele servo di imperialisti, borghesia compradora burocratica e latifondisti e che ha svolto un ruolo chiave nella formulazione e attuazione delle politiche sfruttatrici del governo. L'obiettivo di questo attacco era principalmente quello di eliminare Mahendra Karma e alcuni altri dirigenti di spicco del Congresso. Tuttavia, nel corso dell’attacco di massa sono stati uccisi e feriti alcune persone innocenti e alcuni attivisti di base del partito del congresso, che in realtà non erano nostri nemici, colpiti nel lungo scontro a fuoco durato due ore fra le nostre forze guerrigliere e le forze armate e di polizia. Il Comitato Speciale Zonale Dandakaranya del Partito Comunista dell'India (Maoista) si rammarica per questo ed esprime cordoglio e solidarietà alle famiglie delle vittime.
Il Comitato Speciale Zonale Dandakaranya del Partito Comunista dell'India (Maoista) si assume comunque la piena responsabilità di questo attacco. Inviamo i nostri saluti rivoluzionari ai comandanti dell’EPGL che hanno condotto questa audace imboscata, ai rossi combattenti che hanno contribuito a questo successo, a tutti quelli che hanno partecipato ad esso col loro sostegno attivo e a tutte le masse rivoluzionarie della regione del Bastar. Questo attacco ha dimostrato ancora una volta la verità storica che i fascisti perpetrano violenze, atrocità e massacri contro il popolo, non sono mai perdonati e vengono inevitabilmente puniti dal popolo.
Il presunto leader tribale Mahendra Karma era nato dalla famiglia di signori feudali Manjhi. Tanto il nonno, Masa Karma, quanto il padre, Bodda Manjhi, erano ai loro tempi famigerati oppressori del popolo e fungevano da agenti di fiducia del governo coloniale. Tutta la storia della sua famiglia è nota per lo sfruttamento disumano e l'oppressione degli Adivasi. La vita politica di Mahendra Karma è iniziata nel 1975, mentre studiava giurisprudenza, da membro del AISF. Nel 1978 fu eletto MLA nel PCI. Poi, nel 1981, quando gli fu negata candidatura nel PCI, aderì al partito Congresso. Nel 1996, andò con la fazione separatista Madhavrao Scindhia e divenne membro del Parlamento indiano come indipendente. Poi si riunì ancora al partito del Congresso.
Nel 1996 in Bastar si sviluppò un movimento di massa per l'attuazione del Sesto Programma. Anche se era principalmente PCI che dirigeva quel movimento, anche il nostro partito – allora PCI (ML) [People’s War] partecipò attivamente a quel movimento che mobilitò le masse su larga scala. Ma Mahendra Karma prese duramente posizione contro quel movimento per dimostrare di essere degno rappresentante degli avidi affaristi delle città, venuti in Bastar come coloni e avevano accumulato ricchezze enormi. Così fu chiara a tutto il popolo la sua natura anti-Adivasi e filo-compradora. Fin dagli anni 80, aveva stretto legami con le grandi imprese e le classi capitaliste in Bastar.
Successivamente, nel 1999, il nome di Karma fu coinvolto nella grande truffa nota come 'Malik Makbuja'. Un rapporto del Lokayukta rivelò che nel periodo del 1992-1996 Mahendra Karma, colluso col mercato nero del legno aveva fatto milioni di rupie truffando il popolo adivasi spartendo profitti coi funzionari forestali e il responsabile del distretto. Anche se sullo scandalo fu disposta un’inchiesta del CBI, come sempre, i colpevoli non subirono nessuna conseguenza.
Mahendra Karma fu ministro delle carceri di tutto il Madhya Pradesh. Più tardi diventò ministro dell’industria e commercio nel governo Ajit Jogi quando il Chhattisgarh fu separato da quello stato. Ci furono allora in Nagarnar ingenti requisizioni di terre la costruzione dell'impianto siderurgico proposto dalla Romelt/NMDC. Mentre le popolazioni locali rifiutavano di abbandonare le loro terre, Mahendra Karma prese posizione contro il popolo e a favore dei capitalisti. Ebbe un ruolo chiave nella requisizione forzata delle terre e nella brutale repressione del popolo col supporto delle forze di polizia. La gente del Nagarnar che perse le proprie terre non ha ricevuto né indennizzo né lavoro, come promesso dal governo. Furono costretti a disperdersi.
