mercoledì 24 aprile 2013

pc 24aprile - i proprietari dei laboratori avevano ignorato un'allerta: in Bangladesh crolla palazzo di fabbriche: almeno 80 morti

nonostante l'allerta e evidenti segni di cedimenti strutturali i proprietari dei laboratori avevano ignorato il divieto di accesso nella struttura Bangladesh, crolla palazzo: oltre 80 morti. Testimone: "Sembrava un terremoto" All'interno del Rana Plaza c'erano un mercato, fabbriche tessili e la succursale di una banca. I feriti sono almeno 700. Gran parte delle esportazioni del settore abbigliamento (l'80% di tutto l'export) è destinata ai mercati dell'Occidente e gli incidenti legati alla poca sicurezza sono sempre più numerosi DACCA - Almeno 87 persone hanno perso la vita e 700 sono rimaste ferite nel crollo di un edificio nel villaggio di Savar, a 24 chilometri da Dacca, la capitale del Bangladesh. Lo ha riferito Hiralal Roy, medico dell'ospedale Enam. Il bilancio delle vittime sembra destinato ad aggravarsi: sotto le macerie potrebbe esserci ancora qualcuno. All'interno del Rana Plaza, c'erano un mercato, varie fabbriche tessili e la filiale di una banca. Il palazzo è crollato di colpo, di giorno, in un momento in cui all'interno c'erano centinaia di persone. Degli otto piani è rimasto intatto solo quello più basso. L'edificio è collassato "per un difetto strutturale", ha detto il ministro degli Interni Muhiuddin Khan Alamgir, che ha annunciato l'apertura di un'inchiesta.  Dopo il crollo, nel sobborgo di Dacca sono accorse ambulanze, vigili del fuoco, esercito e migliaia di persone in cerca dei propri familiari. Il ministro della Salute, A.F.M. Ruhal Haque, ha reso noto che 600 persone sono state salvate. "Abbiamo inviato due soccorritori all'interno dell'edificio e abbiamo estratto almeno 20 sopravvissuti. Ci hanno anche detto che tra 100 e 150 altri sono feriti, mentre una cinquantina di persone è morta sotto i detriti", ha dichiarato Mohammad Humayun, supervisore di una delle aziende che avevano sede nell'edificio.  Secondo il capo della polizia locale, Mohammad Asaduzzaman, i proprietari dei laboratori avevano ignorato un'allerta che ieri intimava loro di non consentire l'accesso degli operai perché era stato avvertito un cedimento nella struttura ed erano state notate larghe crepe sulla facciata dell'edificio. "Sembrava un terremoto", ha raccontato un testimone, lavoratore di una delle fabbriche di abbigliamento che si trovano all'interno. "Ero al lavoro al terzo piano, poi improvvisamente ho sentito un boato assordante, ma non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Sono stato colpito alla testa", ha aggiunto.  Non è prima tragedia di questo tipo a Dacca. Cinque mesi fa un incendio in una fabbrica (FOTO) aveva provocato 112 vittime, quasi tutte ragazze. Cinquecento lavoratori sono morti in cinque anni per incidenti negli impianti industriali del Bangladesh. Gran parte delle esportazioni del settore abbigliamento (che rappresenta l'80 per cento di tutto l'export) è destinata ai mercati dell'Occidente e gli incidenti legati alla poca sicurezza sono sempre più numerosi.  A febbraio invece un violento incendio aveva distrutto un centinaio di baracche di una bidonville alla periferia di Dacca. I vigili del fuoco avevano ingaggiato una dura lotta con le fiamme, che erano state riportate sotto controllo soltanto dopo alcune ore (VIDEO).  Un anno fa ci sono state drammatiche proteste contro i salari bassi e le condizioni di lavoro in oltre 300 delle 4.500 fabbriche di capi di vestiario del Paese. Gli scioperi finirono dopo la minaccia dei rappresentanti di 19 marche del mercato mondiale tra cui Wal-Mart, H&M, Gap, Carrefour e Marks & Spencer, di spostare le produzioni altrove. "I continui disordini – scrissero in una nota al governo - ostacolano la produzione e questo causa ritardi nella consegna degli ordini".

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