lunedì 4 marzo 2013

pc 4-5 marzo - da una lettera di Davide Rosci, dal carcere di Teramo

Carissim* compagn*
[...] sono Davide Rosci detenuto nel carcere di Teramo nella cella n. 8 alla 4° SUD.
Dal 18 febbraio sono detenuto a seguito degli scontri del 15 ottobre e dirvi che su me e gli altri compagni arrestati si sia scagliata la mano fascista e borghese dello stato è poco.
Con la repressione stanno provando in tutti i modi di soffocare ogni dissenso e se pensano di poterci azzittire sbagliano di grosso.
Fuori dal carcere ho ricevuto molta solidarietà e spero vivamente che il progetto del 9.1.02[?] di creare un movimento contro la repressione e il fascismo diventi realtà.
Siamo stati troppi anni in silenzio ed è arrivata l'ora di reagire unitariamente e proprio noi detenuti abbiamo capito, attraverso la nostra testimonianza, di smuovere quante più coscienze possibili.
La crisi in atto deve diventare rivoluzione e il lavoro di noi compagni è quello di chiedere a tutti di reagire e chiedere che la pratica di farsi scivolare tutto addossa finisca.
Abbiamo la possibilità di cambiare la situazione di silenzio che da troppi anni c'è in Italia attraverso le varie lotte che svolgiamo nei territori, non sciupiamola.
Giustizia sociale e sviluppo del benessere per tutti è il nostro compito dal quale non possiamo tirarci indietro e anche se oggi siamo sconfitti, di certo non siamo morti!!
Dal carcere di Teramo vedo voglia di fare e di mettersi in discussione.
Scusare e ho fatto questa premessa ma voglio con la mia testimonianza dire a quante più persone possibile che non bisogna arrendersi perché credo, sono convinto, che potremo insieme rompere queste catene.
Tornando a noi, sono a dirvi che la realtà carceraria a Teramo non è delle migliori, anzi, siamo 500 detenuti per un carcere da 400; le celle, che sono per una persona, sono occupate da due detenuti e qui capisci che la funzione riabilitativa è veramente una chimera. La maggir parte dei detenuti è in attesa di giudizio e solo il mio braccio ha le celle chiuse tutto il giorno.
Ho scritto al direttore esternando le mie impressioni cercando di attirare la sua attenzione sul dover dare l'opportunità di impiegare questo tempo per acquisire qualche competenza, magari con dei corsi, ma dubito che avrò risposte...
Non chiedo trattamenti di favore o altro, non è nel mio stile, ma vorrei che un detenuto una volta uscito da qui trovi delle porte aperte nel mondo del lavoro perché qui trovi subito un impiego nel ramo della malavita.
Nella mia cella di 8mq, priva di ogni cosa civile ho trovato nel mio compagno di cella Khamel (tunisino) tanta umanità, la stessa che manca ai giudici che spregianti della vita delle persone condannano noi e i mostri cari.
C,è bisogno di mobilitazione per cambiare questo sistema che vede nel mio braccio un 72enne cardiopatico in carcere, persone che hanno un lavoro e famiglia in carcere per 4 grammi di fumo e così via.
Dobbiamo solo volerlo.
Potete imprigiona il mio corpo, mai la mia mente.
Davide [falce martello stella]

[ndr: all'interno della busta c'è scritto: "FUORI I COMPAGNI DALLE GALERE [falce martello stella]"]

Teramo 27 febbraio 2013 [data timbro. ndr]
Davide Rosci carcere di Teramo

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