lunedì 27 maggio 2013

pc 27 maggio - Bologna: Ancora scontri in piazza Verdi volano bottiglie e manganellate

Ancora scontri in piazza Verdi volano bottiglie e manganellate Un centinaio di studenti del collettivo Cua sono scesi in strada per un'assemblea nella zona già scenario di tafferugli giovedì scorso. Cordoni delle forze dell'ordine si erano schierati per precauzione ma l'aria è diventata subito incandescente. Feriti alcuni agenti e un fotografo, collaboratore di Repubblica, che è stato portato al pronto soccorso Tensione in via Zamboni per l'assemblea pubblica convocata dal collettivo Cua. Un centinaio di studenti (del cua ma anche di altri collettivi) che stava avanzando verso piazza Verdi con l'intenzione di fare un'assemblea pubblica in piazza Verdi, all'altezza di via del Guasto, hanno trovato schierati polizia e carabinieri.  Guarda il video/Video 2 / Le foto degli scontri  Segui Repubblica Bologna è su Facebook e Twitter Di fronte all'avanzare del gruppo, le forze dell'ordine si sono sistemate in due gruppi ai due lati di via Zamboni, ma i ragazzi si sono fermati perché si rifiutano di avanzare passando in mezzo ai cordoni di polizia e carabinieri. "Noi in piazza Verdi scortati dalla polizia non ci andiamo, spostatevi", gridano i ragazzi al megafono. "Assemblea, assemblea", scandiscono, urlando cori del tipo "via via la polizia". Gli scontri di giovedì / Le foto / Il video Intanto, si sta formando una folla anche alle spalle delle forze dell'ordine. In piazza anche Valerio Monteventi: " non si può fare un'assemblea col megafono? ma dove siamo finiti?". Le casse questa volta, sostiene Monteventi, non ci sono. I ragazzi continuano a scandire cori, come: "il degrado siete voi". Il contatto e le successive manganellate sono scattate dopo oltre un'ora di fronteggiamento in cui gli studenti chiedevano di fare assemblea. La situazione, durante il tentativo delle forze dell'ordine di respingere il collettivo che voleva arrivare a piazza Verdi, è degenerata. Lo sbarramento di forze dell'ordine, formato da una parte dai carabinieri e dall'altra dalla polizia girata verso piazza Verdi, ad un certo punto è stato costretto ad arretrare, dopo vari tentativi di far retrocedere gli studenti a colpi di manganello, per la pressione degli attivisti e per il fatto che altre persone dalla parte di piazza verdi, inveivano contro la polizia. Carabinieri e poliziotti hanno dunque deciso per la ritirata: sono arretrati fino a largo Respighi, andando a rifugiarsi dentro i blindati parcheggiati sotto al portico del teatro comunale. La folla di studenti è avanzata dietro di loro e sono state lanciate bottiglie e altri oggetti contro i blindati. Anche prima, durante le azioni di respingimento, erano volate bottiglie, anche a caso, e molte persone presenti in via Zamboni e piazza Verdi hanno cominciato a correre spaventate. Ora c'è una schieramento di polizia e carabinieri in largo Respighi, all'altezza dei blindati e gli studenti manifestanti sono riuniti in piazza Verdi. Il fotografo della stampa locale, Mario Carlini, è rimasto ferito alla testa perchè raggiunto da una bottiglia di vetro. Il fotoreporter, con una vistosa ferita sanguinante sul capo, è stato portato al Pronto soccorso con l'ambulanza, ma era cosciente. Alla fine, dopo la 'ritirata' delle forze dell'ordine, in piazza Verdi è iniziata l'assemblea (con megafono e casse). In piazza ci saranno circa 200 persone. "Oggi abbiamo vinto noi", hanno detto i ragazzi del Cua al megafono poco dopo l'arretramento di polizia e carabinieri. Alcuni di loro sono partiti per un breve corteo in zona universitaria per 'festeggiare' la 'riconquista' di piazza Verdi. Il traffico nella prima parte di via Zamboni era andato completamente in tilt. Le ambulanze, due, che sono arrivate e si sono fermate in largo Respighi, hanno avuto qualche problema a passare. Tra le forze dell'ordine (i funzionari in piazza sono impassibili e non si lasciano scappare una parola) ci sono diversi feriti (ma non c'è ancora un numero), contusi o colpiti da bottiglie volanti. di seguito il comunicato di convocazione dell'assemblea di oggi Assemblea pubblica in piazza Verdi! Per una zona meticcia, tollerante, solidale!In primo piano Dopo i fatti di giovedì sera tra via Zamboni e piazza Verdi a Bologna, ovviamente fortissimo è stato il dibattito sia a livello cittadino che nazionale sulle ragioni degli accadimenti e su quali considerazioni se ne possono trarre. Forte è stato il tentativo (ma non è una novità) di criminalizzare l'operato degli studenti, rei di aver organizzato una pericolosissima assemblea amplificata in barba alle regole sul decoro che hanno spinto le autorità a intervenire in maniera "preventiva". Su cosa possa voler dire vietare in maniera preventiva un'assemblea è anche inutile esprimersi, dato che la frase parla da sè e fa tornare in mente periodi molto bui del nostro paese.. ..sorvolando, abbiamo assistito ad una forte opera di criminalizzazione anche riguardo lepratiche di piazza: studenti e studentesse avrebbero loro caricato con lanci di bottiglie le forze dell'ordine, che avrebbero solamente reagito e via cosi come in ogni velina già pronta prima che fatti di questo tipo accadano. Eppure video e foto dimostrano il contrario, con lanci di bottiglie che arrivano anche dalla parte delle "forze dell'ordine", e sicuramente dopo l'"intervento preventivo" delle stesse per rimuovere la sovversiva amplificazione.. Fin qui i fatti. Ma ciò che contano sono le conseguenze politiche. Solidarietà agli studenti delCUA  (promotori della contestatissima assemblea) e non solo è stata espressa da diverse realtà nazionali in una serie di prese di posizione che potete consultare su UnivAut, testi capaci di contestualizzare la questione nella fase generale di crisi della nostra università e all'interno di quelle condizioni di precarietà esistenziale sicuramente presenti nella resistenza di giovedi in zona universitaria.  