sabato 9 febbraio 2013

pc 9 febbraio - teramo manifestazione - il volantino diffuso da 'proletari comunisti- PCm Italia'


















Contro la repressione
ora e sempre resistenza !

C’è una stessa logica che guida le pesantissime condanne per gli scontri del 15 ottobre, quelle contro i militanti NO-TAV, le centinaia di procedimenti contro protagonisti di movimenti di lotta sociale, la criminalizzazione dell’antifascismo e delle organizzazioni rivoluzionarie, anarchiche e comuniste, fino ai licenziamenti politici e discriminazioni sui posti di lavoro, al fascismo padronale alla Marchionne.
È la stessa logica che manda assolti e promuove i vertici della polizia responsabili delle torture durante il g8 di Genova mentre infligge secoli di carcere ai manifestanti arrestati, che sacralizza le forze dell’ordine e marchia di “terrorismo” ogni atto di resistenza e disobbedienza contro i divieti di manifestare.
La logica che garantisce impunità per la quotidiana violenza poliziesca contro immigrati, fermati, cittadini inermi, per gli abusi e assassinii nelle carceri, i pestaggi e le torture nelle celle e nelle questure. La logica sancita delle leggi razziste e liberticide sull’immigrazione e il pacchetto sicurezza.
È la logica della rappresaglia, che fa di ogni compagno perseguitato o arrestato, di ogni giovane ribelle, di ogni operaio che alza la testa un ostaggio, un bersaglio da colpire come monito per tutti.
La logica dello stato di polizia, che riduce ogni conflitto sociale e movimento di opposizione a problema di ordine pubblico, da prevenire e fermare in quanto potenzialmente criminoso.
La logica del fascismo padronale che trasforma le fabbriche in prigioni dove c’è spazio solo per obbedienza e collaborazione di classe e ogni dissenso è non solo represso ma fisicamente espulso.

Per combatterla occorre unirci secondo un’altra logica.
La logica che se colpiscono uno colpiscono tutti: siamo tutti colpevoli, tutti ribelli, siamo tutti no Tav, tutti clandestini, tutti devastatori.
Contro un sistema che tutela assassini e torturatori in divisa, che nega un futuro a noi tutti, che difende chi devasta vite e territori in nome del profitto, nessuno spazio alla retorica della non violenza e rispetto della legalità: ribellarsi è giusto! Siamo dalla parte di chi si ribella e non dimentichiamo chi a Roma il 15 ottobre, come sempre e ovunque da allora in poi, si è schierato e si schiera contro i ribelli, insieme ai persecutori, in nome del “movimento”.
La repressione non ci fermerà ma anzi alimenterà sempre più la ribellione, se faremo di questa logica la bandiera di tutti, se trasformiamo la solidarietà in forza organizzata e materiale a difesa di tutti e all’attacco nella lotta per i diritti democratici negati e una vita diversa.
Questa unità va costruita tra i proletari in lotta, i territori che resistono, il movimento degli studenti, la massa di precari e disoccupati che si organizzano.
Per essere ribelli coscienti, organizzati, non per riproporre strade vecchie

Solidarietà con i compagni arrestati e condannati!
Fermiamo la persecuzione dei comunisti, dei rivoluzionari, degli antifascisti!
Basta con la brutalità, gli omicidi e l’impunità nelle carceri e questure!
Difendiamo le condizioni di vita dei prigionieri politici comunisti, rivoluzionari e anarchici!
Contro le montature giudiziarie e contro le lotte, le organizzazioni proletarie, i movimenti
Contro ogni forma di tortura, nelle carceri e fuori.
Contro i licenziamenti politici e le discriminazioni politiche e sindacali sui posti di lavoro
terrorista è lo stato che reprime, non chi lo combatte
,siamo tutti RIBELLI!

proletari comunisti - pc.rored@gmail.comleggi il blog: proletaricomunisti.blogspot.com fot. In proprio 8.2.13


campagne allarmistiche della borghesia     dal quotidiano IL CENTRO

Antifascisti da tutta Italia è il giorno del mega corteo

Sfilano in mille dalla stazione al centro, divieti ovunque e mercato annullato 
Gli organizzatori assicurano: sarà un evento pacifico. Il sindaco: me lo auguro-
TERAMO. E' il giorno del grande corteo organizzato da "Azione antifascista". Per il primo pomeriggio di oggi è atteso l'arrivo da tutt'Italia di circa mille partecipanti all'iniziativa di solidarietà nei confronti dei cinque giovani condannati a sei anni per devastazione a seguito degli incidenti accaduti durante una manifestazione di protesta a Roma. Gli organizzatori hanno più volte ripetuto che si tratterà di un corteo pacifico ma fin dalle prime ore di questa mattina in città sono scattate eccezionali misure di sicurezza, con circa 400 uomini delle forze dell’ordine schierati. Il mercato del sabato, che si sarebbe tenuto in mattinata, è stato annullato. La differenza di orario rispetto al corteo che partirà alle 15 non è stata considerata dalle autorità garanzia sufficiente ad evitare pericoli per l'ordine pubblico. L'arrivo dei manifestanti sarà concentrato nella zona della stazione e alla Gammarana, nell'area ex Villeroy dov'è stato allestito il parcheggio per i pullman. Dalle 10 alle 20 scatterà il divieto di sosta lungo il percorso del corteo (vedi mappa), che da piazza Moro attraverso ponte San Ferdinando raggiungerà circonvallazione Ragusa e, attraverso via Oberdan, piazza Martiri, per poi scendere lungo i corsi verso Madonna delle Grazie. Durante il passaggio del corteo lungo queste strade sarà anche temporaneamente sospesa la circolazione delle auto e il transito dei bus. I varchi elettronici di via Oberdan e corso Cerulli resteranno aperti dalle 14, mentre dalle 12 i bar che si trovano lungo il percorso dovranno ritirare ombrelloni, tavoli e sedie che si trovano all'aperto.
«Tutte le misure sono state concordate dal comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica», sottolinea il sindaco Maurizio Brucchi, «mi auguro che la manifestazione si svolga come previsto, in tranquillità».
All'iniziativa aderisce Rifondazione comunista. «Esprimiamo così la nostra vicinanza al compagno Davide Rosci», afferma il partito, «la condanna inflittagli per devastazione, applicando l’articolo 419 del codice Rocco, riporta indietro il nostro Paese al periodo del ventennio fascista che utilizzava anche questa norma per impedire ai dissidenti del regime di manifestare la loro contrarietà».(g.d.m.)

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