lunedì 6 maggio 2013

pc 6 maggio - LELLA COSTA: "E SE LE DONNE FACESSERO SCIOPERO?"

Nel firmare l'appello per la convocazione di stati generali contro la violenza, Lella Costa si rende conto che occorre molto più, la forza materiale della ribellione delle donne, arrivando a parlare della necessità di uno  sciopero delle donne, la necessità del protagonismo delle donne in prima persona, rispetto all'insopportabilità della condizione delle donne in questo paese, non delega alle donne istituzionali, non il chiuso di un convegno da cui le donne, le lavoratrici, precarie, disoccupate sono escluse a priori, non hanno voce, dove tutt'al più vengono proposti  provvedimenti che scalfiscono appena il problema che spesso sono il problema e non la soluzione!

A Milano, durante una prima presentazione dell'opuscolo s/catenate, una compagna, giustamente ha fortemente affermato: "sarebbe bello se le donne per una giornata fermassero il paese, si fermassero dalle cure di mariti, figli, al quartiere. E' proprio quello che ci vuole. Dare risonanza, un episodio che crea eco.."

Lella Costa:“E se le donne facessero sciopero?”

Lella Costa, una delle protagoniste di “Ferite a morte” in tutti questi mesi, è stata tra le prime ad aderire al nostro appello per la convocazione d’urgenza degli Stati Generali contra la violenza. Con una proposta in più che qui andiamo a leggere:
Da un po’ di tempo a questa parte mi frulla in testa un’idea: lo sciopero delle donne.
Le poche volte che ne ho parlato in pubblico mi han guardato con sorrisini  condiscendenti e sempre – sempre – qualcuno ha tirato in ballo Aristofane. Allora provo a spiegarmi meglio: immaginate cosa succederebbe nel nostro Paese se per un giorno intero tutte le donne – ma proprio tutte – smettessero di fare tutto quello che fanno abitualmente. Ma proprio tutto. In casa e fuori, in famiglia e sul posto di lavoro. Nei negozi, negli asili, negli aeroporti. Negli ospedali e nei ministeri, nei ristoranti e nelle scuole, nei tribunali, nelle redazioni, nei supermercati, nelle onlus. Dovunque.
Un paese paralizzato, altroche. Immaginate, immaginiamo: è facile, basta provarci, lo diceva anche John Lennon. Perché se le parole non bastano – neppure quelle indispensabili, quelle non negoziabili – allora bisogna trovare un’altra maniera per farci ascoltare.
Perché fare senza dire non serve, ma dire senza fare non basta. E noi non possiamo permetterci di perdere altro tempo, altre vite.
Non più. No more.”

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