martedì 29 gennaio 2013

pc 29 gennaio - L'uomo del Monte (dei Paschi) ha detto sì... alla corruzione, al malaffare...


L'uomo del Monte (dei Paschi) ha detto sì... alla corruzione, al malaffare, all'inganno premeditato per lungo tempo; anzi, è meglio dire gli uomini, dato che a contribuire all'ennesimo scandalo, sono stati in tanti in Italia e all'estero.

Tutta questa faccenda del Monte dei Paschi di Siena potremmo chiuderla con la battuta del grande borghese Scalfari, padrone del quotidiano La Repubblica, oramai deluso sostenitore di Monti, che nell'edizione di domenica scorsa dice che il problema in fondo è semplice: “... un gruppo di mascalzoni si impadronì della fondazione e della banca, si dedicò ad operazioni arrischiate di finanza speculativa, falsificò i bilanci, occultò le perdite e probabilmente lucrò tangenti e altrettante ne distribuì...”.
E i relativi reati per cui questa gente dovrebbe andare in galera e perseguiti dai magistrati sono truffa, corruzione, ecc.

Il fatto in sé quindi sarebbe “semplice” ma qui, l'unica semplicità che troviamo consiste nelle forme che la delinquenza ad alto livello, a livello di presidenti e dirigenti di banche, di politici e funzionari statali, prende di volta in volta, quando vengono a galla i vari scandali, in un “sistema-paese”, come a questi signori piace chiamarlo, in cui uno dei punti di potere principali è legato alle fondazioni bancarie che controllano le banche; nelle fondazioni e nei consigli di amministrazione delle banche ci sono uomini dei partiti e quindi la “politica” delle banche deve venire incontro alle necessità dei partiti quando questi ne hanno bisogno: per alimentare le clientele soprattutto. Questo controllo, come si vede, è diventato una delle forme di arricchimento personale e uno dei canali di approvvigionamento di soldi da parte dei partiti borghesi.

È una corruzione che si incancrenisce ogni giorno di più, perché è connaturata cosciente e premeditata e assolutamente insensibile rispetto agli effetti e quindi più crudele.

E' per questo che la “semplicità” di uno Scalfari riduce a banalità la corruzione propria di questo sistema e quindi se è in fondo così banale, ci porta a pensare Scalfari, e con lui tutti quelli interessati a non alzare più di tanto polveroni, perché occuparsene troppo, passiamo avanti perché i problemi del paese sono tanti...
E infatti lo stesso Scalfari si “consola” subito, dicendo che “Ora finalmente la situazione è più chiara, la banca è stata affidata a mani sicure, i mascalzoni hanno un nome, la magistratura è all'opera; 150 [!!!] dirigenti dei settori più compromessi sono stati licenziati... La banca non è a rischio di fallimento e i depositi del pubblico sono al sicuro...” E così Scalfari, e con lui tanti ricconi che investono nelle banche, può stare più tranquillo.

Ma ricapitoliamo, e commentiamo, questa storia, che se è semplice dal punto di vista delinquenziale, e cioè gente che imbroglia per arricchirsi, è, invece, complicata dal punto di vista “tecnico” e cioè per l'utilizzo dei tanti trucchi possibili nella finanza, con le parole, interessate, del Sole 24 ore di oggi:

1. “All'origine dei problemi odierni di Banca Mps c'è l'acquisizione di Antonveneta dalla banca spagnola Santander. È il novembre 2007 e la banca senese acquista gli sportelli della banca padovana per circa 9,3 miliardi complessivi, un prezzo che, secondo molte stime, è superiore al valore reale del gruppo. [Il “valore” di quella banca era, secondo le stime degli “esperti” di circa 6 miliardi, quindi si sborsano circa 3 miliardi in più, e non perché i dirigenti della Banca siano cretini!]
2. “L'operazione Antonveneta viene finanziata attraverso un aumento di capitale da 6 miliardi, cui si aggiunge l'emissione dei cosiddetti “Fresh”, titoli subordinati la cui cedola (che andrà nelle tasche dei sottoscrittori, tra cui la Fondazione) può scattare solo in presenza di bilancio in utile. Un dettaglio, questo, oggi nel mirino delle inchieste. [Questi 6 miliardi la Banca non li ha e quindi li deve “trovare” e ottenere anche il benestare dell'organo di controllo e cioè della Banca d'Italia che dopo uno scambio di lettere lo concede!]
3. “Mps inizia a siglare operazioni di finanza strutturata, i cosiddetti derivati (Santorini, Alexandria) che sul momento servono ad “abbellire” i bilanci alla luce della precedente operazione su Antonveneta, ma che, complice la crisi finanziaria in arrivo, avranno però una valenza tossica. [“Tossici”, o titoli spazzatura, vengono considerati quei titoli che non valgono più niente ma che le banche si ritrovano in cassa e vengono messi in giro lo stesso, contribuendo ad avvelenare ancora di più il sistema della finanza mondiale!]
4. “Mps inizia ad accumulare perdite sui derivati Santorini e Alexandria nel 2009, dopo il crack di Lehman Brothers e il conseguente crollo dei mercati. Da qui nasce la necessità di ristrutturarli per posticipare le perdite e generare un avanzo di bilancio.”

Il Sole 24 ore continua elencando il coinvolgimento in questo tentativo di salvataggio tra banche, con relativo profitto, della Duetsche Bank e della banca giapponese Nomura e alla fine, secondo le stime ufficiali, il risultato ad oggi è una perdita effettiva tra i 500 e i 750 milioni di euro e un ricorso allo Stato per un altro salvataggio con un “prestito” di quasi 5 miliardi di euro.

Non è strano che mentre uno viene indagato per truffa, ecc. ecc, trova lo Stato che gli si concede un prestito...?
Ma di cose “strane” in tutta questa operazione ce ne sono tante: Mussari, ex presidente del Montepaschi, viene rieletto presidente dell'Abi, Associazione Bancaria Italiana, “dopo essere stato estromesso dalla presidenza di Monte dei Paschi. I banchieri che lo hanno eletto non sapevano nulla di quanto era accaduto a Siena?” si chiede ancora Scalfari.

Draghi attuale presidente della Bce, Banca centrale europea, e allora presidente della Banca d'Italia che doveva controllare, fa lo gnorri: ho chiesto i documenti ma non me li hanno dati!

A Monti, attuale capo del governo, anche se dimissionario (a proposito di stranezze!), hanno risposto i terremotati dell'Emilia che invece hanno capito bene: “I soldi alle banche e a noi niente...”

Alla fine, infatti, a pagarne le conseguenze sono proprio le masse popolari perché ogni provvedimento che viene preso per ovviare a tutta questa schifezza si scarica in un modo o nell'altro su di esse, vedi il prestito dello Stato che significa nell'immediato aumento del debito pubblico, a rischio per giunta, ma un rischio calcolato dato che i politici pensano che alla fin fine se proprio si deve possono nazionalizzare la banca. E qui le chiacchiere sulla nazionalizzazione come metodo per dare una risposta alle esigenze della masse popolari nelle attuali condizioni risultato chiarissime. Oscar Giannino, l'“economista” candidato permier (ancora più a proposito di stranezze!!) alle prossime elezioni, per esempio, sul problema Montepaschi ha detto con una grande naturalezza che la banca va nazionalizzata, ripulita e rivenduta entro due anni!!!

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