Fin dall'inizio, Mahendra Karma si è dimostrato acerrimo nemico del movimento rivoluzionario. Il motivo è chiaro: nato da una tipica famiglia feudale è cresciuto come agente delle grandi imprese e le classi borghesi. Nel 1990-91 contro il movimento rivoluzionario fu lanciata la campagna Jan Jagaran (“sensibilizzazione”). Il PCI revisionista prese parte a quella campagna controrivoluzionaria. Karma e molti dei suoi parenti appartenenti alle classi latifondiste vi parteciparono attivamente. Nel 1997-98 fu lanciata la seconda campagna Jan Jagaran, guidata dallo stesso Mahendra Karma. Prese il via proprio dal villaggio di Mahendra Karma Faraspal e dai villaggi nei dintorni e e si diffuse fino alle zone di Bhairamgarh e Kutru. Centinaia di persone furono torturate, arrestate e incarcerate. Ci furono molti casi di case saccheggiate e incendiante e di donne violentate. Ma, sotto la guida del nostro partito e delle organizzazioni di massa, il popolo si è riuniti e contrastò con forza questi attacchi contro-rivoluzionari. In breve tempo, questa campagna fu sconfitta.
In seguito, il movimento rivoluzionario si è consolidato. In molte aree le lotte anti-feudali si intensificarono. Latifondisti come Podia Patel, fratello di Mahendra Karma, e alcuni parenti suoi stretti furono uccisi nel quadro di azioni di resistenza di massa. In molti villaggi il potere delle forze feudali e dei signorotti fu espulso e iniziò il processo di creazione di organi rivoluzionari di Potere Popolare. Le forze feudali, e lo stesso Mahendra Karma, erano furiosi perché le terre di loro proprietà erano ridistribuite tra i poveri e i contadini senza terra e le sospese le ingiuste tradizioni che li costringevano a pagare alte rendite ai latifondisti. Si opponevano anche ad altri cambiamenti progressivi, come la fine dei matrimoni forzati per le donne, la lotta alla poligamia, ecc. Allo stesso tempo, il movimento rivoluzionario appariva come un ostacolo per la grandi aziende come Tata e Essars, che avevano iniziato i loro sforzi per saccheggiare le risorse naturali della regione del Bastar. Così, naturalmente, collusero con elementi contro-rivoluzionari come Mahendra Karma. Li foraggiarono con milioni in contanti per creare un ambiente favorevole alla loro razzia. Dall'altra parte, dopo la nascita di PCI (Maoista), partito consolidato a livello nazionale risultato della fusione tra le autentiche organizzazioni rivoluzionarie, le classi dominanti sfruttatrici intensificarono la loro offensiva contro-rivoluzionaria sotto la guida degli imperialisti per schiacciare il movimento rivoluzionario. Inizio così nella regione Bastar, complici il Congresso e il Bjp il brutale attacco noto come Salwa Judum. Tanti seguaci e parenti di Mahendra Karma, come Soyam Muka, Rambhuvan Kushwaha, Ajay Singh, Vikram Mandavi, Gannu Patel, Madhukarrao e Gota Chinna si distinsero uomini chiave del Salwa Judum.
