mercoledì 13 marzo 2013

pc 12-13 marzo - per una analisi comunista del voto - seconda parte parte

I primi passi della lista Grillo dimostrano in maniera quasi spudorata che quello che diciamo è giusto e vero. Lui ha accentuato i suoi caratteri autoritari con le tradizionali affermazioni dei demagoghi, 'che tutti sono contro di lui', la stampa in primis che viene attaccata ed esclusa, quando non è affatto vero, la stampa sta diventando il principale alleato di Grillo, come lo è stata la televisione durante la campagna elettorale, amplificandone il messaggio, gonfiandone il carisma e presentandolo come il contraltare di tutto il sistema politico. Parla solo alla stampa estera dove si arrota come un pavone vanesio, con segnali e minacce al sistema, ripetendo il copione tradizionale dei demagoghi dell'estrema destra.
Intanto procede nella marcia verso il parlamento, costruendo i cosiddetti “deputati” come soldatini di piombo. Ma il vero humus di alcuni di essi non può che venir fuori, appena parlano sputano il cuore nero. Così vediamo la capogruppo un giorno dire che il fascismo ha avuto alti valori, un altro giorno che l'art. 18 è un'aberrazione.
Dei “signori-nessuno” sono pronti a giocare il ruolo di gregari investiti del potere.
Lo stile di Grillo verso le proposte dei partiti è il solito degli avventurieri e dei ricattatori politici, fatto di affermazioni subito dopo smentite, di un abbaiare su questioni secondarie che lasciano sul campo solo la verità del “dateci il governo”, “andiamo a votare per prendere il 100%” e così via.
Non mancano anche sulla stampa, nei blog, in intellettuali di sinistra pezzi di denuncia e di analisi felice della natura del fenomeno 'Grillo'. Ma si tratta spesso di analisi contraddette dalle conseguenze che se ne traggono; tutte volte a “comprendere il fenomeno”. Anche in questo senso nulla di nuovo, si usarono queste categorie nell'esaminare altri fenomeni, Bossi al nord ad esempio. Manca il senso di responsabilità verso proletari, masse, nel contrastare da subito questo fenomeno, ora che si presenta pericoloso sulla scena politica.
Certo, può sembrare grottesco paragonare Grillo ad una minaccia fascista, ma si trascura il carattere moderno dell'habitat del fascismo, che è una sorta comunque di fascismo dall'alto che fa leva sul potere per organizzare la base di consenso in termini omologati e di regime.

