sabato 2 ottobre 2010

pc quotidiano 3 ottobre - Gli immigrati di Brescia rispondono alla repressione poliziesca





proletari comunisti ha partecipato alla manifestazione a Brescia di sabato 2 ottobre, indetta dal presidio degli immigrati in lotta per il permesso di soggiorno e dall'associazione diritti per tutti, quella che segue è una breve cronaca della giornata:
verso le 16 da piazza della loggia parte un corteo combattivo di circa 700-800 persone al 99% immigrati, dall'egitto, marocco, tunisia, pachistan, india, senegal etc., tanti striscioni e cartelli scritti a mano, dalle casse del furgone niente musica ma parole che esprimono esasperazione e desiderio di giustizia, diversi ragazzi con megafoni dislocati tra i vari spezzoni del corteo lanciano slogan che i manifestanti ripeteranno incessantemente e con la stessa rabbia per tutte le 3 ore di manifesatzione.

durante il percorso che tocca i quartieri popolari del centro cittadino e la zona della stazione, il corteo si ingrossa fino a raggiungere le 1500-2000 presenze, sempre a stragrande maggioranza immigrati; al rientro in piazza loggia, dopo una breve assemblea con alcuni interventi si torna davanti all'ufficio della prefettura per ripristinare il presidio permanente.
una trentina di persone si appresta a trascorre all'adiaccio la quarta notte consecutiva

gli slogan, ripetuti ininterrottamente per tutta la durata del corteo sono semplici ma significativi: non siamo animali non siamo criminali
basta razzismo,siamo stanchi, basta giocare,abbiamo pagato, basta truffe,italia vergogna, bossi-maroni assassini,basta violenza, basta polizia, non siamoanimali diritti per tutti, lavoro per tutti, non siamo schiavi...


volantino diffuso all'iniziativa:

Proletari comunisti è a fianco dei lavoratori immigrati in lotta a Brescia per il permesso di soggiorno.

Questo governo ha mandato la polizia contro il presidio per la sanatoria ma anche a Brescia gli immigrati hanno dimostrato di non volere accettare la condizione di “invisibili”, di schiavi senza diritti e hanno risposto alla violenza poliziesca con un corteo cittadino e il presidio permanente davanti alla Prefettura.

I ritardi e i costi pesanti per la regolarizzazione, le domande rigettate, sono tutti effetti di un provvedimento figlio del razzismo di stato di questo governo che, col “pacchetto sicurezza”, ha al centro l’odioso reato di clandestinità.

Questa legge razzista deve saltare! Nessun diritto per gli immigrati si può affermare se non cade il pacchetto sicurezza, così come deve saltare il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, per la cittadinanza per tutti.

Bisogna estendere le contestazioni anche davanti alle sedi della Lega, principale partito che alimenta il clima di odio anti-immigrati.

Ci vuole una manifestazione nazionale per rispondere alla politica razzista e xenofoba delle borghesie imperialiste di cui il governo Berlusconi e quello Sarcozy in Francia rappresentano la punta avanzata nei paesi europei attraverso il moderno fascismo, le deportazioni di massa, il terrore poliziesco contro gli immigrati.

Ma è una condizione che non può più essere accettata. Il vento della rivolta di Rosarno e di viale Padova a Milano si deve diffondere ovunque.

La lotta deve puntare all’unità tra i proletari italiani e immigrati per rovesciare questo governo e tutti i governi dei padroni, per opporre all’inciviltà di un sistema fondato sulla schiavitù dei lavoratori una società dove il potere è in mano agli sfruttati e agli oppressi, liberi ed uguali nei diritti.

La voce degli immigrati di Brescia si deve sentire alla manifestazione dei metalmeccanici di Roma del 16 ottobre, organizzati con proletari comunisti.

Leggi la rivista marxista-leninista-maoista la Nuova Bandiera

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pc quotidiano 2 ottobre - MIGLIAIA CON TERESA

Tantissima gente, più di mille persone hanno partecipato alla veglia di giovedì sera e al funerale di ieri, venerdì, a Portici per Teresa Buonocore che aveva denunciato le molestie sessuali alla figlia di 8 anni e si era battuta perchè il pedofilo venisse condannato, costituendosi parte civile nel processo; una fiaccolata era stata poi organizzata sempre per venerdì a Portici da tantissime associazioni di donne, compagne, donne singole, con le parole d'ordini: “Basta morire per essere libere” - “Basta morire da donne per liberare tutti dall’orrore”; contemporaneamente anche in altre città collettivi di donne hanno fatto fiaccolate da Bologna a Genova, da Polignano a Mare, a Taranto le lavoratrici, disoccupate del Mfpr sono andate in giro in tanti quartieri popolari ad affiggere manifesti “Anche noi siamo con Teresa”.

Tutta questa folla, questa mobilitazione a Portici ha visto in Teresa il coraggio delle donne, la sfida verso la paura, il silenzio. Come hanno scritto le compagne, le donne che hanno organizzato la manifestazione a Portici”... Per lei che ha vinto la paura, per avere il coraggio di andare verso la
libertà di sua figlia e delle figlie di tutte, vogliamo scandire le parole che avrebbe detto, se le armi omertose “della famiglia” non l’avessero zittita. Teresa voleva vivere, parlare e compiere i gesti necessari a tutte..”.

Ma è trapelata anche la rabbia. Nonostante i giornali tentano di nasconderla tra le righe, e nonostante un parroco che, fuori luogo, ha scelto per la sua omelia la parabola del “figliol prodigo” e ha impostato tutta la cerimonia sul perdono e sul recupero di chi fa del male e sul “male” senza responsabili: “Il male non ha colore o classe sociale, non è riconoscibile”.

La realtà è che questa morte di Teresa ha nomi e cognomi:
il male è: un violentatore che teneva bellamente non una pistola ma cinque pistole e due mitragliette, oltre 2500 munizioni;
il male è: il fratello e la moglie del pedofilo, i possibili mandanti dell'uccisione di Teresa, per cui la vita di una donna val bene la difesa dell'onorabilità della famiglia, per cui le donne non devono osare ribellarsi, e gli uomini violentatori devono essere "lasciati in pace";
il male: è uno Stato e delle istituzioni che coprono e alimentano questo clima e oggi ipocritamente si costituiscono “parte civile”, come il Sindaco Iervolino che si è permessa di dire: “mai avremmo potuto immaginare che le mamme della Campania dovessero difendere i propri figli contro violenze di tipo sessuale”. Mai?! Ma se le violenze sessuali, sociali sono all'ordine del giorno; ma se il clima mafioso, con il suo humus maschilista, il degrado sociale in questi paesi, sono le condizioni “normali” che la gente è costretta a subire e che per le donne significa più oppressione; mai?! Ma se voi siete i responsabili spesso diretti di tutto questo!

Per questo tanta gente è scesa in piazza per Teresa, perchè la rabbia e il dolore per la sua morte ma soprattutto il suo coraggio è carico di tutta questa realtà che va fermata e trasformata e non con la “speranza” come predica il parroco di Portici, ma con la mobilitazione delle donne, della gente che subisce e che deve andare avanti oltre ieri.

pc quotidiano 2 ottobre - a Torino ancora cariche poliziesche contro il movimento degli studenti

il movimento degli studenti ha cominciato la sua marcia di lotta contro la gelmini, negli istituti superiori come nelle università, è un movimento che si estende anche se ancora tutt'ora copre poche città e all'interno delle città, poche scuole euniversità
esso è innescato anche dalle lotte dei precari della scuola e dei ricercatori universitari
la via del governo sembra essere ancor più che nel passato, di rispondere al movimento con la repressione
ieri a torino 5000 studenti sono scesi in piazza attraversando la città, ma la polizia sin dall'inizio è esembrata attrezzarsi per cogliere il momento della carica e della dispersione del corteo
il momento arriva quando il corteo preme per andare a Piazza Vittorio, anche con qualche lancio, qui partono le cariche 'un attacco a freddo' diversi studenti vengono colpiti e devono farsi medicare, i vetri del furgoncino spaccati a manganellate...alcuni agenti dichiarano di essere feriti
al di là della dinamica e delle posizioni presenti tra le organizzazioni degli studenti.. la questione è chiara il movimento è partito forte e combattivo e lo stato risponde con la violenza poliziesca per fermarlo
ma la repressione.. alimenta la ribellione.

pc quotidiano 2 ottobre - continua quotidiana la lotta dei disoccupati e precari a napoli

anche ieri un'altra giornata di lotta, con al centro l'occupazione dell'inps.
una giusta occupazione della sede di via medina, invasione , striscioni, tra cui quello dei disoccupati precari di banchi nuovi "ribellarsi è un dovere2, ma vi era i disoccupati di acerra e i precari del progetto bros naturalmente
attivisime come sempre le donne disoccupate
' non ci pagano il sussidio.. la regione ha sbloccato i fondi che avremmo dovuto avere ad agosto.. ma è tutto fermo all'Inps.
ma al centro della lotta non è certo la rivendicazione immediata del pagamento del sussidio ma il lavoro, promesso e mai arrivato, anzi con un nuovo piano per il lavoro
si vuole mandarli - tranne poche centinaia - definitivamente a casa
per quwesto da giorni, manifestazioni, occupazioni..ma anche quella che il mattino chiama "guerriglia dei disoccupati" azioni alla ferrovia, bus assaltati e dati alle fiamme, centro bloccato
Il mattino autore di una campagna prolungata chiama alle sue responsabilità Prefetto e questore Giuffrè, che si era impegnato nella tolleranza zero verso cortei, manifestazioni, blocchi occupazioni
Il mattino ritorna alla carica chiamando i disoccupati organizzati, le realtà più combattive ' professionisti della paura in cerca di notorietà televisiva '
fermare la lotta per il lavoro con la repressione è l'illusione constante che si scontra con i bisogni della lotta
la battaglia di napoli dei disoccupati precari è di valore nazionale - senza affiancare alle lotte delle fabbriche, alle lotte dei precari, un forte movimento di masssa autorganizzato dei disoccupati non si compone un fronte proletario e di classe
per questo i disoccupati di napoli come di taranto, palermo non si sono limitati a riprendere questo autunno lotte e vertenze sul territorio a diversa intensità e diversa forza ma , hanno provato con la riunione nazionale del 15 settembre a taranto a dare vita a un coordinamento delle realtà di lotta per il lavoro e/o il reddito-salario garantito, che a partire dal sud riesca a costruire questo coordinamento su base nazionale
una battaglia e una proposta da sostenere come valore aggiunto alla lotta dura che si sviluppa in questi giorni sopratutto a napoli

pc quotidiano 2 ottobre - l'aquila.. ricostruzione a rilento.. ma le tasse tornano veloci

Va a rilento la ricostruzione post sisma. E il caso approda in consiglio comunale. A un anno e mezzo dal terremoto, i cantieri aperti in città si contano sulle dita di una mano. A confermarlo il vice sindaco e assessore alla Protezione civile, Enea Di Ianni. E, in aula, il dibattito si è più volte acceso. I DATI. Sono 415 le richieste di consolidamento e ristrutturazione arrivate all'ufficio sisma, di cui 149 per gli edifici A, 192 (B), 52 (C) e 22 (E). Complessivamente, però, sono stati autorizzati 114 progetti, di cui 80 (A), 24 (B), 9 (C) e 1 (E). Un terzo dei cantieri, dunque, ha avuto il via libera. Questi i dati forniti durante il consiglio comunale di ieri. La ricostruzione, quindi, è di fatto ferma...


le banche chiedono interessi sulle rate sospese L'allarme viene lanciato da una nota associazione di consumatori, l'Adusbef provinciale.

L'associazione, infatti, informa che sono centinaia i casi di aquilani che, con l'avvicinarsi della riattivazione dei pagamenti (31 dicembre 2010) hanno ricevuto comunicazioni dalla proprie banche di richiesta di pagamenti di somme a titolo di interessi per le rate sospese.

Ma si fa anche presente da parte dell'Adusbef «che con un provvedimento legislativo, il decreto Abruzzo, veniva sospeso il pagamento anche delle rate di mutuo inizialmente fino al 31 dicembre scorso e poi, in virtù di una iniziativa promossa dall'Abi fino al 30 giugno scorso».

«I termini di scadenza» si legge nel provvedimento legislativo, «ricadenti o decorrenti nel periodo che va dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009, relativi a vaglia cambiari, cambiali e ad ogni altro titolo di credito avente forza esecutiva, sono sospesi per lo stesso periodo. La sospensione opera a favore di debitori e obbligati anche in via di regresso o garanzia salvo la facoltà degli stessi di riniunciarvi espressamente».

Si stanno evidenziando, dunque, dei fatti eclatanti. Per esempio ad alcuni avvocati aquilani una banca di altra regione, convenzionata da anni con la Cassa forense, ha chiesto il pagamento di interessi per circa undicimila euro.

