mercoledì 29 maggio 2013

pc 29 maggio: Facchini coop Bologna: la rappresaglia padronale non deve passare. “Sarà lotta fuori e dentro i magazzini”

appello per la difesa del diritto di sciopero e contro i licenziamenti alla Granarolo

Invitiamo tutti e tutte alle prossime scadenze di lotta e di confronto:
*sabato 1° giugno corteo a Bologna ore 16,00 piazza del Nettuno* contro la repressione padronale in difesa dei lavoratori licenziati
*sabato 15 giugno* vogliamo costruire un'assemblea nazionale per confrontarsi e organizzare una difesa unitaria e collettiva da questo attacco.

*  Coordinamento di sostegno alle lotte dei lavoratori delle cooperative*


S.I. COBAS NOTIZIE
Sindacato Intercategoriale Cobas
Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano tel/fax 02/49661440


SABATO 1° GIUGNO H. 16.00BOLOGNA, PIAZZA DEL NETTUNO
MANIFESTAZIONE 
CONTRO I LICENZIAMENTI DEGLI OPERAI DELLA LOGISTICA A BOLOGNA VOLUTI DALLA GRANAROLO E DALLA LEGA COOP

CONTRO IL DECRETO DITTATORIALE  DELLA "COMMISSIONE DI GARANZIA SCIOPERO" CHE LIMITA IL DIRITTO DI SCIOPERO PER GLI OPERAI DELLA LOGISTICA CON UN SEMPLICE "PARERE" E CONSULTANDO UNICAMENTE PADRONI E POLIZIA

PER IL SOSTEGNO ALLA LOTTE DEGLI OPERAI DELLA LOGISTICA. PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO PROLETARIE.
PER I DIRITTI AI LAVORATORI.

PARTECIPA! ADERISCI! DIFFONDI!
UN LICENZIAMENTO OGGI DEGLI OPERAI DELLA LOGISTICA CREA CONDIZIONI PIU' FAVOREVOLI AL LICENZIAMENTO DI ALTRI LAVORATORI IN LOTTA DOMANI.
LA LIMITAZIONE OGGI DEL DIRITTO DI SCIOPERO NELLA LOGISTICA CREA CONDIZIONI PIU' FAVOREVOLI PER LIM ITARLO ANCHE NEGLI ALTRI SETTORI, ANCHE DOVE NON VIENE APPLICATA LA LEGGE 146


Facchini licenziati, protesta sotto Legacoop

Arrivate le prime di 41 lettere di espulsione ai lavoratori di Granarolo e Interporto. Sabato manifestazione in piazza Nettuno. “Senza lavoro non possiamo rinnovare il permesso di soggiorno, ci avevano offerto di rientrare con l'iscrizione ad altri sindacati”

di MARCO BETTAZZI

 Le prime di 40 lettere di licenziamento sono arrivate. E i facchini, tutti stranieri, che lavoravano dentro alla Granarolo e alla Cogefrin all’Interporto sono andati a protestare sotto la sede bolognese di Legacoop, dopo che le tre cooperative (Global logic, Planet log e Work project) hanno espulso i dipendenti per i blocchi e le proteste delle ultime settimane. "Siamo venuti sotto Legacoop perché il presidente di Legacoop Bologna, Gianpiero Calzolari, è anche presidente di Granarolo, c'è un legame diretto", spiega Eleonora, di Crash.
Appoggiati dai Cobas e dai ragazzi di Crash sono arrivati con le bandiere del sindacato e lo striscione contro Granarolo fin sotto la torre della lega. “La risposta non può che essere di lotta fuori e dentro il magazzino, ci saranno azioni improvvise ed incisive dei licenziati e di chi li sosterrà”, promettono i Cobas, che hanno organizzato una cassa di resistenza per sostenere economicamente i lavoratori e una manifestazione in piazza Nettuno sabato alle 15 cui parteciperanno anche dipendenti di altre città, per protestare contro questi “licenziamenti politici”, dicono i sindacati, e contro il parere della commissione nazionale di garanzia sugli scioperi, che ha equiparato le proteste all’interruzione di pubblico servizio.
“Così si limita il diritto di sciopero”, attaccano i Cobas. Dietro agli slogan battaglieri ci sono però le facce dei 41 lavoratori licenziati. “Abbiamo figli e famiglie, come facciamo ora? Noi abbiamo soltanto chiesto il rispetto dei nostri diritti”, dice uno, mentre un altro sottolinea “che molti di noi hanno il permesso di soggiorno, senza lavoro dobbiamo tornare a casa”. Mentre molti accusano: “Ci hanno offerto il reintegro solo se ci iscrivevamo agli altri sindacati, ma non abbiamo accettato”. Per il resto continuano a spiegare le loro ragioni. Le proteste sono cominciate quando le tre coop non hanno rispettato degli accordi presi col sindacato e hanno offerto soldi extra in cambio del mantenimento della trattenuta per “stato di crisi” del 35% in busta paga che è la causa iniziale dell’agitazione. Una trattenuta, però, approvata dalla maggioranza dei lavoratori in assemblea anche dopo le proteste, in riunioni cui gli iscritti Cobas non hanno partecipato. “Ti fanno firmare qualsiasi cosa, soprattutto se non capisci l’italiano”, ribatte il sindacato, che ha già depositato denunce all’Ispettorato del lavoro.
In effetti, fanno sapere dalle aziende, cinque dei 46 lavoratori che erano stati sospesi sono stati reintegrati perché hanno chiesto scusa per le proteste, hanno spiegato che si sono trovati in azioni che sono andate oltre la loro volontà e si sono fatti difendere dalla Cgil. Ma per gli altri 41 la decisione è presa. “A oggi i licenziamenti erano l’unica strada percorribile – spiega Gabriele Guerra, consulente del Consorzio Sgb cui sono iscritte –. Gli altri lavoratori (in tutto sono più di 200, ndr) erano preoccupati che le proteste mettessero a rischio anche il loro posto di lavoro”. Sulle motivazioni della contestazione, invece, sottolinea “che noi non abbiamo offerto nessuna somma ‘in nero’ ma premi di 100 euro al mese perché quelle persone lavoravano bene. La trattenuta per stato di crisi del 35%, che è stata approvata nelle assemblee, è uno strumento corretto previsto dalla legge. Altri ne abusano, noi no”.
(28 maggio 2013)



Nessun commento:

Posta un commento