È difficile trovare altri esempi storici paragonabili per gravità alla devastazione e barbarie causate da Salwa Judum nella vita del popolo del Bastar. Più di mille persone uccise a sangue freddo; 640 villaggi incendiata e ridotti in cenere, migliaia di case saccheggiate, mangiando o razziando polli, capre, maiali, ecc; più di due milioni di persone costretto a spostarsi altrove; più di 50 mila persone trascinate nei campi di “soccorso” gestiti dallo Stato. Così il Salwa Judum è diventato una maledizione per il popolo. Centinaia di donne stuprate in gruppo. Molte uccise dopo lo stupro. Massacri in molti villaggi. Le atrocità perpetrate contro il popolo e il caos creato dai teppisti di Salwa Judum, forze di polizia e paramilitari, in particolare i battaglioni Naga e Mizo hanno oltrepassato ogni limite. Ci sono stati diversi casi di persone brutalmente tagliate a pezzi prima di essere scaricate nei fiumi. Cherli, Kotrapal, Mankeli, Karremarka, Mosla, Munder, Padeda, Paralnar, Pumbad, Gaganpalli: in molti villaggi ci sono state uccisioni in massa. Centinaia di giovani tribali furono reclutati e trasformati in criminali di professione. Lo stesso Mahendra Karma ha condotto gli attacchi contro diversi villaggi col pretesto di realizzare raduni e marce. Molte donne sono state violentate dai suoi sicari su ordine diretto di Mahendra Karma, che è stato anche direttamente coinvolto in molti episodi di incendi di villaggi, torture e uccisioni. Così, nella mente del popolo di Bastar, il nome di Mahendra Karma è impresso come quello di un disumano assassino, stupratore e servo fedele dei grandi capitalisti. In tutto il Bastar per molti anni il popolo ha chiesto al nostro partito e al PLGA che fosse punito. Molti di loro si sono fatti avanti spontaneamente per sostenerci attivamente in questo impresa. C'erano già stati un paio di tentativi, ma per errori piccoli o altro era riuscito a fuggire.
Con questa azione abbiamo vendicato oltre mille adivasi brutalmente assassinati per pano dei sicari di Salwa Judum e delle forze armate governative. Abbiamo vendicato centinaia di madri e sorelle che vittime delle più crudeli forme di violenza, umiliazione e stupro. Abbiamo vendicato migliaia di Bastarites che hanno perso le loro case, buoi, polli, capre, suppellettili, abbigliamento, sementi, raccolti,ogni cosa, e sono stati costretti a vivere una vita miserabile in condizioni disumane.
Subito dopo questo attacco, il primo ministro Manmohan Singh, la presidente UPA Sonia Gandhi, il primo ministro del Chhattisgarh Raman Singh, ecc lo hanno definito un attacco alla democrazia e ai valori democratici. C’è da chiedersi hanno che titolo morale hanno questi cani da compagnia delle classi sfruttatore, anche solo di nominare la democrazia! Recentemente, il 17 maggio, otto persone, tra cui tre bambini innocenti, sono stati uccisi dalla polizia e dalle forze paramilitari nel villaggio di Edsametta del distretto di Bijapur, perché nessuno di questi leader si è preso allora la briga di pensare alla “democrazia”? Tra il 20 e il 23 gennaio, quando i villaggi di Doddi Tumnar e Pidiya del distretto di Bijapur sono stati attaccati dalle loro forze che hanno incendiato 20 case e una casa scuola del popolo, lo hanno fatto per portarvi la vostra “democrazia”? Esattamente 11 mesi fa, la notte del 28 giugno 2012, nel villaggio Sarkinguda 17 adivasi sono stati assassinati e 13 donne violentate. Erano quegli esempi dei vostri “valori democratici”? La vostra “democrazia” è applicata solo dagli assassini di massa come Mahendra Karma e gli agenti della classe dominante come Nand Kumar Patel? L’ombrello della vostra “democrazia si estende ai poveri adivasi di Bastar, ai loro anziani, bambini donne? I massacri di adivasi sono parte della vostra “democrazia”? Qualcuno di quelli che stanno strillando contro questo attacco ha qualche risposta da dare a queste domande? Alla fine del 2007 Salwa Judum è stato sconfitto dalla resistenza delle masse. Poi, nel 2009, il