«Ma a nostro parere» si legge in una nota dell'associazione, «il mancato pagamento delle rate ricadenti nel periodo di sospensione stabilito dalla legge non equivale in alcun modo a ritardato pagamento oppure alla morosità del mutuatario. Sospensione dei termini ex lege equivale a dire non decorrenza dei termini di pagamento per quel determinato periodo di tempo con conseguenziale non esigibilità di interessi».

«In altri termini» affermano gli esperti legali dell'associazione, «il mancato o ritardato pagamento di quelle rate non è imputabile al mutuatario ma a un evento eccezionale e catastrofico al punto da ispirare inevitabilmente il provvedimento legislativo di sospensione».
Queste, comunque. le iniziative che l'Adusbef provinciale intende attuare. Prima di tutto l'invio alle banche di contestazioni della linea attuata e interessamento di tutti gli organi competenti: ovvero l'Abi, la Banca d'Italia, l'ufficio supervisioni delle banche, e l'osservatorio regionale sul credito istituito presso la prefettura del capoluogo di regione.

pc quotidiano 2 ottobre - fiducia parlamentare a Berlusconi - sfiducia popolare verso il Parlamento

Il governo ha ottenuto la fiducia. I numeri attuali hanno dato ragione a Berlusconi. L'agitarsi delle diverse forze intorno ad una possibile crisi ha aumentato il potere contrattuale delle componenti interne alla maggioranza, in primis di Bossi, in secondo del gruppo finiano, non ha portato alcun tipo di risultato sul terreno dell'indebolimento effettivo del governo e di un ostacolo alla realizzazione del suo programma.
E' proprio sul programma che nell'opposizione parlamentare – tranne qualche buon discorso di denuncia fatto da Di Pietro – e in buona parte di quella che è fuori dal parlamento la confusione regna sovrana.
Berlusconi marcia verso un regime moderno fascista, una forma di moderna dittatura che realizza gli interessi della borghesia.
Il piano Marchionne di fascismo padronale, accolto da tutto lo schieramento politico,sociale,istituzionale,mediatico dei padroni è in sintonia col moderno fascismo berlusconiano.
Il parlamento e la discussione in esso non sono in grado di contrastare questo tipo di marcia e questo tipo di politica.
Tutta la “crisi” dimostra che non è Berlusconi che abbandona il suo programma ma è l'insieme delle forze presenti in parlamento che accetta, volente o nolente, il terreno che la marcia moderno fascista domanda.
Le contraddizioni in seno alla maggioranza non sono una domanda di freno e di modifica di questa marcia ma anzi una richiesta di accelerazione – è il caso della Lega – o una richiesta di maggiore considerazione – è il caso dei cosiddetti “finiani”.
Quello che avviene, quindi, nel quadro del governo, del parlamento e dello Stato sono scosse di assestamento che trovano una soluzione in più reazione, sempre, lo ripetiamo, in sintonia, ora fatta di parallelismi ora fatta di convergenze, con il fascismo padronale messo sul piatto come piano di governo, di Stato, giustamente denunciato come anti costituzionale, dal piano Marchionne.
Ma naturalmente tutto ciò che è avvenuto in questo giorni in parlamento ha aumentato il discredito del governo, del parlamento, dello Stato nelle fila dei proletari e delle masse popolari. E' vero infatti che la principale preoccupazione è rispetto alle possibili elezioni anticipate,ispirata - come scrivono alcuni commentatori - dal timore fondato dell'accentuarsi dell'astensionismo divenuto sempre più di tipo operaio, popolare.
E' chiaro che tutte le lotte operaie e sociali che si sviluppano in queste settimane, così come le lotte nella scuola e in altri terreni e tutta la crescente indignazione a fronte della corruzione, accentuano in questi giorni un potenziale di protesta e di ribellione. Questo è il vero risultato che occorre valorizzare, trasformare in fatto politico, in coscienza diffusa, in reale volontà di cambiamento. Ma oggi cambiamento vuol dire una sola strada da percorrere: rovesciamento, scontro frontale, autonomia di lotta e di movimento nei confronti del governo Berlusconi, di tutte le sue componenti, dei padroni dell'industria e della finanza, di tutti i loro blocchi sociali di interesse i cui componenti fondamentali sono diventati i sindacati confederali, cisl e uil in primis, di tutte le forze presenti nel parlamento che, tranne eccezioni, fanno parte dello stesso blocco di potere antiproletario.
Fuori dal parlamento certo agiscono nuovi improvvisati riformisti che cercano di raccogliere il consenso popolare - è il caso ad esempio del movimento '5 stelle' di Grillo - ma il loro obiettivo è ricucire il rapporto tra masse e Stato, tra masse e istituzioni e di riconciliare col parlamento.
Questa strada può fare la fortuna degli esponenti attivi di questi movimenti, ma nulla è in grado di dare ai proletari e alle masse popolari, sia in termini di bisogni immediati: il lavoro, la tutela del salario, i servizi sociali (sanità, scuola, trasporti, salute), diritti violati e negati, sia in termini di futuro.

Il tempo attuale è quello della lotta, dell'autorganizzazione di classe e di massa, la demolizione delle illusioni elettorali e riformiste.
Il tempo attuale è quello della costruzione dentro la lotta del nuovo partito comunista, dell'unità dei comunisti e delle avanguardie proletarie per questo obiettivo.

proletari comunisti
2 ottobre 2010

pc quotidiano 2 ottobre - a Roma il 16 ottobre ..perchè e per fare cosa..

La manifestazione del 16 ottobre indetta dalla Fiom, da un lato conserva la sua importanza di manifestazione che chiama in piazza, pensiamo e speriamo, decine di migliaia di operai metalmeccanici ben decisi a respingere la disdetta del contratto nazionale, gli accordi separati, il loro contenuto strategico espresso dal piano Marchionne, il ruolo organico del governo a questo piano, il collegato lavoro, ecc.; dall'altro ogni giorno che passa diventa però ambigua per i segnali che vengono dal gruppo dirigente della fiom e sul ruolo effettivo che questa manifestazione viene a svolgere.
Il gruppo dirigente Fiom sembra puntare a ricucire con il gruppo dirigente della Cgil, punta e valorizza la co-adesione della Cgil alla manifestazione stessa, accentua il carattere di manifestazione nazionale di “tutti” per i diritti e la democrazia, che lungi dall'essere un allargamento, la fa rientrare nell'alveo tradizionale – e qui l'aggettivo ha un senso negativo – di una manifestazione che snatura il ruolo della classe e gli obiettivi della classe, dentro un alveo programmatico e perfino culturale e ideologico apertamente riformista.

Il movimento operaio e popolare ha bisogno di qualcosa di più che una nuova grande manifestazione di centinaia di migliaia di lavoratori chiamati a Roma di sabato. Questo tipo di manifestazioni dà lustro a chi le organizza ma non porta effettivi risultatoi agli operai e lavoratori, né sul terreno della contesa particolare dalla quale nasce, né su quello della prospettiva generale del cambiamento dei rapporti di forza per rovesciare il piano dei padroni, il governo dei padroni...
Su questo non esiste consapevolezza sufficiente tra gli operai in lotta e le loro avanguardie, e risulta tragicamente codista, di pura apologia del ruolo della Fiom, il ruolo di forze classiste e pur di orientamento comunista.

A Roma bisogna esserci con le speriamo centinaia di migliaia di operai per alimentare la lotta di classe e l'antagonismo di classe; a Roma per sviluppare la contraddizione tra operai Fiom e sindacalismo del padrone – sarebbe giusto che la protesta di massa arrivi alle sedi nazionali di Cisl e Uil - a Roma per alimentare la contraddizione tra gli operai Fiom e la Cgil dei Sì al referendum di Pomigliano e alla nuova concertazione di Epifani/Camusso; a Roma per contribuire a rovesciare il governo Berlusconi antioperaio, moderno fascista e razzista, e accentuare il contrasto tra operai e riformismo e parlamentarismo e non per ricucirlo.
A Roma per valorizzare la necessità della lotta e dell'autorganizzazione di classe.
A Roma per un reale fronte proletario per il lavoro, il salario garantito, la fine della precarietà,i diritti e le libertà ecc.
Questo serve... non altro.

proletari comunisti
2 ottobre 2010

pc quotidiano 2 ottobre - livorno,le manifestazioni operaie contro le sedi cisl si generalizzano e sono giuste e sacrosante

dopo la protesta di treviglio bergamo, una nuova protesta si è sviluppata a Livorno,
dove oltre 600 operai sono scesi in piazza chiamati dalla fiom a manifestare contro la firma dell'accordo separato sulle deroghe che cancella di fatto il contratto nazionale, la manifestazione ha raggiunto la sede della confindustria e poi una parte del corteo operaio ha raggiunto la sede della Cisl e qui vi è stato un lancio di uova e di sassi accompagnato da grida come servi del padrone e inviti - considerati guarda un po' intimidatori ' - a venire in assemblea nelle fabbriche
le reazioni isteriche dei sindacati del padrone, del governo, dei partiti parlamentari sono la dimostrazione che l'iniziativa operaia ha colto nel segno
la dissociazione dei vertici cgil e di landini non sono accettabili
violenza e antidemocrazia sindacale sono gli accordi separati che penalizzano ora e per sempre gli operai - sono una manifestazione di fascismo padronale - le contestazioni invece sono una vera protesta democratica , per questo vanno estese e generalizzate e portate fino alla manifestazione nazionale di roma del 16 ottobre

venerdì 1 ottobre 2010

pc quotidiano 1 ottobre - indesit bergamo.. fuori la fim cisl dalle fabbriche

da una lettera di operai indesit - uscita su 'operai contro'

.....Oggi rientrano in fabbrica i 430 operai della Indesit di Brembate Sopra, dopo una
settimana di cassa integrazione.
Già ieri nonostante la fabbrica chiusa, stazionava fuori dai cancelli un TIR con
targa polacca, pronto per l’odierno carico di lavatrici.
Il 7 e 8 ottobre sono fissati gli incontri fra le parti al ministero del Lavoro.
Gli operai più attenti sono allarmati perché il confronto prefissato in due giorni
consecutivi, puzza di volata finale.
Questi operai hanno ben ragione di essere preoccupati per le posizioni della Fim –
Cisl (maggioritaria in fabbrica), posizioni venute chiaramente allo scoperto da
quando proprio il rappresentante della Fim – Cisl, in un assemblea di fabbrica a fine
luglio ha dichiarato “da oggi il presidio è facoltativo”, sabotando in tal modo la
partecipazione operaia alla lotta e il presidio stesso.
La Fim – Cisl ha continuato a sabotare la resistenza degli operai, dicendo al
presidio che 150 operai potrebbero essere accompagnati alla pensione ecc. ecc. Ha
praticamente propagandato la chiusura della fabbrica con gli ammortizzatori sociali.
Gli operai resistono, ma se non fermano la Fim – Cisl con le sue posizioni, sarà per
loro praticamente impossibile evitare il licenziamento e la chiusura della fabbrica.

pc quotidiano 1 ottobre - cariche contro gli studenti a milano

GLI STUDENTI DEI COLLETTIVI PROTESTANO ALLA SEDE DELL'U.N.U.C.I. A MILANO

Questa mattina, 29 settembre, giornata europea di mobilitazione per la
scuola pubblica, noi studenti dei collettivi delle scuole abbiamo protestato
alla sede dell'U.N.U.C.I. di via Bagutta a Milano, per denunciare la
vergogna del progetto "Allenati per la vita": corsi paramilitari e lezioni
di guerra nelle scuole voluti dall'accordo Gelmini-LaRussa, che porta nelle
scuole le nostalgie da Ventennio, compresi gli esercizi ginnico-militari.
Infatti saranno prorpio gli ex-ufficiali in congedo dell'Unuci a tenere
corsi di guerra con gli studenti delle scuole superiori.

Davanti all'entrata di via Bagutta intanto abbiamo aperto lo striscione
"Contro ignoranza, razzismo e precarietà Ribellati per la vita. Diserta la
scuola della guerra" e attacchinato diverse locandine e manifesti con slogan
che sottolineavano come la cultura di guerra non può e non deve avere nulla
a che vedere con l'istruzione: "Stupri, omicidi, torture e bombe al fosforo:
questa è la cultura militare", "Make school not war", "Mamma non ti
preoccupare, non farò mai il militare!".
I CARABINIERI FANNO RAPPRESAGLIA AL TERMINE DELL'INIZIATIVA

In seguito ci siamo mossi per raggiungere la metropolitana, continuando a
denunciare pubblicamete la vergogna di "Allenati per la vita". Arrivati in
piazza Duomo, siamo stati "accolti" e attaccati da reparti di forze
dell'ordine in assetto antisommossa, in particolare i Carabinieri, che non
hanno avuto scrupoli a picchiare gli studenti delle scuole, ferendone un
paio, tra cui uno grave al naso.

