venerdì 26 aprile 2013

pc 26 aprile - Letta su diktat di Napolitano e al servizio di Berlusconi-Pd- ecc.

Il nipote del braccio destro di Berlusconi, dell'ultima generazione di democristiani e vice presidente del PD, è stato incaricato da Napolitano di realizzare “obbligatoriamente” un governo di unità nazionale di larghe intese che il Presidente ha imposto come ricatto alla sua rielezione, sotto minaccia dello scioglimento delle Camere.
Ma Napolitano ha agito anche in questo caso come “Re travicello” e longa manus di Berlusconi e della maggior parte della borghesia italiana, banche, confindustria, Europa dei padroni.
Un governo che nasce, quindi, antidemocratico per costituzione, che umilia perfino lo straccio di democrazia parlamentare che è rimasto.

Non vale molto la pena spendere parole su Letta che è certamente uno di quei “ragazzi che si sono fatti da soli”, in realtà scegliendo sempre i salotti buoni della politica e del capitale, quasi sempre in qualità di 'portaborse', e tale resta anche ora che è incaricato di fare il governo.
Un governo da “Arlecchino servitor di due padroni”, la cui composizione non c'è dubbio che farà rimpiangere perfino il governo Monti e il suo stuolo di “professori. Anzi il “rischio” è che sia un mix dei Brunetta, Gelmini, Schifani e dei professori, di una classe dominante i cui politici sono alla frutta.

Questo governo avrà un'opposizione parlamentare, a parole, in internet e nel teatrino della politica, sì, ma nessuno ci speri più di tanto. Da Renzi a Vendola, fino alla sciagurata pattuglia dei grillini non mancheranno di farsi sentire, ma hanno già detto che sono pronti a votare ogni qualvolta ci saranno “provvedimenti buoni”.
Si tratta comunque di un governo destinato a non durare, con un sostegno di partiti o già in campagna elettorale, come Berlusconi e PdL, o pronti a prepararsi dopo il regolamento dei conti interno, come il Pd (probabilmente di Renzi).
Dire che non durerà non vuol dire sottovalutarne il danno e la pericolosità, sul fronte dell'attacco ai salari e all'occupazione, alle condizioni di vita e di lavoro, alla scuola e alla sanità, dell'attacco ai movimenti di lotta e ai diritti e alle libertà democratiche. Un governo che vuole accontentare tutte le frange della borghesia che lo sostengono, dagli industriali ai bottegai della Lega, ecc, dai finanzieri ai “risparmiatori”, ai danni naturalmente e sulla pelle di proletari e masse popolari.
Non è ancora chiaro se sarà un governo debole a parole ma forte nei fatti, o viceversa.
Questo gioco può essere scoperto solo dalla lotta e in particolare dalla resistenza e offensiva operaia e popolare. Quest'ultima è solo problema nostro. E non è questione di alta politica e di chiacchiere da convegni – risparmiateci per favore Siryze italiane, Albe euro mediterranee e Movimenti anticapitalisti che non movimentano nulla - ma di lavoro e organizzazione che comunisti e avanguardie proletarie hanno necessità e dovere di mettere in campo con tenacia e determinazione.


Proletari comunisti -Pcm Italia
26 aprile 2013

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