venerdì 10 maggio 2013

pc 10 maggio - No alla task force Si alla lotta delle donne



Non si può continuare a far finta di niente, non si può continuare a non fare niente…

124 le donne uccise in Italia nel 2012, già 34 dall’inizio dell’anno, 6 in soli pochi giorni ai primi di maggio, un femminicidio continuo!
Molto spesso le vittime conoscono i loro carnefici, questi sono gli uomini che odiano le donne.
Per gelosia o per possesso, sempre  in disprezzo del nostro essere donna, chi ci uccide non tollera la nostra autodeterminazione, non ci considera degne di rispetto, libertà, autonomia, indipendenza. Diritti che ci siamo conquistati con le lotte e che non piovono dall’alto dei governi.
Diritti che però non sono per sempre e vengono negati, prima di fatto, poi di diritto, con l’arretramento delle lotte. E allora sempre più donne stuprate, sfigurate con l’acido, molestate, oppresse, uccise, violentate e umiliate come donne, in quanto donne e sempre più sentenze ultra morbide verso stupratori e assassini di donne.

Nessun governo, tantomeno questo, può “difendere le donne con la sua task force” come afferma Alfano, il delfino di Berlusconi, calpestatore della dignità delle donne,  stupratore di minorenni e incitatore alla prostituzione.
Nessun appello al governo, come pure quello di “ferite a morte”, per la convocazione degli Stati generali contro la violenza sulle donne, può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra delle donne.

Ci vuole una mobilitazione nazionale delle donne, una risposta doverosa, urgente e ineludibile. Una risposta autonoma del movimento delle donne, fuori e contro l'azione che il nuovo governo dice di voler fare.

Le donne non vogliono e non possono fidarsi e delegare al governo e allo Stato!
Uno Stato, che sempre più fa una giustizia pro-stupratori (vedi i recenti processi per gli stupri di “Marinella” a Montalto di Castro e di “Rosa” a L’Aquila, nonché la rimessa in libertà, dopo un anno, dell’assassino reo-confesso di Tiziana Olivieri, per scadenza dei termini di custodia cautelare, ecc.) e ha forze dell'ordine strutturalmente impregnate di maschilismo, fascismo e sessismo, non può difendere le donne! Un governo che continuerà ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne, non può difendere dai femminicidi e dagli stupri!
Siamo noi, parte offesa e ferita a morte da questa società, che dobbiamo riprenderci la vita, con rabbia e determinazione. Siamo noi donne, unite, che dobbiamo lottare per i nostri diritti e il nostro esistere, per difenderci dagli uomini che odiano le donne!

Chiediamo a tutte le donne, alle compagne, alle democratiche, alle associazioni contro la violenza sulle donne, di aderire a questo appello per cercare di invertire la rotta vertiginosa dei femminicidi, degli stupri e della loro impunità con una mobilitazione nazionale.

Proponiamo il 6 luglio a Roma, il sabato precedente l’11 luglio, quando le istituzioni (tribunale dei minori e servizi sociali) decideranno il “percorso riabilitativo” degli stupratori sociali del branco di Montalto di Castro, che hanno violentato il corpo di Marinella e ne hanno ucciso l’anima e la speranza, simbolizzando così la “sicurezza” che questo Stato riserva alle donne.

Luigia e Concetta
Per contatti: sommosprol@gmail.com

10.5.13

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