Ed ecco appunto messa in pratica la loro "cultura militare", fatta di
violenza, soprusi, manganelli e negazione di democrazia. La reazione
vigliacca e infame proprio da parte dei Carabinieri, militari al diretto
comando di La Russa, è stata una vera e propria rappresaglia a conferma del
fatto che oggi siamo stati una spina nel fianco, da una parte per i vertici
militari coperti di vergogna dalla denuncia della mattina, dall'altra per la
Milano-centro della settimana della moda.

Altrettanto vigliacco è stato poi il tentativo di giustificare l'intervento
delle forze con la scusa del mancato pagamento del biglietto, dato che le
aggressioni sono avvenute ben prima dei tornelli, con i carabinieri
schierati in cordone sulle scale della metropolitana, pronti a colpire gli
studenti che avevano preso parte alla protesta. Una rappresaglia in perfetto
stile di censura fascista, dato che gli strumenti per fotografare e
riprendere sono stati i primi a essere presi di mira.

A questo punto il concetto sembra chiaro: o scegli il moschetto in tasca, ti
inquadri nei progetti militaristi del governo, diventi un cadetto con i
corsi Mini-Naja di La Russa, oppure puoi ricevere soltanto botte e
manganelli sulla testa. La messa in atto di un piano per impedire la
diserzione e la presa di parola firmato Gelmini - LaRussa.

Non abbiamo assoinlutamente intenzione di soccombere alle loro logiche di
paura: è assurdo che proprio oggi, 29 settembre, giorno di iniziative per la
scuola in tutta Europa, e primo giorno di mobilitazione degli studenti a
Milano, abbiamo dovuto assitere a un'aggressione dei carabinieri, a una
dimostrazione di forza fine a se stessa, volta solo a incutere paura agli
studenti.

Proprio per questo rilanciamo a gran voce le prossime mobilitazioni,
invitiamo tutte e tutti a scendere in piazza venerdì 8 ottobre per il NO
GELMINI DAY del mondo della formzione, per essere tanti e dimostrare che
respingeremo in blocco tutte le loro tattiche militari di paura e
intimidazione agli studenti.

*COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI DI MILANO E PROVINCIA*

pc quotidiano 1 ottobre - brescia..Gli sgomberi non fermano la lotta dei migranti

Martedì 28 e' cominciata a Brescia la lotta per avere i permessi di soggiorno per tutti i migranti che hanno fatto la sanatoria colf e badanti del 2009. Mercoledì mattina la polizia ha sgomberato con violenza i migranti davanti agli uffici della Prefettura. Senza risultato perché i migranti sono tornati, dopo un corteo per le vie cittadine, a presidiare gli uffici della Prefettura.

“Sanatoria subito e per tutti”: è questo slogan di una protesta per chiedere la regolarizzazione di tutti i migranti che hanno presentato la domanda nel settembre del 2009. Ad un anno di distanza si registrano ritardi clamorosi oltre a rigetti delle domande e si configura una vera e propria truffa ai danni dei migranti. A livello nazionale su 300mila domande, solo 170mila sono state esaminate e 130mila restano inevase; i rigetti sono stati oltre 20mila. A Brescia, secondo i dati forniti oggi dalla Prefettura, le domande sono state 11200, circa 7000 hanno avuto risposta e circa 4000 sono ancora in attesa; i rigetti sarebbero più di 1000.

La motivazione principale per i rigetti è la condanna per “clandestinità” che molti migranti hanno subito negli anni scorsi, cioè la condanna senza aver commesso reati ma solo per il fatto di essere stati fermati senza permesso di soggiorno.



I migranti di Brescia non devono essere lasciati soli. La loro lotta riguarda tutti i migranti che si sono visti negare il permesso di soggiorno, che hanno subito uno sfratto, che sono colpiti duramente dalla crisi economica.



Facciamo appello a tutte le associazioni migranti e antirazziste a promuovere iniziative nelle loro città e a partecipare alla manifestazione di



Sabato 2 ottobre 2010 a Brescia

partenza alle ore 15.00 da P.zza della Loggia



per la sanatoria per tutti, per i diritti e la libertà dei migranti, contro gli sfratti e contro le leggi razziste.





Presidio dei migranti in lotta

Associazione Diritti per tutti

pc quotidiano 1 ottobre - REGIONE LAZIO: LA POLVERINI RIACCENDE LA CAMPAGNA CONTRO L'ABORTO

La Regione Lazio, della Polverini, ex segretaria dell’UGL, rilancia l’attacco all’aborto.
In questi giorni è oggetto dell’analisi della commissione consiliare Politiche sociali della regione la proposta di legge di riforma pro-live dei consultori, firmata da una consigliera del PdL (come si vede: le donne al potere attaccano le donne), che di fatto punta a peggiorare la legge 194. Se passasse, farebbe da scuola anche in altre regioni soprattutto in Lombardia e nelle regioni governate dalla Lega, che già si sono mosse pesantemente per attaccare questo diritto fondamentale delle donne.

Questa (contro)riforma interviene soprattutto sulla funzione dei consultori che da essere soprattutto al servizio delle donne, diventano al servizio della “famiglia fondata sul matrimonio, come istituzione prioritariamente votata al servizio della vita”. Di questa “famiglia” viene considerato membro effettivo anche il “figlio concepito”, vale a dire l’embrione (!).

Già questi punti contengono non un attacco ma più attacchi, sia pratici che ideologici:
la donna sparisce, la sua possibilità di decidere del proprio corpo, della sua maternità, della sua vita non conta nulla; anzi la donna semplicemente non c’è se non all’interno della famiglia e quindi, tornando indietro di più di 30 anni, la donna esiste solo nel suo ruolo di madre e moglie;
ma per la Polverini non basta neanche parlare di “famiglia”, deve essere una famiglia fondata sul matrimonio, cioè una famiglia interna alle regole, alla normalizzazione che questo Stato, Chiesa impongono; come dire che chiunque non sta a queste regole non ha diritti;
ma ancora non basta; tornando all’aberrazione della legge sulla fecondazione assistita per cui l’embrione sarebbe già una persona e avrebbe già tutti i diritti di una persona, questa “famiglia” nella riforma della amministrazione Polverini è costituita da “padre, madre, ed… embrione” (neanche i films dell’horror arrivano a tanto…).
E’ chiaro, quindi, che se membro effettivo della famiglia è anche l’embrione, l’aborto torna ad essere un assassinio e le donne che lo fanno delle assassine!
Immaginiamoci come verrebbe trattata una donna che andasse in uno di questi consultori per abortire.
E purtroppo non c’è scampo, la riforma impone che chi voglia interrompere la gravidanza ed usufruire della legge 194 debba per forza avere un incontro diretto con le associazioni pro-life e mettere per iscritto il rifiuto alle proposte del Consultorio.
Si tratta di una pesante operazione ideologica, oppressiva, ricattatoria verso le donne.
Una pesante campagna di dissuasione soprattutto verso le donne più povere, sole, verso le quali vengono usati anche i miseri soldi dell’assegno dati solo a chi rinuncia ad abortire, per costringerle a portare avanti la gravidanza.

Ma questa (contro)riforma contiene anche un fine molto più terreno, in cui qui di soldi ce ne sono e tanti.
Nell’art. 2 si elevano a “fini pubblici” anche Associazioni private che “promuovono la stabilità familiare, la cultura familiare ed i servizi alla famiglia”, associazioni che con l’art. 3 vengono parificate a quelle pubbliche anche nella distribuzione degli assegni per il bambino fino a cinque anni.
E’ facile immaginare che queste associazioni private saranno quelle cattoliche, che per principio sono contro l’aborto e la legge 194.

Tutto questo avviene in una situazione in cui, pur se le statistiche dicono che il numero complessivo di aborti è diminuito, aumentano quelli delle immigrate, tornano quelli clandestini; in cui il 50% è fatto da donne lavoratrici, a causa evidentemente del peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle donne che lavorano, e per cui la coniugazione del lavoro e maternità è ancora più difficile.
Questo avviene in una situazione in cui il numero dei ginecologi obiettori e anche di anestesisti e personale non medico arriva – dati del 2008 – a 71,5% e al sud al 80%. Dati al ribasso rispetto alla situazione attuale; sappiamo per conoscenza diretta che in alcune città, in alcuni ospedali di città abbastanza grandi non ci sono medici che praticano gli aborti.

Ma questo soprattutto dimostra che si va rafforzando il carattere di classe della negazione dell'aborto.

Questo richiede che la lotta a difesa del diritto d'aborto, sia parte della più generale lotta delle donne, con ruolo di punta delle donne proletarie.
Essa è un punto che deve essere inserito e valorizzato nella piattaforma di un possibile e necessario sciopero delle donne, e deve diventare una battaglia che l'intero movimento proletario e comunista deve portare avanti.

pc quotidiano 1 ottobre - Cisl/Fiom:A Treviglio (Bergamo) nessuna premeditazione,operai insofferenti.

Rota:Non giustifico ma accade per gli accordi senza confronto

(Apcom) – “Oggi non c’è stata alcuna azione premedita né costruita dalla Fiom, che piuttosto chiede di discutere e votare gli accordi sindacali, unica strada per evitare reazioni diverse da parte dei lavoratori”. E’ quanto spiega ad Apcom Mirko Rota, segretario lombardo della Fiom e fino a pochi giorni fa segretario dei metalmeccanici bergamaschi, in merito alla contestazione da parte degli operai della Same di fronte alla sede della Cisl di Treviglio (Bergamo).

“Oggi c’è stato un episodio simile alla Somaschini di Trescore dove, sostanzialmente, i lavoratori durante un assemblea hanno gridato la loro rabbia in faccia al funzionario della Cisl” prosegue il segretario dei metalmeccanici lombardi della Cgil, sottolineando “non voglio giustificare nessuno, ma questo comportamento, continuo e ripetuto, avviene dove si insiste a fare accordi senza consentire ai lavoratori di confrontarsi, discutere ed approvare le intese che li riguardano, e sta creando un clima di insofferenza che non è sempre facilmente gestibile”.

giovedì 30 settembre 2010

pc quotidiano 1 ottobre - cigl-uil-sacconi-pd-confindustria solidali con la cisl... e contro gli operai fiom della same

Treviglio - Giovedì pomeriggio un gruppo di tute blu della Fiom ha voluto così protestare contro le deroghe al contratto nazionale firmate dal sindacato.
Same, operai della Fiom
lanciano uova alla Cisl


Giovedì pomeriggio di protesta degli operai Fiom della Same di Treviglio che hanno contestato in modo plateale la firma da parte di Cisl e Uil dell'accordo sulle deroghe al contratto nazionale siglato ieri a Roma; accordo non approvato dalla Cgil che tramite il suo segretario generale Guglielmo Epifani ha fatto sapere di considerare l’intesa “una scelta sbagliata” sia “per Confindustria che per Federmeccanica” perché “porterà inevitabilmente a non avere più un contratto nazionale degno di questo nome".
Protesta che ha bloccato il traffico sull'ex ss 11 ed arrivata fino alla vicina sede locale della Cisl dove le tutte blu aderenti alla Fiom hanno lanciato uova ed altri oggetti per rimarcare il loro "no" all'accordo.
"Un gruppo di 100 operai della Same, accompagnati da funzionari della Fiom, ha raggiunto in corteo la sede intorno alle 15, rimanendoci per mezz'ora - spiega Luca Neri della segreteria Fim-Cisl di Bergamo - ed ha iniziato a lanciare petardi, uova e ad insultarci". Neri non utilizza mezzi termini. "Si è trattata di un'aggressione vera e propria e ci hanno messo in difficoltà anche con gli iscritti tra cui pensionati che si trovavano da noi per consulenze. Ci sono stati attimi di smarrimento - continua - di fronte ad una manifestazione squadrista. Sinceramente mi aspettavo del malcontento ma non che potesse degenerare in questi modi".