Noi riteniamo che queste elezioni abbiano largamente confermato le nostre previsioni circa l'esito del voto a PD, Monti, Berlusconi, in cui segnalavamo esplicitamente che la borghesia si è messa in un vicolo cieco, in una instabilità maggiore di prima che rende più complesso e difficile realizzare i suoi obiettivi imposti dallo stadio della crisi e dai rapporti diseguali di forza esistenti tra i paesi imperialisti e in Europa in particolare.
Il nostro problema, e chiaramente non solo nostro, è quello di come si muovono i proletari e le masse in questa situazione; quale è il loro orientamento e possibilità di lotta, come costruire un'opposizione politica proletaria credibile e come far avanzare, nel brodo di coltura di questa opposizione, l'organizzazione e il programma del rovesciamento rivoluzionario.
I comunisti hanno bisogno dell'opposizione proletaria, politica e sociale come l'aria che respirano, come i pesci dell'acqua.
Questo movimento di opposizione era già in difficoltà, con i sindacati della pace sociale e con un sindacalismo di base, importante ma non ancora coerentemente classista, tuttora non in grado di mobilitare la classe operaia e i lavoratori in genere in dimensioni consistenti, con movimenti di opposizione, in alcuni casi molto importanti, quali il movimento studentesco ma tuttora agente attraverso fiammate non consolidate, con i movimenti territoriali spesso grossi e combattivi, come il movimento NO Tav: Ma con riferimento a questi ultimi, di tutto avevano bisogno meno che del civettamento con Grillo e dell'antipolitica nella versione demagogica reazionaria di Grillo. con i conseguenti gli sbandamenti, confusione e perdita di radici classiste
I comunisti, i proletari avanzati, i militanti antagonisti devono aprire il “fuoco” su questo aspetto. Per chi ha a cuore le condizioni di vita dei proletari e delle masse popolari devastate dalla mancanza di lavoro, dalla precarietà, mancanza di soldi per il taglieggiamento quotidiano dei salari, da carovita e tasse, da attacchi sempre più pesanti alla sicurezza, alla salute sui posti di lavoro, sui territori, dalla cancellazione dei diritti sui posti di lavoro e dal moderno schiavismo, dal dramma della sanità e della cancellazione di servizi sociali, a fronte della ricchezza e ruberie della classe dominante e del suo personale politico istituzionale, a fronte di politiche governative impegnate nella salvezza dei responsabili della crisi e nella “punizione” delle vittime di essi, a fronte della necessità di far corrispondere a queste condizioni oggettive, una soggettività organizzata capace di costruire la difesa e l'attacco, deve emergere forte la necessità di sottrarre questa soggettività alla demagogia reazionaria, alla confusione e allo snaturamento della protesta e della lotta che oscura i caratteri di classe del conflitto sociale e politico.
E' dunque evidente la necessità di combattere la penetrazione nelle file del movimento proletario e popolare del grillismo.
Su questo è spesso anche una questione di sfumature, dato che operai e proletari dicono. “Sì, ma dice cose giuste... a noi nessuno ci pensa”|. Si tratta di un nemico insidioso che domanda tutta la chiarezza, l'abnegazione dei comunisti, dei proletari avanzati per indicare che si tratta di risposte sbagliate a una domanda giusta e per dare concretezza alle risposte giuste necessarie.
In questa battaglia di sfumature, pesantemente dannosi risultano quei gruppi pseudo comunisti, pseudo sindacali che fanno da spalla al grillismo, nello stupido tentativo di guadagnarci qualcosa quando ne sono semplicemente delle 'mosche cocchiere'; così bisogna guardarsi da quei discorsi di intelligenza tattica che appaiono anche in circoli avvertiti di organizzazioni o di intellettuali che pensano ad uno sdoppiamento tra un'anima buona e un'anima cattiva del M5S.
Oggi non ci servono queste posizioni e questi discorsi. né ci serve la posizione assunta da alcuni esponenti influenti del NO Tav che pensano così di avere una sponda nelle istituzioni per la loro battaglia, con una “saggezza” che in questo caso diviene stoltezza e strumentalismo.
Né è un problema di “comunque di riprendere le lotte” - cosa necessaria e oggettiva. Il diffondersi del grillismo anche nelle fila di chi lotta svuota di significato la lotta e l'organizzazione per la lotta, intorbida le piattaforme di lotta con frasi e obiettivi che già facevano parte della vulgata del movimento, ma che con l'apparire del grillismo vengono da esso incorporate in punti programmatici e piattaforme di “alti ideali” che si traducono in misero riformismo.
La lotta contro il grillismo nelle fila del movimento è anche positiva perchè può permettere di unire le forze di classe, cioè chiamare le forze classiste a mettere da parte il secondario per unirsi sul principale.
La lotta al grillismo va sfruttata anche come opportunità per rilanciare l'unità dei comunisti, perchè quella soggettività organizzata e agente in grado di essere la vera alternativa si chiama costruzione/ricostruzione del partito comunista, come reparto d'avanguardia organizzato della classe operaia e nucleo dirigente della lotta delle masse popolari.
Ma, chiaramente, questa costruzione domanda anche ai proletari avanzati, ai classisti, ai comunisti una pulizia interna da idee e metodi di lavoro che possono essere di ostacolo al profilo programmatico,strategico,politico e di organizzazione del partito comunista che ci serve oggi

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