Ma la cosa più importante in questi casi è come rilanciare. E a Bologna pare che il clima possa veramente continuare ad essere fertile per chi a partire dai fatti di giovedì vuole riprendere in mano la costruzione di una zona universitaria aperta, tollerante, meticcia, inclusiva, dove "le piazze di questa non possono essere luoghi militarizzati e lasciati allo spaccio e al consumo privato nei locali, così come non sono luoghi dove mettere musica a tutto volume fino alle 5 di notte per far manifestare comportamenti nichilistici." Domani alle 18 ci sarà in piazza Verdi un'assemblea per costruire questa zona universitaria differente. Di seguito il testo dell'indizione. Lunedì 27 Maggio ore 18: Assemblea pubblica in piazza Verdi!   La crisi avanza giorno dopo giorno, ed un elemento è sempre più evidente: le istituzioni, tutte, non sono in grado di garantire una vita dignitosa e socialmente ricca per tutti e tutte. Dentro i palazzi non c'è nessuna idea, nessuna visione di un futuro possibile. L'unica ricetta che viene proposta, sia a livello globale che locale, è quella dell'austerità: tagli alla sanità; tagli alla scuola, l'università e la cultura; licenziamenti, disoccupazione, precarietà, povertà; riduzione delle libertà. Un piano di sacrifici per tutta la società in cui pochissimi continuano ad accumulare ricchezza e potere, sulle spalle di tutti e tutte. Un futuro cupo. In questo contesto crediamo che, pur nella sua specificità, ciò che sta succedendo a Bologna e nello specifico in università e in piazza Verdi, possa essere visto come paradigmatico. Su un piano simbolico ma anche maledettamente concreto. In un contesto urbano attraversato dalle mille contraddizioni della crisi, ma al contempo potenzialmente ricco di vita, l'idea che i poteri bolognesi riescono a proporre è una sola: il deserto sociale, la svalutazione e dismissione del sapere, la gentrificazione, le complessità ed anche i sani conflitti del sociale gestiti solo con la polizia e i manganelli. Ci sembra importante, in estrema sintesi, ricapitolare ciò che è successo giovedì: un'assemblea pubblica su via Zamboni di studenti e precari dell'università assieme alle lavoratrici della Sodexo di Pisa che, licenziate per i tagli alla sanità, stanno portando avanti una lotta di dignità, è stata brutalmente attaccata dalle forze dell'ordine. E' veramente così intollerabile in questa città che nelle strade si possa discutere dal basso di come resistere e come uscire collettivamente dalla crisi? Sembra di sì.. Di fronte ad un attacco grave e intollerante tanti student* hanno deciso di resistere con tenacia, coraggio e determinazione, e per noi questo è un legittimo diritto. Nonostante le pesanti cariche della celere che, come testimoniano i filmati, ha lanciato bottiglie di vetro contro gli studenti, mandato uno studente all'ospedale e feriti molti altri, la piazza è riuscita a difendersi ed alla fine a conquistare comunque la possibilità di fare finalmente l'assemblea in strada. Perché di una cosa siamo convinti: i diritti, gli spazi di autonomia sociale e di libertà, oggi più che mai, vanno difesi, anche con le unghie e con i denti. Crediamo che, nella crisi globale e permanente, sia giusto e necessario partire dal basso per immaginare e costruire un presente differente da quello che vogliono le caste e le cricche dall'alto. Per questo invitiamo a partecipare lunedì alle 18 ad un'assemblea pubblica in piazza Verdi che possa essere un momento di confronto libero e aperto su cosa vuol dire e come può essere vivere oggi l'università e la zona universitaria in modo differente. E su questo vogliamo essere chiari: per noi le piazze della città non possono essere luoghi militarizzati e lasciati allo spaccio e al consumo privato nei locali, così come non sono luoghi dove mettere musica a tutto volume fino alle 5 di notte per far manifestare comportamenti nichilistici. Per noi le piazza non sono fatte per strumentalizzazioni e giochetti elettoralistici, da qualsiasi parte essi provengano, ma terreni che devono essere costruiti e vissuti da chi quotidianamente li vive e li attraversa. Rifiutiamo la narrazione di uno scontro fra la rappresentazione e l'identificazione dei "residenti" con i comitati della destra e del leghismo cittadino, così come rifiutiamo la rappresentazione del giovane, dello studente, del precario, come portatore di caos. Crediamo sia necessario rompere questa logica, immaginando e costruendo le piazze, gli spazi urbani tutti, le università, come luoghi della tolleranza, dell'ascolto e della contaminazione fra differenze, della solidarietà sociale. Lunedì 27, ore 18: tutt* in piazza! Collettivo Universitario Autonomo Bologna

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