Cisl - Questa la decisione dopo la protesta con lanci di uova e petardi vero la sede di Treviglio del sindacato da parte di operai Fiom della Same.
"Rompiamo le relazioni con la Cgil"

Dopo l'assedio di giovedì pomeriggio di alcuni operai Fiom della Same alla sede della Cisl di Treviglio arriva la puntualizzazione della stessa Cisl in merito all'episodio.
“Un fatto gravissimo e inaccettabile- dice Ferdinando Piccinini, segretario generale della CISL bergamasca-. Un atteggiamento cosi antidemocratico e offensivo nei confronti di un’altra organizzazione sindacale non si era mai riscontrato negli anni scorsi. Il fomentare un clima di scontro sociale tra lavoratori è irresponsabile e grave con le derive pericolose che può assumere.
La CISL bergamasca e tutte le categorie sospenderanno tutte le relazioni unitarie con la CGIL invitandola a prendere inequivocabilmente una forte presa di distanza e di condanna di tali atti.
Siamo inoltre valutando di procedere dal punto di vista legale per i danni arrecati alla sede e per le pesantissime offese ricevute. Crediamo che il compito di dirigenti di un sindacato sia anche quello di mantenere un clima democratico e di rispetto il dibattito e il confronto tra le varie organizzazioni rifiutando e isolando ogni forma di violenza. La CISL Bergamasca rimane comunque determinata a proseguire per la sua strada di un sindacato responsabile, libero e democratico che offre risposte concrete a lavoratori e pensionati”.
Per Ferdinando Uliano, segretario generale della FIM CISL, “si tratta di un atto premeditato in quanto alcuni dirigenti della FIOM nella mattinata avevano soppeso gli impegni unitari per organizzare questo vero e proprio atto squadrista tipico degli anni più cupi del ventennio fascista contro un’organizzazione sindacale democratica, i suoi lavoratori e i pensionati.
I massimi dirigenti sindacali della FIOM bergamasca se ne sono anche resi corresponsabili con la loro presenza fisica.
Lo riteniamo un atto gravissimo e intollerabile per qualsiasi organizzazione democratica del nostro paese, che offende non solo la FIM e la CISL, i nostri operatori, gli iscritti e i pensionati, ma anche la storia di un’organizzazione sindacale come la CGIL.
La FIM CISL sospende immediatamente i rapporti unitari e chiederemo l’immediato incontro tra i segretari di FIM FIOM e UILM di Bergamo”.


Fim Cisl: un esposto in Procura
su episodi violenti e intimidatori
30 settembre 2010Cronaca
La sede della Cisl di Treviglio Treviglio, lancio di uova alla Cisl Piccinini: E' rottura con la Fiom
Un "assalto squadrista" è avvenuto oggi presso la sede Cisl di Treviglio da parte di un manipolo di militanti Fiom della Same capitanati dal segretario generale della Fiom di Bergamo. Un atto che la Fim-Cisl definisce "vile e di gravità inaudita". La Fim-Cisl, si legge in una nota, "raccoglierà un dossier su tutti gli episodi violenti ed intimidatori subiti negli ultimi mesi da dirigenti della Fim e presenterà un esposto alla Procura della Repubblica. Chiediamo alla Cgil di intervenire con durezza nei confronti di una organizzazione che sembra davvero aver perso la testa e ha smesso di essere un sindacato confederale".


Sacconi - Il ministro del Welfare commenta quanto accaduto a Treviglio, con il lancio di uova della Fiom contro la Cisl.
"Un'odiosa manifestazione, atto grave"


L'odiosa manifestazione della Fiom Cgil contro la sede Cisl di Treviglio denunciata dalla stessa Cisl, se correttamente riferita dalle agenzie, è un atto gravissimo che si inserisce nella campagna di odio promossa dalla sinistra contro il sindacato riformista». Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, commenta in una nota il lancio di uova e petardi contro la sede della Cisl a Treviglio, in provincia di Bergamo, da parte di un gruppo di operai Fiom della Same, in corteo per protestare contro le deroghe al contratto dei metalmeccanici siglate da Federmeccanica con Fim-Cisl e Uilm. «È bene che simili episodi siano isolati dal giudizio critico di tutti coloro che vogliono operare per consolidare il nostro tessuto democratico», aggiunge Sacconi



Confindustria esprime "severa condanna per quanto accaduto oggi a Bergamo, dove una manifestazione della Fiom-Cgil è degenerata in atti gravissimi, con il lancio di oggetti contro la sede Cisl di Treviglio". "Alla Cisl - si legge in una nota - va la piena solidarietà di Confindustria, che continua ad essere fortemente preoccupata per il ripetersi di episodi che non aiutano il confronto democratico e civile nel quale si stanno impegnando le parti sociali".



La Cgil - Il segretario regionale e provinciale della Cgil commentano la manifestazione della Fiom a Treviglio contro la sede Cisl.
"Ragione nel merito, ma metodi sbagliati"

In relazione ai fatti accaduti oggi davanti alla sede Cisl di Treviglio, il segretario generale della Cgil Lombardia Nino Baseotto ha inviato un comunicato stampa, condiviso anche dal segretario generale di Bergamo Luigi Bresciani: “Considero grave e sbagliata la decisione di FIM e UILM di firmare con Federmeccanica un accordo che accentua ancora di più la possibilità di derogare a normative e parti economiche il CCNL. Da questo punto di vista tale accordo allontana ulteriormente le posizioni all’interno dei sindacati confederali, dopo la scelta di Federmeccanica prima di escludere il sindacato più rappresentativo delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, la Fiom, dal rinnovo del CCNL, e, poi, di disdire il CCNL del 2008. Esprimo quindi – ha proseguito Nino Baseotto – un giudizio sindacale netto e preciso, ma con altrettanta chiarezza dico che non condivido e giudico sbagliata la scelta di indirizzare la protesta dei lavoratori Same di Treviglio contro la locale sede della CISL. Penso sia un errore grave qualsiasi atto che porta a considerare controparte o avversario un’altra organizzazione sindacale, e non le controparti datoriali e il governo che da tempo lavorano a dividere il sindacato. Questo vale per noi come per tutti”.



Uil - La Segreteria della UIL di Bergamo unitamente alla Segreteria Regionale esprime la propria solidarietà alla CISL di Bergamo.
"Si favorisce chi cerca lo scontro sociale"
Stampa Invia Zoom

La Segreteria della UIL di Bergamo unitamente alla Segreteria Regionale esprime la propria solidarietà alla CISL di Bergamo colpita questo pomeriggio dall’aggressione della propria sede di Treviglio da parte di un gruppo di lavoratori della Same nel corso del corteo organizzato dalla Fiom Cgil. Le Segreterie della UIL esprimono inoltre tutta la loro preoccupazione per il fiorire, nell’ultimo mese, di iniziative manifestamente “aggressive” nei confronti di altre sigle sindacali secondo una logica che nulla ha a che vedere con il normale e civile confronto democratico.
Questo clima corre solo il rischio di alzare il livello di tensione e favorire, in questo modo, chi nello scontro sociale pensa di raccogliere consensi, a costo di procurare ulteriori divisioni all’interno del mondo del lavoro, sulla base di una presunta e aprioristica legittimità delle proprie posizioni. L’iniziativa di oggi ha così già prodotto il grave risultato immediato di sospendere i rapporti unitari anche confederali (in attesa di una presa di posizione della CGIL), che a Bergamo avevamo tentato, pur con tutte le difficoltà del caso, di non interrompere, soprattutto in questo momento delicato a causa della crisi e delle ricadute sul piano produttivo e occupazionale.

pc quotidiano 30 settembre - Milano Expo 2015 o...Milano 1936

Comunicato Stampa

Milano 1936, altro che Expo 2015

La decisione di Maroni, per la gioia di Pdl e Lega, di non assegnare alloggi ALER ai Rom sgomberati dai campi è una vergogna; un’infamia razzista che riporta Milano alle liste di proscrizione e alle leggi razziali di fascista memoria. Una città che si sta vendendo al mondo, o meglio sarebbe dire che ha “comprato” il mondo…, con l’immagine delle buone intenzioni per sfamare il pianeta (sigh!! Pensiamo a Salvini o meglio agli sventurati che riceveranno cibo dalle sue mani..), l’Expo buono per un Pianeta più giusto, usa i più bassi istinti per gestire le questioni sociali e territoriali.
Questi razzisti in doppiopetto e camicia verde sostengono che le case bisogna darle agli italiani e non ai rom. Peccato che è la classica guerra tra poveri. Milano è piena di migliaia di alloggi vuoti o sfitti (anche di ALER). Ma una politica da anni asservita agli interessi degli speculatori immobiliari lascia le cose come stanno. Maroni e DeCorato non dicono che a Milano non si costruiscono case popolari da decenni. Non dicono i vari Gallera, La Russa e simili squallidi personaggi, che il Comune di Milano ha appena approvato un PGT che regala del tutto la città ai signori del mattone, devastando quel poco che resta di servizi sociali.
Meglio istigare la piazza, fomentare intolleranza, xenofobia, arroganza. Non c’è lavoro, colpa degli stranieri; non c’è casa colpa dei rom; i quartieri sono un deserto sociale colpa dei migranti. La città chiede diritti, case per tutti, servizi sociali, reddito. La risposta è militari, sgomberi, caccia al colpevole di turno.
Hanno deciso, per eliminare ospiti ingombranti per Expo, di sgomberare il campo Rom di Via Triboniano, senza soluzioni per le famiglie, quando a Milano gli alloggi per loro ci sarebbero, basta volerlo. Si preferisce trasformare un problema sociale, in problema di ordine pubblico. E tutti zitti, o quasi. Si lascia che l’illusione del business Expo devasti i prezzi di affitti e case, senza alcuna politica abitativa seria. Si usa la paura per distogliere l’attenzione dai problemi delle persone, dalla crisi, da una città sempre più invivibile e atomizzate. Mentre lorsignori litigano sulla proprietà delle aree del sito Expo, soprattutto sui lauti profitti che porteranno, a 500 mt di distanza c’è chi vedrà le ruspe portar via le proprie case.
Abbiamo il dovere di reagire a questa barbarie, fermare la deriva razzista e salvare la dignità di persone che tra due settimane, con l’inverno vicino, rischiano di trovarsi senza un tetto, neanche quello misero, ma per molti un sogno, di una baracca o di una roulotte. Invitiamo tutti e tutte a mobilitarsi contro queste scelte e a essere presenti il 15 ottobre prossimo quando dovrebbe essere sgomberato il campo Rom di Via Triboniano, per impedire che si distrugga il campo senza una soluzione per gli abitanti. Fermare lo sgombero per fermare anche la macchina Expo, di cui i Rom sono solo le prime vittime.
Il 19 ottobre il B.I.E. dovrà di nuovo valutare l’avanzamento “lavori”. E’ l’occasione per far sapere al mondo che i milanesi sono stufi di essere presi in giro, non vogliono Expo, non vogliono arricchire gli speculatori sulla pelle delle persone. La Milano antirazzista preferisce i Rom a Maroni o agli interessi delle immobiliari.

Comitato No Expo
28-09.-10
info@noexpo.it
3357633967

pc quotidiano 30 settembre - serata India a Taranto




30 settembre dalle ore 19 alle 22
serata di sostegno alla guerra popolare in india
c/o la sede dello slai cobas per il sindacato di classe via rintone 22
taranto zona bestat

video nuovi e originali
testimonianze da parte dei compagni che sono stati in india
buffet all'indiana

organizza
il comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India
taranto

pc quotidiano 30 settembre PROCESSO MICHELIN: decine di lavoratori morti per tumore

Si avvia verso la conclusione il processo ai vertici degli stabilimenti di Torino - Dora e Stura - della Michelin Italia S.p.A. per la morte di decine di lavoratori a causa di tumori contratti per la presenza, sul posto di lavoro, di amianto e di amine aromatiche.
Le ventitre parti civili hanno accettato l'elemosina dei padroni asassini - 2,5 milioni in totale; questo consentirà ai quattro imputati (l'ad Emanuel Dubree, 85 anni; il direttore, dal 1982 al 1991, dello stabilimento di via Livorno 57, Guido Chino, 83 anni; il direttore dal 1991 al 1998 dello stabilimento di corso Romania 546, Piero Galvagno, 68 anni, ed il direttore dello stesso stabilimento sino al 1978, Ferruccio Zoccola, 89 anni), che dovranno anche risarcire l'Inail con 650 mila Euro, di patteggiare - davanti al pm Raffaele Guariniello ed ai suoi sosituti Sara Panelli, Eugenia Ghi e Gianfranco Colace - una pena insignificante rispetto al numero dei decessi causati dall'esposizione alle sostanze usate nella lavorazione delle miscele per la fabbricazione di pneumatici.
Pur comprendendo la scelta dei familiari delle vittime di accettare la carità padronale, anche in considerazione dell'età avanzata degli imputati che avrebbe rischiato di tradursi in un loro decesso che avrebbe estinto i reati a loro ascritti, portando alle famiglie oltre al danno anche la beffa di non essere risarciti, non è possibile essere soddisfatti di uno sviluppo processuale che porterà i padroni stragisti a non fare, neppure questa volta, nemmeno un giorno di meritata galera.

Torino, 30 settembre 2010
Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

pc quotidiano 30 settembre - Marlane di praia a mare..100 morti ammazzati dal cancro

MARLANE/MARZOTTO DI PRAIA A MARE: OLTRE 100 MORTI AMMAZZATI DI CANCRO COL
COMPLICE SILENZIO DEI SINDACATI CONFEDERALI E DELLE ISTITUZIONI LOCALI


Una vera a propria strage di lavoratori, proseguita per decenni, nonché un
territorio irreparabilmente inquinato, compreso le falde acquifere, dal
sistematico sversamento abusivo di pericolosi inquinanti industriali: il
tutto è stato reso possibile da sindacati ed istituti di prevenzione
"complici e consenzienti" - e dalla collegata e colpevole elusione degli
obbligatori controlli - e dall'intero quadro politico-istituzionale locale
la cui unica azione, in questi decenni, è consistita nell'omertoso tentativo
di "coprire e rendere invisibile" il sistematico e crescente stillicidio di
un centinaio di omicidi cosiddetti "bianchi" facendo di tutto per nascondere
le precise responsabilità aziendali.