governo UPA-2 guidato dal Congresso ha scatenato l’offensiva nazionale chiamata Operazione Green Hunt. Gli imperialisti USA stanno non fornendo solo guida, aiuti e supporto, ma mettono in campo in India le loro forze speciali che stanno anche partecipando attivamente a operazioni antisovversive. Uccidere la direzione maoista è il loro bersaglio. Il governo centrale ha finora inviato più di 50.000 uomini di forze paramilitari in Chhattisgarh nel corso della Green Hunt, è cioè una vera e propria guerra contro il popolo. Di pari passo, si sono moltiplicati massacri e distruzioni. Dal 2009 a oggi 400 adivasi sono stati uccisi dalle forze armate centrali e statali solo in Bastar. Dalla metà del 2011, le truppe dell'esercito hanno stabilito basi nella regione di Bastar col pretesto delle “scuole di addestramento”. L’ex ministro degli interni Chidambaram e quello attuale Shinde, il primo ministro Manmohan Singh, hanno dato tutto il loro sostegno al governo Chhattisgarh ed espresso piena soddisfazione per le prodezze del governo di Raman Singh per schiacciare il movimento rivoluzionario. Lo stesso Raman Singh ha manifestato in ogni occasione la sua gratitudine per l’aiuto del governo centrale. Dunque, in Chhattisgarh, non ci sono differenze tra BJP al governo e il Congresso all’opposizione per quanto riguarda le politiche di repressione del movimento rivoluzionario. Solo su pressione dell'opinione pubblica, e per calcolo elettorale, alcuni dei leader locali del Congresso, a volte hanno condannato episodi come i massacri di Sarkinguda e Edsametta. La loro opposizione è finta, che non è che opportunismo. Il Congresso che il Bjp sono uguali nell’applicare politiche a favore delle grandi aziende e oppressive verso il popolo. La frequente incursioni dei Greyhounds attraverso le frontiere tra Chhattisgarh e Andhra Pradesh, le uccisioni omicidi di massa perpetrati prima Kanchal (2008) e recentemente a Puwwarti (16 maggio 2013) sono parte integrante delle politiche oppressive adottate e attuate dal partito del Congresso . È per questo che abbiamo preso di mira principali leader del Congresso.
Oggi, il Primo Ministro del Chhattisgarh Raman Singh, il Ministro degli Interni Nankiram Kanwar, i ministri Ramvichar Netam, Kedar Kashyap, Vikram Usendi, il Governatore Shekhar Dutt, il ministro degli interni del Maharashtra RR Patil, ecc; Ram Niwas, Mukesh Gupta e altri alti funzionari della polizia, tutti determinati a schiacciare il movimento rivoluzionario di Dandakaranya, hanno perso la grande illusione di essere imbattibili. Mahendra Karma ha perso l'illusione che gli Z-plus, veicoli di sicurezza anti-proiettile l'avrebbero protetto sempre. Nella storia mondiale, anche Hitler e Mussolini avevano la stessa illusione che nessuno poteva batterli. Nella storia contemporanea del nostro Paese, anche fascisti come Indira Gandhi e Rajiv Gandhi sono state vittime di simili illusioni. Ma è il popolo che è invincibile. È il popolo che fa la storia. Alla fine, quel pugno di sfruttatori e i loro cani da compagnia saranno gettati nella pattumiera della storia.
Il Comitato Zonale speciale Dandakaranya del Partito Comunista dell'India (Maoista) invita i lavoratori, contadini, studenti, intellettuali, scrittori, artisti, gente comune e tutti i democratici a chiedere ai governi di fermare immediatamente Green Hunt, ritirare ogni tipo di forze paramilitari dal Dandakaranya; rinunciare alla manovra di schierare l'esercito col pretesto dell’addestramento, porre fine alle incursioni dell’aviazione, rilasciare immediatamente tutti gli attivisti rivoluzionari e gli adivasi innocenti che languono in varie carceri, cancellare leggi crudeli come UAPA, CSPSA, MACOCA, AFSPA, ecc, annullare il tutti quei protocolli di intesa sottoscritti con le grandi aziende allo scopo di saccheggiare le ricchezze naturali del paese.

(Gudsa Usendi)
Portavoce
Il Comitato Zonale speciale Dandakaranya
PCI (Maoista)


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