martedì 19 febbraio 2013

pc 19 febbraio - Difendiamoci dai difensori !

 

Questa la parola d'ordine per la convocazione dell'importante e significativa iniziativa contro la repressione sessista a Bologna, promossa dalle compagne del Fronte di liberazione femminista e lesbico, a seguito del fermo di tre compagne oggetto, poi, di insulti sessisti, umiliazioni in caserma.

Al concentramento numerose donne e femministe, compagni a portare solidarietà, lungamente si è denunciata l'odiosa violenza maschilista subita dalle compagne in questura, la necessità di non farla passare sotto silenzio, il dilagare di violenze contro le donne sino alle uccisioni che avvengono in questo paese, di come, in particolare le migranti, ma diverse donne hanno subito nei Cie, questure, galere, stupri, ricatti, vessazioni che mostrano come in questi ambienti le concezioni maschiliste, fasciste siano ben radicate, come ben mostra anche un altro caso emblematico, lo stupro di “Rosa” a L'Aquila, le violenze sulle donne considerate normali e come, spesso, invece di reprimere i responsabili ad essere criminalizzate siano le donne, per questo bisogna continuare a lottare, a non tacere. Poi si è proseguito in corteo e davanti la questura sono stati denunciati lungamente e diffusamente le violenze sulle donne pepetrate dai “difensori”

Infine, si è proseguito in un presidio itinerante che si è snodato per via del Pratello fermandosi davanti al carcere minorile e diversi punti di ritrovo della via.

A lungo sono stati, insieme alla denuncia e comunicazione, scanditi slogan: la signora Fletcher ce l'ha insegnato lo sbirro è scemo e va umiliato! - guai, guai, guai a chi ci tocca, ci difenderemo con la lotta- contro lo stupro la guerra e la galera ogni donna diventa una guerriera-lo stupratore non è un malato ma il figlio sano del patriarcato-contro la vostra oppressione scateniamo la nostra ribellione-sessismo, fascismo, razzismo è questa la storia del capitalismo-le donne di oggi hanno memoria fuori il fascismo dalla storia-, la lotta delle donne non si reprime/andremo avanti sino alla fine- Dall' India all' Italia al mondo intero la lotta delle donne avanza sempre più, con base Addio Lugano bella: Francesco Tuccia squallido militare evviva Rosa e noi te la facciam pagare è questa la vendetta che le donne san fare!... infine ci si è mossi in corteo che a lungo si è fermato davanti la questura di via Pratello con la forte denuncia e ricordata la lunga sequela di violenze che ha visto poliziotti, "difensori", protagonisti, non certo singole mele marce!!

Non poteva certo mancare la provocazione sessista al corteo: evidentemente la ribellione delle donne a ogni forma di violenza scatena la “reazione”.

Come compagne dell' Mfpr abbiamo portato la solidarietà e il sostegno delle compagne da Taranto a L'Aquila, da Palermo a Milano e la proposta di costruire insieme per l'8 marzo un ponte contro gli stupri in India e al fianco delle compagne indiane in prima fila contro il regime indiano e l'imperialismo, lo striscione che abbiamo portato recita:”Dall'India all' Italia contro repressione sessista--moderno medioevo scateniamo la ribellione delle donne “.

Nel dopo manifestazione, anche confrontandoci con alcune compagne,si è valutato come si sia trattato di una importante manifestazione, per niente scontata, che mette a nudo come, per le donne, ogni aspetto della vita, compresa la repressione, comporti una doppia oppressione. Non scontata nella partecipazione, anche di compagni solidali di cui si è apprezzata la disciplina nel rispettare delle compagne nell'autodeterminare la manifestazione e le decisioni sulla stessa, e determinazione. Non scontata perchè non sempre si riconosce la doppia oppressione che le donne subiscono. Non scontata perchè si è fortemente intrecciata con episodi di sessismo che si sono verificati nelle settimane precedenti. E, questo, naturalmente ci riporta alla necessità di una lotta implacabile contro le violenze sulle donne, perchè l'humus maschilista permea tutti gli ambiti, se non lo si combatte quotidianamente.

Comunque è emerso in modo prepotente il bisogno di organizzarsi delle donne e di una lotta più complessiva

report a cura della compagna del movimento femminista proletario rivoluzionario che ha partecipato

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