Inquietanti figure di sindacalisti-dirigenti aziendali e
sindacalisti-capireparto hanno fatto da corollario, in questi anni, al
complice silenzio che ha tentato di isolare e vanificare la tragica e forte
lotta operaia a tutela della propria vita e della salute delle popolazioni
del territorio. Oggi si è rotto l'isolamento e comincia il processo: ciò è
stato possibile solo grazie alle famiglie degli operai morti in questi anni
e di quelli che nel frattempo si sono a loro volta ammalati, e grazie allo
Slai cobas, che è stato di fatto l'unico sindacato - nella colpevole
latitanza dei sindacati confederali tutti - ad attivare e dar forza, negli
anni scorsi, al procedimento giudiziario.


Dopo aver beneficiato di ingentissimi finanziamenti pubblici e aver chiuso
gli impianti e delocalizzato nell'est europeo, Marzotto lascia centinaia di
morti ed un cimitero industriale: un sinistro monumento al malaffare
industriale ed alla concertazione sindacale che oggi si vorrebbe rilanciare
con la filosofia del 'Piano Marchionne' per relegare in moderna schiavitù
gli operai. Se fosse passata negli anni scorsi la deregolamentazione
autoritaria del Diritto del lavoro chiesta oggi dalla Fiat, oggi Marzotto si
sarebbe salvato dal processo!


Domani all'udienza, assistito dall'avv. Bartolo Senatore, lo Slai cobas -
che ha già prodotto e depositato in Tribunale una dettagliata perizia di
parte - si costituirà parte civile. Saranno presenti il coordinatore
nazionale Corrado Delledonne, e Mara Malavenda, del coordinamento nazionale
dell'organizzazione sindacale e già deputato nella XIII legislatura, che all'epoca
attivò numerose interrogazioni ed iniziative istituzionali di supporto alla
lotta dei lavoratori della Marlane, iniziative che, con quelle di questi
decenni dello Slai cobas, hanno impedito i ripetuti tentativi di
insabbiamento, passati e recenti, e consentono oggi l'avvio del processo.



SLAI COBAS COORDINAMENTO NAZIONALE
29/9/2010

mercoledì 29 settembre 2010

pc quotidiano 29 settembre - fiat sata .. inammissibile ..è la nuova sentenza del giudice !

comunicato

'oggi 29/09/2010 Il ricorso della Fiom sulle modalità con cui la Fiat aveva
attuato il reintegro dei tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza)
licenziati nel luglio scorso è stato dichiarato «inammissibile» dallo stesso
giudice del lavoro che aveva emesso il provvedimento di annullamento dei
licenziamenti. L'udienza durante la quale la Fiom aveva presentato la sua
istanza si è svolta il 21 settembre scorso.
Il sindacato aveva contestato la decisione della Fiat di riammettere i tre
licenziati permettendo loro di svolgere attività sindacale ma non di tornare
a lavoro sulle linee produttive '

lo slai cobas per il sindacato di classe puglia basilicata esprime la sua
massima solidarietà ai delegati licenziati e reintegrati, non fatti
rientrare al lavoro
purteoppo la sentenza dimostra che il pur necessario il ricorso legale e la
continuazione della battaglia legale,
non sono l'arma decisiva per vincere questa battaglia.
Serve la mobilitazione di tutto il gruppo Fiat e la solidarietà di tutti gli
operai e di tutte le organizzazioni sindacali di classe.

Gli operai devono rientrare. Il piano Marchionne deve cadere, a Pomigliano
come a Termine Imerese, a Melfi come a Mirafiori.

6 Ottobre servirebbe uno sciopero alla sata di con delegazioni di operai
anche da altri stabilimenti a Melfi.

Slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale


A Giovanni, Marco e Antonio,

gli operai e i lavoratori, i precari e i disoccupati dello Slai cobas per il
sindacato di classe di Taranto sono al vostro fianco in questa lotta
importante
non solo per voi ma per tutti noi.
Per questo siamo impegnati fin da subito affinchè da tutte le fabbriche, i
posti di lavoro di Puglia e Basilicata, a partire dall'Ilva, ci sia
informazione, prese di posizione, messaggi e raccolta firme al vostro
sostegno.

una delegazione sara al processo il 6 ottobre.

Slai cobas per il sindacato di classe - Puglia e Basilicata
cobasta@libero.it
347-1102638

pc quotidiano 29 settembre - MILANO SCUOLA: POLIZIA PICCHIA STUDENTI E C.S. CANTIERE

29 Set. Ore: 11.51 - Alcune decine di militanti del centro sociale milanese Cantiere e del Coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano sono stati bloccati e pestati dalla polizia all'interno della stazione metropolitana di Duomo. I ragazzi in precedenza avevano fatto puntato la sede dell'Unuci, unione degli ufficiali in congedo, per porre alcune domande riguardo al progetto parafascista che coinvolge i ministeri della Difesa e dell'Istruzione, 'Allenati per la vita', e che prevede l'addestramento militare degli studenti e che proprio l'Unuci dovrà gestire. Respinti con violenza fuori dagli uffici i ragazzi si sono diretti verso la metropolitana di Piazza Duomo, tra cori, striscioni e fumogeni. Al momento di tentare l'ingresso senza pagare sono intervenuti agenti della polizia e carabinieri che li hanno quindi bloccati nel piano mezzanino e li hanno picchiati con grande violenza. Leon, c.s. Cantiere

pc quotidiano 29 settembre - salari, il sole 24 ore e.. Epifani

Il sole 24 ore di ieri si occupa della perdita di salario dei lavoratori
italiani negli ultimi dieci anni secondo quanto denuncia l’istituto ires/cgil.
Ed è istruttivo come nel riportare i dati della perdita di potere d’acquisto di
5.453 euro (i vecchi 10 milioni di lire!) dice anche quanto hanno guadagnato i
padroni, infatti, “se le famiglie di operai e impiegati ci hanno rimesso in
media 3.118 euro, [ai quali si aggiungono oltre 2mila euro di mancata
restituzione del fiscal drag.] professionisti e imprenditori hanno guadagnato
5.940 euro” e questi sono calcoli “ufficiali”, figuriamoci quelli reali!

E a commentare questi dati che le masse lavoratrici conoscono benissimo perché
le subiscono quotidianamente “il sole” cita Epifani che invece, non si capisce
con quale logica, parla di produttività: «il nostro sistema fiscale sta
uccidendo la produttività»!!!

Non sapendo bene come gestire la fastidiosa notizia il sole24ore mette insieme
diversi dati tentando di accomunare nella disgrazie padroni e operai: “Insieme
ai lavoratori dipendenti sono penalizzate le imprese che investono, da un
sistema che "premia" le rendite finanziarie e i grandi patrimoni.”, perché
“abbiamo la pressione fiscale sul lavoro più alta d'Europa (44% contro il 34,4%
della media della Ue a 27).” E citando la cgil che parla della necessità di
riformare il fisco per una migliore redistribuzione (di che cosa non dice)
ammette snocciolando cifre che “dal 1995 al 2008 i profitti netti sono
cresciuti del 75,4%, e che dal '90 a oggi si registra una crescita delle
rendite superiore all'87%, mentre i salari netti sono al di sotto del valore
reale del 2000.”

Epifani, segretario generale del più grande sindacato del paese, richiamato ad
esprimersi continua con le sue trovate che dovrebbero aiutare i lavoratori, e
boccia quindi l’ipotesi di “spostare la tassazione dalle persone fisiche alle
cose” (?) perché «il lavoratore avrebbe meno tasse in busta paga, ma
pagherebbe di più quando va a fare la spesa, tutt'al più si potrebbe pensare a
un'operazione selettiva sull'Iva».(??)

Ancora più divertente, se si potesse dire, è la risposta di un altro
sindacalista della Cgil, presidente dell’Ires, Agostino Megale, che di fronte
all’abbassamento reale dei salari anche nel 2010 dice che questi “hanno
tenuto”, e se ne vanta pure, «La tenuta è dovuta al fatto che nell'83% dei
casi abbiamo siglato i contratti unitariamente, ottenendo più dell'inflazione e
senza deroghe, al contrario dell'unica intesa separata».

Per “rassicurare” gli operai e i lavoratori Epifani dice che “di tutto ciò
bisognerà parlare al tavolo sulla competitività convocato da Confindustria per
il 4 ottobre e nell'ambito della verifica sul modello contrattuale.” E continua
l’articolo: “In vista del "tagliando" sugli assetti contrattuali Epifani si
dice favorevole ad ampliare la contrattazione di secondo livello e ad
alleggerire il contratto nazionale con norme meno prescrittive su inquadramento
e orari.

Epifani, che l’altro giorno ha scambiato baci con la Marcegaglia, conferma la
sua totale convergenza con le richieste della Confindustria.

Per tutti i lavoratori ancora un segnale forte che bisogna attrezzarsi per
dare le risposte giuste all’abbraccio Cgil/Padroni!


__________ Informazione NOD32 5487 (20100928) __________

Questo messaggio � stato controllato dal Sistema Antivirus NOD32
http://www.nod32.it

pc quotidiano 29 settembre - Militari all’estero:Impunità assoluta per legge! …Storie di taskforce, ambulanze, civili mitragliati

In queste ore sui media di tutto il mondo girano le immagini del video dell’interrogatorio dei giovanissimi componenti del KILL TEAM , un gruppo di soldati americani ventenni che plagiati dal loro sergente ammazzavano e collezionavano dite di civili afgani innocenti per puro divertimento. Se la Corte marziale li riterrà colpevoli il rischio per loro è la morte o il carcere a vita.
Ma…in Italia quali sono le misure che impediscano che si commettano abusi nelle operazioni militari all’estero?
Impunità assoluta per legge , o meglio, grazie al solito decreto milleproroghe…

Con il nostro articolo che pubblichiamo su http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/afghan_15_killteam.htm



riteniamo opportuno aprire uno squarcio sul velo plumbeo della legislazione di “emergenza” che da pochi mesi permette la totale impunità sui reati che i militari possono fare durante le operazioni all’Estero.

Un’impunità che non siamo noi a definirla tale, ma, bensì, esperti civili e militari di diritto penale che ha approfondito questo argomento sulla rivista più prestigiosa delle nostre Forze Armate, Informazioni della Difesa, periodico a firma dello Stato Maggiore della Difesa, nel numero 3/2010, giunto un mese fa agli abbonati.

Esso è una conferma autorevole a quanto denunciato da troppo tempo da associazioni pacifiste eantimilitariste, come noi dell’Osservatorio sui Balcani di Brindisi: siamo arrivati ad un punto di deriva democratica tale che, in nome dell’unanime consenso patriottico, le quotidiane polemiche politiche tra poli son state messe da parte per approvare una legge, quella che è entrata in vigore il 1 gennaio 2010, la 197/2009, che praticamente rende non punibili i militari che usassero le armi o altro mezzo coercitivo contro tutti coloro che gli si oppongano, in qualunque modo, impedendo l’esecuzione di ordini e direttive impartite e/o nel rispetto delle Regole d’Ingaggio, ROE.

I due esperti , autori dell’articolo ( Paolo Maria Ortolani e Francesco Zamponi ) nel loro particolareggiato studio, si dichiarano perlomeno sconcertati ( se non addirittura scandalizzati NdR) su come , provvedimenti amministrativi ( redatti da Generali e sotto la pressione di Paesi -gli USA- o Alleanze - la NATO- NdR) possano diventare norme di rilevanza penale tali da ledere il principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge.



Leggi su richiesta NATO-USA
Durante il 2009 , dopo il fallimento delle elezioni afgane e le polemiche su come uscire dal pantano afgano, Obama e il Pentagono richiedevano che l’impegno italiano in Afghanistan fosse più aggressivo e reparti speciali nazionali facessero parte dei team delegati alla eliminazione della minaccia degli insorti.

Come fare per evitare che nostri militari coinvolti in operazioni di “killeramento” di capi talebani, trafficanti di oppio ed armi , potessero andare sotto processo se vi fossero vittime civili? Come evitare che in operazioni multinazionali a guida americana, i nostri uomini, lavorando in team con soggetti come la Kill Team, la squadra di statunitensi che ammazzava afgani tagliando poi loro dita e altre parti del corpo per puro sadismo, potesse ritrovarsi su un tavolo di tribunale? Si scatenava una ridda di ipotesi su come cambiare il codice penale militare di pace o crearne uno apposito riguardante le operazioni di “controguerriglia” e/o di peacekeping.

Alla fine, come al solito, si trovava una soluzione all’italiana che aggirava discussioni parlamentari e coinvolgimento di pericolose Consulte .

