venerdì 11 gennaio 2013

pc 11 gennaio - UN REPORT dall'Aquila CARICO DI EMOZIONE - PROCESSO CONTRO LO STUPRATORE TUCCIA A L'AQUILA


Carissime donne e compagne.
Mi spiace ma oggi (ormai ieri) proprio non riesco a fare il classico report, oggettivo, distaccato, impersonale, perché oggi ho conosciuto donne forti e fantastiche che mi hanno emozionato fino a lasciarmi quasi senza parole. Ho conosciuto Elisabetta, la mamma di “Rosa” e ho conosciuto “Rosa”.
“Ci sono molte donne che non possono parlare, chi può parlare lo faccia, gridi forte anche per chi non può”. Questo mi ha detto Elisabetta, con gli occhi lucidi e la bocca piena di sorriso e di “grazie”, quando le ho consegnato il messaggio mandato ieri in rete.
Loro non hanno alzato muri alla solidarietà, ma di certo questa è stata un po’ timida da queste parti… Si poteva fare di più ma “va bene lo stesso, grazie a tutte per esserci vicine”

“Rosa” aveva chiesto di non vedere più il suo carnefice e invece lo hanno fatto presenziare alla sua deposizione, per logorarla ulteriormente, per farla cadere nella trappola della vergogna. Ma lei è stata forte e combattiva: ha alzato la voce quando le si tendevano trabocchetti rivolti a spacciarla per “consenziente” e quando il giudice le ha chiesto di guardare in faccia Francesco Tuccia, lei lo ha guardato dritto negli occhi e lui ha abbassato lo sguardo.
Lei non ricorda niente di quella notte, perché si sarebbe dovuta vergognare a guardarlo in faccia?
Lui invece si ricordava eccome e allo sguardo di lei ha abbassato la testa, il vigliacco.
L’udienza è terminata verso le 14,00
“Rosa” è uscita dall’aula e ci ha stretto la mano
Non dimenticherò mai più i suoi occhi, quelli di tante donne e compagne che hanno coraggio da vendere e che purtroppo a volte lo vendono per poco.
Ma la sua vita non è poco: l’hanno quasi uccisa, l’hanno scacciata via da questa città, l’hanno umiliata in tanti modi
Ma lei è tornata a testa alta per sé stessa e per tutte.

Un ultimo incontro quasi ravvicinato di questa giornata è stato quello con Tuccia, sgattaiolato sotto scorta dall’uscita posteriore dell’aula. Si è beccato per ora insulti e slogans anche quando era dentro la volante che quasi investiva Elisabetta
“Stupratore, non lo dimenticare, la furia delle donne dovrai scontare!”

Cerchiamo di essere in tante il 31 gennaio, nonostante i tempi stretti e forse la neve.
Cerchiamo di essere in tante, di ricoprire “Rosa” di solidarietà e di qualcos’altro i bastardi stupratori

Luigia, per l’mfpr



DALLA STAMPA


Stupro Pizzoli, vittima e stupratore si rincontrano in aula

Fuori al tribunale manifestazione delle femministe

Stupro Pizzoli, vittima e stupratore si rincontrano in aula
L'AQUILA. La giovane studentessa universitaria laziale che fu violentata quasi un anno fa fuori da una discoteca aquilana ha incontrato l'ex militare campano Francesco Tuccia, accusato di essere lo stupratore.
Il dibattimento si svolge con il rito immediato ed è in corso a porte chiuse per decisione del giudice Giuseppe Grieco, vista la delicatezza e l'efferatezza degli atti. L'udienza di oggi è stata incentrata soprattutto sulla deposizione della giovane, parte civile, che ha provato a ricordare i terribili momenti di una nottata di divertimento sfociata in dramma.
«Non ricordo nulla, ma questa storia e' un incubo che mi ha stravolto la vita», ha detto. «Ho solo pochi ricordi di quella notte. Ricordo solo l'ingresso in discoteca e il momento in cui ho consegnato il mio cappotto al guardaroba del locale. Poi il nulla».
A sfilare anche alcuni testimoni nel tentativo di ricostruire nel dettaglio la vicenda. Come nelle precedenti due udienze, nonostante il rigido clima aquilano anche oggi fuori dal palazzo di giustizia si sono ammassate decine di donne esponenti di numerose associazioni che combattono la violenza di genere.
L'udienza e' stata aggiornata al 31 gennaio data nella quale verrà sentito l'imputato ed i testimoni della difesa. Nella stessa data prevista la requisitoria del pm e la sentenza.
Lo stupro avvenne nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 2012. La ragazza fu ritrovata priva di sensi e sanguinante in mezzo alla neve che in quei giorni aveva ricoperto L'Aquila, a concreto rischio di morte. I sospetti si sono concentrati da subito su un gruppo di giovani che aveva passato la notte in discoteca e in particolare su Tuccia, che si é sempre difeso parlando di rapporto consenziente.

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