Nel solito documento multiproroghe , salva missioni di fine anno, il n 152 del 4 novembre 2009,(disposizioni urgenti proroga missioni internazionali ed altro…) veniva fatta una legge di modifica che , esplicitando la non punibilità degli atti fatti sotto ordine superiore, derubrica a colposo qualunque tipo di violazione nell’uso eccessivo della forza”.

Praticamente una vera e propria licenza di ammazzare o infliggere danni a tutti coloro che anche inconsapevolmente si trovassero a traversare la strada di un nostro gruppo di armati all’estero.

Prendiamo per esempio l’ultima operazione di una nostra Task force andata a male, quella dove il tenente Romani ha perso la vita. quando ha avuto la sfortuna di imbattersi in un gruppo di prede talebane decise a non farsi “terminare”.

Nel quadro specifico della missione del tenente Romani, nel caso che nell’irruzione nel covo talebano fossero stati killerati donne e bambini , lì presenti , la stessa procura di Roma competente per i reati commessi dai nostri militari all’estero non avrebbe dovuto aprire nessuna inutile pratica, poiché il reato, quello che prima si sarebbe potuto configurare come mancata osservanza di norme atte a preservare le vite dei civili, uso eccessivo della forza, ecc è stato cancellato, per adesso soltanto per i militari all’Estero, ma che si prevede di poterlo estendere in tutte le operazioni dove sia richiesto l’intervento di militari in un ambiente urbano, ovvero dove il “nemico” si confonda o sia appoggiato dalla popolazione civile.

Questo non significa che, prima del gennaio 2010, atti di violenza inutile o di stupidità nell’osservanza degli ordini siano stati censurati con condanne!!! Assolutamente no!

Son passati i tempi in cui lo scandalo torture in Somalia, fece oscurare il mito del Buono Soldato Italiano portandolo nell’aula di tribunale. Dal 2001 tutto ciò che è avvenuto di “sporco” all’estero è stato di fatto assolto con motivazioni incredibili in nome della lotta al terrorismo internazionale.



Ambulanze mitragliate, civili giustiziati: la catena delle assoluzioni

Ve la ricordate la famosa battaglia dei ponti a Nassirya in Iraq? Lì vi fu una vera e propria strage di miliziani e civili che contesero al nostro contingente l’accesso ai ponti della città.

Le vittime furono tutte classificate insorti e quindi non-degne neanche di uno sputo di condoglianza, ma choccò tutti l’ambulanza mitragliata, nonostante che portasse i contrassegni della Mezzaluna rossa. In quel caso i nostri soldati ammazzarono 4 occupanti dell’ambulanza, compresa una donna partoriente: ebbene, con sentenza n33 del 7 maggio 2007 il Gup del tribunale militare di Roma ha mandato assolti i nostri militari. ( exart44 cpmp)

Così è stato, in un’altra occasione, per un civile, un manifestante iracheno freddato dai nostri militari.

La vicenda è di una crudeltà rivoltante: lui, l’iracheno che protestava, fu reco “reso inoffensivo” ovvero pestato e gettato, svenuto, per terra. Nonostante ciò, veniva freddato, da un altro soldato italiano che lo colpiva con la canna del fucile dal quale, “inavvertitamente”, gli partiva un colpo. Non ci dilunghiamo sui particolari macabri dell’effetto del proiettile da guerra sulla sua testa ….Ebbene, la Corte militare di Appello con sentenza n27/06 del 5 maggio 2006 n.27 ha assolto il militare per aver agito in stato di necessità militare (exart 44 e 59 cpmp) ponendo a suo fondamento l’interesse militare che aveva come obbiettivo la sicurezza del posto dove i manifestanti si erano radunati.

Su tutto ciò aleggia un silenzio, complice trasversale e chi lo viola , come noi, è additato come sabotatore, antipatriottico e alleato ai terroristi che un giorno potrebbero anche colpire il nostro paese.

Invece, a portare la barbarie della guerra nel nostro paese, sono proprio sentenze e leggi simili, poiché, negli scenari futuri che si prefigurano, vi sarà un sempre più maggiore presenza di militari nelle aree di crisi interne, di controllo e presidio di centrali nucleari, ponti sullo Stretto, Ferrovie Alta Velocità TAV in costruzione, ecc, in caso di gravi crisi sociali, controllo di aree metropolitane a rischio, ecc.

In quel caso ad avere la canna del fucile puntata , saremo tutti noi e non ci potremo appellare a nessuna giustizia, poiché noi siamo rimasti in silenzio quando a cadere sotto i mitra e i silenziatori erano gli altri , gli alieni, gli oppositori della democrazia occidentale.

Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

Brindisi 28 settembre 2010

pc quotidiano 29 settembre - manifesto mfpr

pc quotidiano 29 settembre - il commissario stupratore di joy rinviato a giudizio

From: "donnecontroiC.I.E."

Rinvio a giudizio per Vittorio Addesso


Abbiamo saputo ora dall'avvocato di Joy che Vittorio Addesso è stato
rinviato a giudizio!
Entro breve dovrebbe essere fissata l'udienza.
Noinonsiamocomplici





Siamo molto contente! Un altra vittoria della battaglia di Joy, delle
immigrate e del movimento delle donne.
Ora dobbiamo con la mobilitazione ottenere la sua condanna.
Non abbiamo fiducia nella giustizia
Abbiamo fiducia solo nella nostra lotta!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

pc quotidiano 29 settembre - da milano a palermo - organizziamoci insieme e subito - appello di red block

Sabato 25 settembre è stata una giornata particolare che ha visto due città lontanissime geograficamente, Milano e Palermo, protagoniste di scontri tra fascisti e antifascisti ma con esiti diametralmente opposti!
A Milano,da diverso tempo a questa parte la situazione politica al liceo Manzoni, storicamente di sinistra, è piuttosto tesa: ma sabato i fascisti che cercano d'infiltrarsi tra gli studenti propagandando idee razziste e xenofobe hanno avuto una buona risposta da parte di una sessantina di militanti antifascisti che organizzati hanno cacciato via la feccia nera che cercava di fare un volantinaggio proprio davanti l'ingresso del Manzoni.
Gli studenti del collettivo del Manzoni hanno esposto uno striscione: «Fuori i fascisti da scuola» e nel pomeriggio hanno scritto un comunicato per denunciare «le incursioni di Forza Nuova nelle scuole» e «ribadire che il Manzoni antifascista non accetta messaggi xenofobi e razzisti»
A Palermo invece la situazione è stata diversa un gruppo di compagni ha subito un'aggressione di una decina di militanti di Azione Giovani (Giovane Italia, PDL) che hanno attaccato i compagni davanti il liceo classico Umberto I con caschi e cinture provocando danni piuttosto seri a qualcuno di loro.
Anche al liceo classico Umberto I di Palermo da diverso tempo a si vedono i fascisti che cercano di strappare una scuola agli studenti antifascisti che oppongono resistenza e sono costretti a fare i conti anche con la macchina repressiva dello stato.
Qui la questione si è riscaldata quando un militante di Red Block ha giustamente impedito l'intervento a una'assemblea d'istituto di un attivista del blocco studentesco che era appoggiato da dieci simpatizzanti.
Da quel momento in poi Casapound ha cominciato ad intensificare i volantinaggi con la presenza di militanti universitari che proteggevano i più "piccoli" dall'esterno ma ciò non bastò e infatti prima della fine dello scorso anno scolastico Red Block ha ulteriormente bloccato fisicamente un volantinaggio di Casapound.
Digerita la batostadiverse organizzazioni di destra hanno stretto alleanza per contrastare i compagni e cercare di imporsi nella scuola una scuola che a questo punto diventa un simbolo di questa lotta. Questo avrebbe dovuto essere chiaro per tutti, ma alcune realtà anziché fare fronte unito contro il fascismo determinati preferiscono agire da soli con presunzione di avere sempre la meglio e provocando invece una frammentazione delle forze che giova soltanto ai fascisti.

Red Block continua a ribadire che a Palermo come in altre città è necessario fare fronte unito tra le realtà antifasciste e costruire la Raf (rete antifascista) che agisca sotto il punto di vista militante ma anche ideologico,culturale, politico, sociale perchè spesso ci si trova di fronte a studenti o giovani dei quartieri che ricevono costantemente un vero e proprio lavaggio del cervello dai mass media.
Questa rete ancora non è presente e non c'è da parte di alcune realtà la volontà di costruirla a causa di alcuni settarismi tipici dell'area autonoma palermitana e anarchica...
In questo l'esempio della azione di red block all'Umberto è positiva e va generalizzata.
Le diverse realtà antifasciste milanesi si sono organizzate insieme per cacciare i fascisti da una scuola simbolo è stata quindi una iniziativa positiva e una indicazione che va raccolta anche a Palermo, sulla base di questo orientamento è stata convocata una assemblea martedì 27 settembre.
Alla assemblea hanno partecipato diversi giovani antifascisti di diverse realtà sia collettivamente che a titolo individuale.
Dopo l'introduzione, è stato proposto un sit-in davanti alla scuola organizzato meticolosamente e pronto a eventuali provocazioni.
La proposta ha trovato l'accordo subito da parte di studenti dell'Umberto, del collettivo 20 luglio e di altri studenti presenti e si è deciso di costruire un percorso di 10 giorni 'per accumulare forze' fatto di 1 propaganda militante, 2 scrittura volantino e locandina per ulteriore propaganda, 3 propaganda finale al corteo studentesco dell'8 ottobre.
E' spiacevole che nonostante invitati .. non abbiano partecipato la realtà dell'ex carcere e il coordinamento anarchico, questa assenza ha però rafforzato l'area presente, dato che ha messo in luce la natura settaria di queste forze
Bisogna comunque lavorare affinchè queste forze cambino atteggiamento e si uniscano all'iniziativa, tenendo conto che il settarismo produce malcontento tra i giovani studenti dell'anomalia/ex carcere, alcuni dei quali cercano anche una alternativa.

Red Block Palermo

pc quotidiano 29 settembre - BRESCIA : PROTESTA A OLTRANZA PER LA SANATORIA COLF E BADANTI

Sanatoria subito e per tutti: con questo slogan e’ partita questa mattina a Brescia una protesta ad oltranza per richiedere la regolarizzazione di tutte le persone migranti che hanno presentato la domanda di sanatoria nel settembre del 2009. Ad un anno di distanza si registrano ritardi clamorosi oltre a rigetti delle domande e si configura una vera e propria truffa ai danni dei migranti. A livello nazionale su 300mila domande, solo 170mila sono state esaminate e 130mila restano inevase; i rigetti sono stati oltre 20mila. A Brescia, secondo i dati forniti oggi dalla Prefettura, le domande sono state 11200, circa 7000 hanno avuto risposta e circa 4000 sono ancora in attesa; i rigetti sarebbero circa 1000 anche se per l’ufficio immigrati della CGIL e per gli avvocati dell’associazione Diritti per tutti sono molti di piu’.

La motivazione principale per i rigetti e’ la condanna per clandestinita’ che molti migranti hanno subito negli anni scorsi, cioe’ la condanna senza aver commesso reati ma solo per il fatto di essere stati fermati senza permesso di soggiorno.

La protesta e’ cominciata in Piazza Loggia verso le ore 10 poi dopo un breve corteo che si e’ ingrossato man mano arrivando a contare diverse centinaia di persone ci si e’ spostati sotto il Palazzo della Prefettura dove una delegazione e’ stata ricevuta dal viceprefetto. Il corteo e’ poi ripartito lungo le vie del “ring” cittadino, arrivando sotto la sede del TAR per un presidio di protesta e ripartendo in seguito per concludersi verso le 16,30 davanti all’ufficio unico della Prefettura di via Lupi di Toscana (ex caserma Randaccio) dove si e’ insediato il presidio permanente ed e’ iniziato lo sciopero della fame: la protesta proseguira’ ad oltranza, 24 ore su 24 e davanti all’ufficio delle Prefettura sono state montate tende dove trascorrere la notte.

Associazione Diritti per tutti



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reteantirazzista mailing list
reteantirazzista@circuito.info
http://circuito.info/mailman/listinfo/reteantirazzista_circuito.info

pc quotidiano 29 settembre - i fascisti di forza nuova entrano nella maggioranza berlusconiana e agiscono come componente squadristica di essa

il governo berlusconi nella marcia verso un regime moderno fascista, spiana la strada in parlamento del dissenso finiano e imbarca nuovi parlamentari acquistati, mentre nella società raccoglie tutte le componenti reazionarie per fare essenzialmente di esse la base attivistica e anche squadristica della sua azione.
in questo quadro al nord la mobilitazione punta essenzialmente sulla base leghista, ma intorno a essa raccoglie ampiamente i fascio-nazisti, mentre altrove imbarca la destra di storace e al seguito tutta la galassia neofascista..all'interno di essa forza nuova e casapound fanno la parte del leone
l'antifascismo di massa e militante deve constantemente mettere in relazione la sua mobilitazione antifascista con la lotta contro il governo e il sistema moderno fascista in formazione
questo non avviene e anche per questo le reti antifasciste segnano il passo e non riescono a consolidarsi come strumenti, momenti e forme della lotta
al sud e in campania particolarmente , i fasci fanno dell'antimmigrazione il cavallo di battaglia per cercare di darsi una base popolare
in questo senso l'iniziativa preannunciata da forza nuova a caserta, merita la massima attenzione e la cecessità di una contro mobilitazione
la notizia è tratta da Indymedia

CASETELVOLTURNO (Caserta), 24 settembre 2010 - Il Segretario Nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, chiama a raccolta la cittadinanza di Castelvolturno (Caserta) giovedì 30 settembre 2010 alle ore 19,30 in via S. Rocco all'altezza di via Domiziana per una fiaccolata contro l'immigrazione.La manifestazione indetta da Forza Nuova ha l'obbiettivo di denunciare l'assenza dello stato, che ha ridotto Castelvolturno, città di antiche tradizioni, ad essere il ricettacolo di più di 15.000 immigrati clandestini, oltre metà della popolazione indigena, moltissimi dei quali dediti alla delinquenza. In questo scenario di degrado, violenza e illegalità in cui versa Castelvolturno, Forza Nuova raccoglie il grido di protesta del Sindaco e lancia la proposta dei Comitati Popolari Permanenti, composti dalla popolazione e dai militanti del movimento, per garantire la sicurezza e sostituire uno Stato che già da troppo tempo ha abbandonato i cittadini nelle mani della mafia e della criminalità. Per Forza Nuova e per l'Italia è iniziata una sfida che avrà come esito o il crollo sociale di una città o la prima liberazione di una parte del territorio occupato da crimine e caos.

martedì 28 settembre 2010

pc quotidiano 28 settembre - blog basta morte sul lavoro!

Riprende il blog della Rete nazionale sulla sicurezza sul lavoro
all'indirizzo: http://bastamortesullavoro.blogspot.com/ con articoli,
denunce, lotte, iniziative.

contro i padroni assassini e il governo che considera un "lusso"
insopportabile la legislazione sulla sicurezza sul lavoro

pc quotidiano 28 settembre - Marcegaglia assolto per l'uccisione di un operaio

Per gli infortuni e la morte sul lavoro di un operaio, assolto a Ravenna
Steno Marcegaglia!



E' possibile che il reato per lesioni colpose ed omicidio colposo per la
morte sul lavoro degli operai

debba essere prescritto? Che giustizia è mai questa se i padroni possono
evitare i processi?

La prescrizione evita il rinvio a giudizio per Steno Marcegaglia per i quale
il gup Anna Mori del

Tribunale di Ravenna ha emesso la sentenza del "non luogo a procedere" al
termine dell'udienza

preliminare. La lunga scia d'infortuni nel sito di Ravenna della Marcegaglia
dal 1996 al 2003, un

operaio morto sul lavoro nel 2003, Antonio Rauso di 28 anni di Santa Maria
Capua Vetere (Caserta),

sono senza colpevoli! O, meglio, non è stato sufficiente che un direttore di
stabilimento, Zangaglia, sia

stato pluricondannato e, nonostante questo, fosse stato riconfermato da
Steno Marcegaglia alla

direzione del sito di Ravenna. Invece che un processo e una condanna
esemplari, è bastato il

risarcimento di padron Marcegaglia per il "non luogo a procedere". Vergogna!

L'indagine preliminare della pm D'Aniello aveva dato seguito agli atti
inviati in Procura nella

primavera del 2005 in cui il giudice di allora diceva chiaramente: "neppure
l'omicidio colposo

verificatosi il 14 gennaio 2003 sembra avere intaccato un sistema rivelatesi
inadeguato rispetto al

dovere di protezione della incolumità dei lavoratori".

Ma anche chi "predica bene ma razzola male" ha le sue responsabilità in
questa ennesima ingiustizia.

Ci riferiamo alla Fiom che aveva dato indicazione, a livello nazionale, di
costituirsi parte civile nei

processi per la morte degli operai, invece niente, anzi non ha trovato di
meglio da fare che

polemizzare con la Rete per la sicurezza sul lavoro perchè avevamo
denunciato l'emergenza sicurezza

nel sito di Ravenna.

Senza una partecipazione attiva degli operai e l'unità autoorganizzata nella
Rete per la sicurezza sul

lavoro non è possibile ottenere giustizia.







Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro- Ravenna

c/o Slai Cobas per il sindacato di classe via G. Di Vittorio, 32 (Bassette)

tel. 339/8911853

e mail: cobasravenna@ libero.it



bastamortesullavoro@domeus.it

visita il blog: bastamortesullavoro.blogspot.com




__________ Informazione NOD32 5485 (20100928) __________

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pc quotidiano 28 settembre - 50° suicidio in carcere

Detenuto di 26 anni uccide con un mix di farmaci: è il 50° suicidio dell’anno
I due terzi delle vittime avevano meno di 40 anni, 38 erano italiani e 12 stranieri
Nove mesi di suicidi nelle carceri italiane

Con la morte di Ajoub Ghaz nel carcere di Ancona salgono a 50 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane da inizio 2010. In nemmeno nove mesi è stato così eguagliato il numero di suicidi avvenuti nell’intero anno 2006 e superato quelli degli anni 2007 (45 casi) e 2008 (46 casi). Il 2009 è stato l’anno del tragico “record”, con 69 suicidi (72 secondo alcune fonti), che quest’anno potrebbe essere superato.

Gli italiani suicidi sono stati 38 (76%) e gli stranieri 12 (24%). A fine agosto gli stranieri presenti nelle carceri italiane erano 24.981 sul totale di 68.345 detenuti (il 36%), quindi il tasso suicidario più elevato si è registrato tra gli italiani (8,7 casi su 10mila, contro 4,8 su 10mila).

Ad uccidersi in cella sono soprattutto i giovani: 13 dei detenuti suicidi avevano tra i 20 e i 30 anni; 19 avevano tra i 31 e i 40 anni (quindi il totale degli “under 40” è pari al 64% del totale); 11 avevano tra i 41 e i 50 anni; 5 avevano tra i 51 e i 60 anni e 2 avevano più di 60 anni. La carceri nelle quali nel 2010 si è verificato il maggior numero di suicidi sono: Padova Casa di Reclusione (3); Roma Rebibbia (3); Siracusa (3) e Sulmona (3); seguono Catania Bicocca (2); Lecce (2); Napoli Poggioreale (2) e Reggio Emilia (2). L’impiccagione è la “tecnica” più utilizzata per togliersi la vita in carcere (41 detenuti si sono impiccati alle sbarre, utilizzando quasi sempre un cappio fabbricato con strisce di lenzuolo, ma in alcuni casi anche capi di vestiario fatti a brandelli. Cinture e stringhe delle scarpe sono vietate in quasi tutte le carceri e quindi vengono utilizzate raramente). Le bombolette di gas butano del fornello da camping, in uso ai detenuti per cucinare e riscaldare cibi e bevande, sono state utilizzate in 6 casi per asfissiarsi (poiché l’inalazione del gas viene anche utilizzata per ricercare lo “sballo”, in sostituzione delle sostanze stupefacenti, abbiamo considerato soltanto i casi nei quali il detenuto è stato ritrovato con la testa chiusa in un sacchetto di plastica).

In 2 casi i detenuti si sono avvelenati con un mix di farmaci. In genere si tratta di farmaci regolarmente prescritti dai medici del carcere, che dovrebbero essere assunti davanti all’infermiere al momento della somministrazione, ma evidentemente vengono nascosti e accumulati in cella per molti giorni, fino a raggiungere la quantità necessaria per ottenere l’effetto letale. Più raramente i medicinali sono introdotti dall’esterno del carcere, in maniera illegale.

Infine 1 detenuto è morto dissanguato, dopo essersi tagliato la carotide con una lametta: le lamette da barba sono spesso utilizzate per autolesionismi, a scopo rivendicativo o dimostrativo, tuttavia i detenuti solitamente si feriscono le braccia e le gambe, a volte si infliggono ferite sull’addome e il torace. Tagliarsi le vene del collo fa quindi propendere per l’ipotesi di un suicidio, piuttosto che di un atto dimostrativo finito in tragedia.



Ieri pomeriggio l’ultimo caso ad Ancona

La vittima si chiamava Ajoub Ghaz, 26 anni, originario della Tunisia. Il fatto è accaduto nel primo pomeriggio di ieri all’interno di una delle celle di detenzione del carcere di Montacuto ad Ancona, quando alcuni compagni di cella del tunisino hanno dato l’allarme. Immediato l’intervento dei sanitari, ma una volta nella cella i medici si sono resi subito conto che per il giovane detenuto non c’era più nulla da fare. Anche i ripetuti tentativi rianimatori non hanno dato alcun esito. Nel carcere è successivamente arrivato il dottore Luongo, della medicina legale dell’ospedale di Torrette, che ha effettuato una prima ispezione cadaverica. Stando alle modalità dell’episodio, agli indizi trovati sul posto, alle testimonianze e alle prime indagini, sembra sia emersa con forza su tutte le altre l’ipotesi di un mix fatale di farmaci. Tipologia e quantità non sono ancora state specificate, certamente una dose piuttosto robusta, tanto da stroncare la vita ad un giovane di appena 26 anni.

Se l’indiscrezione fosse confermata c’è da valutare con la massima attenzione come sia stato possibile che un detenuto sia riuscito ad entrare in possesso di medicinali viste le ferree regole e restrizioni vigenti all’interno di un istituto di pena. Nel tardo pomeriggio la salma del giovane è stata trasferita all’istituto di medicina legale dove si trova, a disposizione della magistratura. Salvo rinvii dell’ultima ora l’autopsia sul corpo di Ghaz potrebbe essere effettuata già domani. Solo allora, e una volta avvisati i parenti della vittima, sarà possibile inviare la salma di Ajoub Ghaz in Tunisia per le esequie.



I detenuti suicidi nel 2010 (in ordine di data, dal più recente)



Cognome-Nome Età Data morte Metodo Istituto

Ghaz Ajoub 26 anni 25-set-10 Avvelenamento farmaci Ancona

Minniti Bruno 23 anni 23-set-10 Impiccagione Reggio Calabria

Marocchino Detenuto 22 anni 22-set-10 Impiccagione Venezia

Maggi Ivan 22 anni 08-set-10 Impiccagione La Spezia

Consolo Francesco 32 anni 08-set-10 Inalazione gas Napoli Poggioreale

Ajadi Moez 33 anni 05-set-10 Avvelenamento farmaci Pisa

Algerino Detenuto 27 anni 26-ago-10 Impiccagione Siracusa

Panariello Raffaele 31 anni 24-ago-10 Impiccagione Sulmona (AQ)

Carbogani Matteo 34 anni 22-ago-10 Impiccagione Parma C.C.

Greco Riccardo 50 anni 11-ago-10 Impiccagione Roma Rebibbia

Hattabi Mohamed 43 anni 05-ago-10 Impiccagione Brindisi

Ramon Berloso 35 anni 04-ago-10 Impiccagione Udine

Liotta Corrado 44 anni 27-lug-10 Impiccagione Siracusa

Corallo Andrea 39 anni 23-lug-10 Taglio vene Catania Bicocca

Manfrè Rocco 65 anni 18-lug-10 Impiccagione Caltanissetta

Saba Italo 53 anni 18-lug-10 Impiccagione Sassari

Spada Antimo 35 anni 14-lug-10 Impiccagione Torino

Mantice Santino 25 anni 30-giu-10 Impiccagione Padova Reclusione

Mento Marcello 37 anni 28-giu-10 Impiccagione Giarre (Ct)

Di Marco Antonio 43 anni 15-giu-10 Inalazione gas Catania Bicocca

Coluccello Luigi 55 anni 12-giu-10 Impiccagione Lecce

Caneo Francisco 44 anni 12-giu-10 Impiccagione Opera (Mi)

Lomagna Alessandro 34 anni 06-giu-10 Impiccagione Salerno

Straniero Detenuto 30 anni 28-mag-10 Impiccagione Lecce

Caselli Aldo 44 anni 19-mag-10 Impiccagione Reggio Emilia

Franzese Domenico 45 anni 15-mag-10 Impiccagione Siracusa

Ivanov Kirilov Vasiline 33 anni 08-mag-10 Impiccagione San Vittore (Mi)

De Magro Eraldo 56 anni 06-mag-10 Impiccagione Como

Protino Gianluca 34 anni 27-apr-10 Impiccagione Teramo

Palumbo Giuseppe 34 anni 23-apr-10 Impiccagione Firenze

Bellante Daniele 31 anni 13-apr-10 Impiccagione Roma Rebibbia

Italiano Detenuto 39 anni 11-apr-10 Inalazione gas Santa Maria C.V. (Ce)

B. Carmine 39 anni 07-apr-10 Impiccagione Benevento

Iaria Romano 54 anni 03-apr-10 Impiccagione Sulmona (AQ)

Italiano Detenuto 47 anni 28-mar-10 Inalazione gas Reggio Emilia

Russo Angelo 31 anni 10-mar-10 Impiccagione Napoli Poggioreale

Sorrentino Giuseppe 35 anni 07-mar-10 Impiccagione Padova Reclusione

Giuliani Roberto 47 anni 25-feb-10 Impiccagione Roma Rebibbia

Furuli Alessandro 42 anni 24-feb-10 Impiccagione Vibo Valentia

Balsamo Vincenzo 40 anni 23-feb-10 Impiccagione Fermo

Aloui Walid 28 anni 23-feb-10 Impiccagione Padova Reclusione

Tunisino Detenuto 26 anni 22-feb-10 Impiccagione Brescia

Ben Massoud Adel 57 anni 12-feb-10 Inalazione gas Livorno

Volpi Ivano 29 anni 19-gen-10 Impiccagione Spoleto (PG)

Mohamed El Abbouby 25 anni 15-gen-10 Impiccagione Milano San Vittore

Abellativ Eddine 27 anni 13-gen-10 Impiccagione Massa Carrara

Tammaro Antonio 28 anni 07-gen-10 Impiccagione Sulmona (AQ)

Attolini Giacomo 49 anni 07-gen-10 Impiccagione Verona

Frau Celeste 62 anni 05-gen-10 Impiccagione Cagliari

Ciullo Pierpaolo 39 anni 02-gen-10 Inalazione gas Altamura (BA

pc quotidiano 28 settembre - Fincantieri Palermo ...Agli operai non possono bastare più le promesse!

Fincantieri: forse commessa da 5 miliardi e impegni a non licenziare, promesse
da marinaio?

Le lotte di questi ultimi giorni degli operai Fincanteri in quasi tutti gli
stabilimenti del paese con cortei occupazioni di uffici e scontri con la
polizia hanno ottenuto un primo risultato: dirigenti dell’azienda e politici
cominciano a fare promesse:
- per Palermo i dirigenti si sono impegnati a mantenere le tre attività di
produzione che lo rendono esclusivo: costruzione, trasformazione e
riparazione.
Lo hanno assicurato il direttore dello stabilimento Raffaele
Davassi e il capo del personale Lorenzo Scilipoti ai sindacati nel corso
dell'incontro nella sede di Confindustria a Palermo. I dirigenti di Fincantieri
dunque hanno smentito le indiscrezioni sul piano industriale. A Palermo sono in
arrivo alcune navi da crociera e altri mezzi per le riparazioni (di costruzione
ancora nemmeno l’ombra!);
- a livello nazionale c’è la notizia data ad una festa del Pdl friulano dal
sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, che ha ammesso l'esistenza di una
trattativa avviata con il governo di Brasilia per una commessa da 5 miliardi di
euro. (Certo soprattutto per “tranquillizzare” gli operai dove esistono almeno
tre stabilimenti molto vicini come quello di Trieste, Monfalcone e Marghera).
L’accordo dovrebbe chiudersi entro dicembre.
Secondo il sottosegretario, inoltre, “la firma del contratto potrebbe generare
una maggiore tranquillità occupazionale in favore dei lavoratori della società,
estesa ad almeno 4 o 5 anni”.

E all'incontro a Roma tra i vertici dell'azienda e i sindacati, come riporta
l’ansa, la società ha ammesso che il piano di tagli è stato redatto ma non sarà
applicato, confermando sia il numero degli organici che quello dei siti
produttivi. Positivi i commenti dei sindacati ma resta confermato lo sciopero
nazionale del primo Ottobre in attesa della convocazione da parte del
Governo.

Naturalmente di promesse di questo tipo la Fincantieri ne ha fatte durante
tutti questi anni e non le ha mai mantenute, anzi, ha continuato a fare
profitti per milioni mentre la condizioni degli operai da ogni punto di vista è
peggiorata.


Palermo, 27/9/2010

da Slai cobas per il sindacato di classe
Via g. del duca 4 – Palermo
Telefax - 091/203686 - 338.7708110

lunedì 27 settembre 2010

pc quotidiano 27 settembre - giro di propaganda, proposta e contatti in Emilia Romagna a sostegno della guerra popolare in India

Il giro a Bologna di sabato 24 fatto dal responsabile per il Comitato di sostegno per l'Emilia Romagna è andato relativamente bene. Locandine e materiale di propaganda è stato portato all’XM24, al laboratorio crash e al comitato iqbal masiq. All’iqbal masiq è stato presentato il comitato e chiesto di organizzare una serata. Locandine sono state affisse nella zona universitaria
A Modena sono stati incontrati i compagni di modena del collettivo comunista, proponendo una iniziativa a modena sulla solidarietà all’india. Sono stati d’accordo di realizzarla nel nuovo spazio sociale “guernica” nei pressi della stazione e con il coinvolgimento del collettivo autonomo per il mese di ottobre. Sono state date locandine, appello, bollettino azad.

Sempre a Bologna è stata proposta nelle settimane scorse la realizzazione di una iniziativa ai compagni della Rete dei Comunisti, che hanno ritenuto che ci voglia più tempo per realizzarla
Da parte nostra abbiamo rilevato e scritto
....

Cari compagni, riguardo i tempi: la nostra proposta fatta al gruppo di
Bologna della RdC non è certo nuova... Ci fa piacere comunque che siete interessati più avanti ad organizzare un appuntamento sulla questione dello sviluppo del
movimento comunista maoista in india". ....la nostra proposta era, ed è, di fare conoscere e di dare vita ad un comitato anche a Bologna che fosse punto di riferimento di raccolta di documentazione, video, che facesse conoscere gli avanzamenti della gp con mostre, volantini, petizioni e ogni altra iniziativa. Quindi
non una serata "una tantum" ma un'attività sistematica.
Noi stiamo portando avanti il lavoro di Comitato internazionale: noi
abbiamo fatto una riunione nazionale a Milano il 29 Maggio per dare vita al
Comitato nel nostro paese...nell'occasione l'invito è stato fatto anche ai compagni
della RdCa Bologna..
Il comitato internazionale non è certo espressione di gruppi, bensì di
partiti e organizzazioni maoiste,tra cui noi, su scala internazionale-
compreso gli indiani stessi su un documento comune approvato che ne traccia
i contenuti e la sua attività in diversi paesi del mondo
...noi lavoriamo per la nascita ovunque di comitati di sostegno alla guerra
popolare in india con tutti i compagni che vogliono
il comitato di sostegno è altra cosa dall'asp e dalle sue iniziative, perchè
la questione indiana
è innanzitutto, non la barbare repressione che va sotto il nome di operazione Green Hunt ma lo straordinario avanzamento della guerra popolare guidata dal partito
comunista maoista che stà cambiando i rapporti di forza mondiali e chiama i
proletari di tutto il mondo, a sostenere l'India come nel passato si è
sostenuto la russia, la cina, il vietnam, il perù, il nepal ..
La nostra proposta vuole raggiungere questi obiettivi a partire
da serate di discussione... Con la guerra popolare in India, verso la sua vittoria!

pc quotidiano 27 settembre - L'INTEGRATIVO ILVA UNA CONTROTENDENZA ALL'ACCORDO FIAT DI POMIGLIANO? LA FIOM BLEFFA!

In questi giorni sono in corso le assemblee all’Ilva di Taranto sul contratto integrativo recentemente firmato da tutte e tre le OO.SS fiom, fim, uilm.
Questo contratto viene presentato dalla Fiom sia locale che nazionale come una buona intesa, in controtendenza agli accordi separati e soprattutto all’accordo Fiat di Pomigliano - Fiom: “la parte normativa rappresenta il massimo delle mediazioni possibili; segr. Prov.le Zappa: “non è che a Roma si litiga (con le altre OO.SS.) e a TA ci vogliamo bene… l'effetto Pomigliano si arresta alle soglie del contratto integrativo all'Ilva”; Cremaschi: “un effettivo incremento dei salari, miglioramenti normativi su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza, mercato del lavoro; intesa frutto dell'eccezionale mobilitazione dei lavoratori; impegno dei lavoratori e dei sindacati premiato”.
Giudizio entusiasta viene poi espresso, guarda caso, dall’azienda e dal sindacato più filo aziendale, la Uilm del segr. Palombella, lo stesso che ha firmato, con altrettanto entusiasmo, l’accordo a Pomigliano - Per l'lva: “è un successo importante in una fase ancora critica (azienda alle prese con pesanti polemiche sulle questioni ambientali); la sottoscrizione dell'accordo è un segnale per la città”; Per la Uilm: importante e notevole risultato in presenza di una grave crisi economica, Palombella “altrove ci sono razionalizzazioni e tagli, all'Ilva di TA si rinnova la contrattazione di secondo livello”

Ma al di là dei risultati miseri ottenuti, molto inferiori a quelli già inadeguati richiesti nella piattaforma contrattuale soprattutto su aumenti salariali e livelli, al di là del fatto che una serie di richieste non sono state ancora o per niente raggiunte su: appalti, interinali, riduzione orario di lavoro, cambio tuta, mensa, questione organici/impianti per la sicurezza, ecc., quello che qui vogliamo mettere in evidenza è il gioco falsato che fa il sindacato.

Questo contratto integrativo è partito da metà 2008 e le richieste erano in rapporto alla fase buona dell'Ilva; oggi Uilm, Fim, Fiom parlano di importante, buon risultato, ma l’accordo viene rapportato alla fase attuale di crisi dell'Ilva e generale.
La premessa dell'accordo dice, infatti: “il 2009 è stato caratterizzato da una gravissima crisi economica... La siderurgia è stato uno dei settori che più profondamente ha risentito del crollo globale... Le prospettive per il 2010 e gli anni seguenti sono profondamente incerte... Il presente accordo... si propone di porre le basi... per una gestione condivisa, come sinora attuata, della crisi....”.
Ma i soldi e i miglioramenti normativi che i lavoratori attendevano erano rapportati a quanto già nel 2008 l'azienda aveva guadagnato sul lavoro degli operai; ciò che era richiesto era un credito da parte degli operai, già realizzato e dovuto dall'Ilva sulla base dei risultati fino al 2008.
Tant'è che le stesse OO.SS. scrivevano nella ipotesi di piattaforma integrativa: “L'andamento complessivo del gruppo è stato e continua ad essere buono (dal 2004)... L'impegno e la professionalità dei lavoratori hanno permesso il raggiungimento dei lusinghieri risultati economici... quindi questa piattaforma rivendicativa cade in un momento ancora interessante... tutto ciò premesso, riteniamo doveroso e oltremodo corretto, far sì che ci sia un ritorno in termini di salario e di migliori condizioni di lavoro per tutti i lavoratori del gruppo in quanto protagonisti attivi del raggiungimento dei risultati...”.
Ora invece, i giudizi sui risultati dell'integrativo per le OO.SS. compresa la Fiom vengono fatti in rapporto alla crisi, con un gioco bleffato: per l’Ilva gli effetti della crisi partono da fine 2008/inizio 2009, per gli operai, invece, gli effetti della crisi partono evidentemente da prima del 2008.

Facciamo un esempio. Dei lavoratori hanno fatto guadagnare 1000 euro al loro padrone con il lavoro già fatto. Quando vanno a chiedere i soldi per il lavoro fatto, il padrone dice che non li ha più, li ha persi per la crisi, che gli dispiace... I lavoratori dicono: ma noi il lavoro l'abbiamo fatto; tu potevi perdere i tuoi soldi ma non i nostri, dispiace anche a noi, ma ora ce li devi dare!
Avete mai visto il contrario? Che una ditta, per esempio ha lavorato per aggiustare una casa ad un lavoratore e alla fine il lavoratore gli dice: mi dispiace, i soldi che dovevo darti per il tuo lavoro non li ho più, li ho persi... Che farebbe la Ditta?

La Fiom dice che questo accordo è in controtendenza all’accordo di Pomigliano.
Ma è proprio così? La Fiom dovrebbe andarsi a rivedere la parte normativa dell’accordo di Pomigliano relativa all’orario di lavoro e in particolare, turni , prolungamento orario di lavoro, pause, attacco al diritto di sciopero, che hanno stravolto diritti contrattuali, di legge, lo Statuto dei dei lavoratori, e dovrebbe ricordarsi che proprio questi aspetti dell’accordo Fiat sono da tempo già in atto all’Ilva di Taranto, grazie ad accordi sindacali firmati unitariamente.
Dovrebbe ricordarsi che chi ha firmato quell’accordo per la Uilm, il neo segretario nazionale Palombella, aveva fatto prima esperienza di attacco a diritti inviolabili dei lavoratori all’Ilva di Taranto e quegli accordi e risultati svendita di Taranto sono oggi portati ad esempio per nuovi accordi.